Adriana Volpe (showgirl – conduttrice)   Roma 21.4.2006

                       Intervista di Gianfranco Gramola  

Alla corte del simpatico Guardì

Il suo sito ufficiale è www.adrianavolpe.it  

Adriana Volpe è nata a Trento il 31 maggio 1973. Ha iniziato la sua carriera come modella a Milano ma dopo un anno e mezzo di passerelle importanti ha deciso di lavorare in Rai e per tre anni affianca Frizzi a "Scommettiamo che?". Poi lavora a TMC 2, dove in diretta conduce ben 300 puntate di una trasmissione "informatica" per ragazzi, seguita poi con l'esperienza cinematografica di Croce e delizia, di Luciano De Crescenzo (1995) e quindi il ritorno il Rai. Adriana raggiunge il massimo successo tra il 2003 e il 2004 con le trasmissioni di Michele Guardì tanto che nella stagione 2004/5 e in quella successiva la ritroviamo tutti i sabato e tutte le domeniche su RaiDue alla conduzione con Livia Azzariti, Tiberio Timperi e Marcello Cirillo. Bella, simpatica e statuaria la bionda trentina confessa che… "Da ragazzina ero veramente brutta. Avevo i capelli neri come Olivia di Braccio di Ferro. A 13 anni ero alta 1,76 e vivevo nell’imbarazzo di dover mettere le zeppe sotto il banco per farci entrare le gambe. Ero magra come un palo della luce".  

Ha detto

- Sono un diesel, faccio fatica a svegliarmi la mattina, ma poi non mi fermo più.

- Michele Guardì è esigente, ti tiene sotto torchio, è uno di poche parole e molti fatti. Un suo complimento ti gratifica in modo esponenziale». 

- La bellezza è un ottimo biglietto da visita, e fa aprire parecchie porte; può servire all'inizio della carriera, ma per durare nel tempo serve ben altro.

- Sono la donna della valigia. Quando vedo che un rapporto non va, taglio la corda e porto lo sguardo verso nuovi orizzonti.

- A Trento scopro il piacere di sedermi a tavola  con davanti una buona fetta di speck e un buon bicchiere di vino, trentino ovviamente.

Curiosità

- E’ soprannominata “The body” per le curve perfette del suo fisico.

- Ha un sorriso che ricorda molto quello di Julia Roberts.

- Cura una rubrica di critica televisiva per “Il Trentino”, il quotidiano della sua città, che si chiama “Il fatto e la Volpe”.

- I  suoi attori preferiti sono Robert de Niro e Al Pacino e le sue attrici preferite Julia Roberts e Meg Ryan.

- Oltre ai genitori Giuseppe (ex maresciallo dei carabinieri) e Lina (infermiera), Adriana è molto legata a nonna Anna, la nonna tour, come  la chiama lei, perché  gira l'Europa tra santuari e luoghi di culto.

Intervista

Adriana è appena rientrata a casa dalle prove del programma “Mezzogiorno in famiglia”. E’ simpatica e disponibile come sempre e soprattutto genuina.  Figlia unica, la Vip trentina è cresciuta in una famiglia semplice che le ha trasmesso, oltre al grande affetto, i valori per affrontare con serenità e umiltà la vita quotidiana. Conduce, insieme ai suoi colleghi, la trasmissione di Guardì con parlantina sciolta, il sorriso stampato sulla bocca e quella professionalità che per noi trentini è motivo di vanto e per questo le auguriamo uno strepitoso avvenire. Ad majora!

Quando ti sei stabilita a Roma, Adriana e come ricordi l’impatto?

Sono arrivata a Roma nel ’92, quindi si parla di un bel po’ di tempo fa e venivo già da una grande città che era Milano e quindi l’impatto tra Milano e Roma non l’ho sentito molto, mentre tra la mia Trento e Roma si. Faccio un esempio banalissimo… se tu devi andare dalla Nomentana,  dove c’è la produzione Rai (Dear) all’Eur oppure a Trastevere ci vuole in media 45-50 minuti. Se devi fare Trento – Verona che sono 96 Km, ci si impiega di meno che da un capo all’altro della città di Roma. Per cui con  questo mio “metro” trentino, all’inizio mi sono trovata molto male, perché mi sembrava di perdere tempo chiusa dentro una macchina e di soffocare in mezzo al traffico. L’inizio è stato proprio duro, anche da queste piccole cose che possono essere dallo spostamento con la macchina ai tempi stretti della vita quotidiana. Poi dopo ci si abitua e ci si rende conto che la vita in una città grande come Roma è così. Si cambia il “metro” e ci si adegua a tutto. Poi adesso ho ovviamente  una sensibilità diversa rispetto ad un trentino per quanto riguarda tante cose. Dopo 14 anni il tempo forgia molto e sono diventata mezza romana. Ho un buon rapporto con Roma, ho comprato casa e ho fatto ormai le radici qui…

A proposito di casa tu hai abitato sempre nel centro storico?

Si! Sempre in centro.

C’è una zona di Roma che ami particolarmente?

Io amo molto la zona Prati, perché è il fulcro della mia vita quotidiana. Ho 10 anni di lavoro passati qua.Sono legata a viale Mazzini, a via Teulada, a piazza Risorgimento e a San Pietro. Questi sono i posti a cui sono più legata e che più frequento. I ristoranti che mi piacciono sono in questa zona… Questo quartiere è come un piccolo paese, per me.

I romani come li trovi?

Io adoro i romani. Sono simpatici, goliardici, disponibili, sempre aperti e con la battuta pronta. Sono straordinari. Difficile annoiarsi con loro.

Frequenti la Roma by night?

No! Perché se pensi che da sette anni conduco “In famiglia” e questo è un programma che impone rigore e molta disciplina se no non ce la fai. E’ un programma durissimo perché inizia a settembre e finisce in maggio e quest’anno proseguiamo fino a metà giugno, con alzatacce la mattina per cui il week end è rovinato, per cui è impossibile frequentare la Roma by night.

Qual è stata la tua più gran soddisfazione in campo artistico?

Ma ci sono tante cose, devo dire. La soddisfazione di essere diventata giornalista-pubblicista, la soddisfazione di essere riuscita grazie al mio lavoro a spostare soldi e capitali per beneficenza che magari probabilmente in altri modi sarebbe stato tutto più difficile. E’ un lavoro apparentemente molto superficiale che le persone superficiali lo possono ritenere tale, in realtà è un lavoro che dà tantissimo, c’è un grande sacrificio dietro per mantenere il successo e per mantenere i ritmi lavorativi di base ne se c’è l’impegno si riescono ad ottenere dei grandi risultati. Io sinceramente trovo tante soddisfazioni nella mia quotidianità.

Ma i tuoi genitori che futuro sognavano per te?

Di sicuro non si aspettavano questo (risata). Loro pensavano che avessi le caratteristiche per diventare un buon avvocato, o almeno era un loro sogno. Avendo fatto il Liceo Scientifico pensavano che poi avrei intrapreso la carriera forense. In realtà non è che mi sono allontanata molto, perché poi alla fine è un lavoro di grande dialettica anche questo, è un lavoro di relazioni dove devi difendere comunque il tuo campo e cercare di ampliarlo sempre più, per cui poi alla fine molte analogie le trovo.

Ma nella tua famiglia c’è qualche artista?

No! Assolutamente. Detto tra noi chi parte da una regione come la nostra di sicuro non parte avvantaggiato, perché non hai Cinecittà a due passi. Siamo una città di provincia con tanti pregi sicuramente, ma per chi fa questo mestiere è tutto in salita. Quando ho iniziato io non c’era neanche un teatro funzionante a Trento. Il Teatro Sociale era chiuso e l’hanno inaugurato pochi anni fa. Quello che andavi a vedere era l’Auditorium Santa Chiara. Di cinema adesso ne abbiamo solo quattro. Per cui chi ama lo spettacolo, nel Trentino è tutto in salita. Non abbiamo una grande cultura allo spettacolo. 

La cosa più cattiva che hanno scritto su di te?

Forse avrò la memoria corta ma cattiverie gratuite non ne ho mai lette.  Prese di posizione dove però comunque mi rispecchiavo e mi rivedevo in quello che dicono. Nella mia carriera si possono vedere delle scelte giuste ed alcune scelte discutibili e se qualcuno a messo in discussione alcune scelte, lo rispetto perché comunque è un’altra parte della medaglia. Una critica io l’ho sempre vista in modo costruttivo, mai gratuita. Per me la critica non è una critica in negativo. Ho trovato delle critiche costruttive che m’hanno fatto riflettere e delle volte fatto cambiare strada. Probabilmente è un lato da tenere ben presente e quindi da aggiustare il tiro. L’ho sempre presa così e quindi se vado a fare un bilancio non mi vengono in mente critiche che mi hanno fatta star male.

Il complimento più bello che hai ricevuto?

Dalle persone che tengo di più.  Dal regista Michele Guardì, a mia madre perché, rispetto a mio papà che è  un po’ più generoso, da buona trentina prima di dire “brava” ce ne vuole e quando lo dice io salto di gioia.

Com’è il tuo rapporto con la Fede?

Forte e intenso. Forte perché ho due grandi fortune: la prima perché ho una famiglia estremamente credente e praticante e questo aiuta moltissimo perché l’esempio aiuta tanto. I miei credono molto e guarda caso abitano proprio di fronte ad una chiesa. Se sei circondata da persone che non credono o sono scettiche la faccenda è tutta in salita, cioè è tutto più difficile. La seconda fortuna è che ho un compagno non solo molto credente ma anche praticante parecchio, nel senso che va spesso nei pellegrinaggi, adesso abbiamo organizzato per andare insieme a Medjugorie. E’ una persona molto attiva sia nel volontariato sia nella propria realtà cristiana. Ho queste due grandi fortune che sono come due colonne che mi tengono in piedi e mi sorreggono nei momenti magari di sconforto o di difficoltà.

Il tuo rapporto con il denaro?

Splendido (risata). Adoro il denaro.

Hai le mani bucate?

No! Adoro il denaro, mi piace, credo che bisogna lavorare non solo per soddisfazione ma anche per mettere da parte il denaro sufficiente per farci migliorare la qualità della vita. L’obbiettivo è sempre quello di lavorare e fare cose che ci piacciono, perché se quel lavoro ti piace la fatica la senti meno, però è anche vero che mi batto sempre per una giusta ed equa retribuzione, perché dicono che i soldi non sempre fanno la felicità ma ti aiutano parecchio. A me piace il lusso e mi piacciono le belle cose (risata).

Qual è la chiave del tuo successo?

Forse l’impegno. Ho visto delle colleghe che hanno iniziato con me  adagiarsi sui propri risultati e sul proprio successo e popolarità ottenuto in modo facile e pensando appunto di essere arrivate al successo si sono adagiate. Io invece ho sempre fatto il contrario, cioè ho sempre guardato oltre a quello che ho avuto e non mi sono adagiata. Conquistato il  mio obiettivo pensavo già ad un altro e quindi mi sono sempre sentita in salita.

Hai un sogno nel cassetto?

Si! Fare Sanremo, con Pippo Baudo.

A chi vorresti dire grazie?

Un grazie a tutte le persone che mi hanno sostenuto, un grazie a tutte le mie amiche che sono rimaste tali in  tutti gli anni e che hanno accettato i miei sbalzi di umore ed alcune volte le mie mancanze. Ammetto che alle volte sono stata un disastro e quindi ringrazio i miei amici che hanno guardato oltre alla piccola cosa e hanno avuto più profondità e grazie a tutte le persone che mi hanno dato un’opportunità.

Progetti?

Finiamo a metà giugno con “Mezzogiorno in famiglia” e poi  si riaprono i giochi.

Quando vieni a Trento?

Appena finita la trasmissione, a metà giugno penso che farò un salto su dai miei, a Trento. 

Ci vediamo a Trento, Adriana. Ciao.

Ciao Gianfranco. Se hai bisogno di altre interviste hai il mio telefono.

Gianfranco con Adriana Volpe