Clara Moroni (cantautrice e compositrice)   Monza  12.5.2023

                         Intervista di Gianfranco Gramola

“La mia è stata una crescita dovuta al fatto che  ero ero molto brava e sono stata fortunata nell’incontrare musicisti che hanno capito e apprezzato il mio talento per la musica”

Il suo sito ufficiale è www.claramoroni.com

Clara Moroni, milanese, inizia come cantante in alcuni gruppi punk rock milanesi, influenzata dai Sex Pistols. Va a vivere per un semestre a Londra, dove assorbe nuove tendenze musicali. Tornata in Italia, inizia a lavorare in studi di registrazione milanesi come corista per gli Stadio, Loredana Bertè, Meccano, Mauro Pagani, e altri. Durante le registrazioni dei cori dell'LP Carta del cielo di Alberto Fortis conosce Guido Elmi e da questo incontro nasce il progetto Clara & Black Cars e due album Chi ha paura di chi (1990) cui fa seguito Spiriti (1992). L'esperienza in studio come vocalist, la porta a collaborare come interprete e autrice con l'etichetta indipendente italiana Time, per la quale firma e canta alcuni brani. Nel 1995 fonda l'etichetta discografica Delta, successivamente D.M.I., con la quale pubblica brani eurobeat riscuotendo successo sul mercato giapponese, dove il genere andava di moda. Nello stesso periodo Guido Elmi la chiama per curare gli arrangiamenti vocali e i cori del disco di Vasco Rossi dal titolo Gli spari sopra. Collabora anche al successivo Nessun pericolo... per te, e dal 1996 è ufficialmente un membro della band. Nel 1997 va a vivere negli Stati Uniti, a San Francisco. Seguono registrazioni di studio e tour negli Stati Uniti e in Australia con vari gruppi, tra cui i californiani Pablo Cruise, che la tengono negli USA fino al 2000. Nel gennaio 2004 pubblica l'album Ten worlds, disco completamente in lingua inglese con brani scritti dalla cantante nell'arco di dieci anni. Nel 2010 pubblica con la sua band 2HOT4 l'album autoprodotto “Bambina brava” per la propria etichetta DMI. Il primo singolo è “Io non piango più”, cover di “Who knew” di Pink. Il 23 ottobre 2012 è uscito in versione digitale il nuovo EP (5 canzoni) dal titolo 'Sono quello che sono' (parte 1) in cui è presente la cover di Vola di Ivano Fossati; al disco collabora Luigi Schiavone, autore, chitarrista e collaboratore storico di Enrico Ruggeri ed è prodotto da Lorenzo Cazzaniga (Skin, Baglioni, Nek). L'EP è stato anticipato dal singolo 'Sei' in radio dal 14 settembre. Il disco è poi uscito in versione CD il 29 gennaio 2013 distribuito ET-Team/TopRecords/Edel.

Intervista

Mi racconti com’è nata la tua passione per la musica? Hai artisti in famiglia?

Nessun artista in famiglia. La passione è stata una cosa naturale, giovanile, quando avevo 14 annui ho sentito i Sex Pistols e sono impazzita per la loro musica e sono diventata un punk.

I tuoi genitori come hanno preso la tua scelta di dedicarti alla musica?

I miei genitori mi hanno sempre lasciata libera di fare quello che volevo. Sicuramente quello che interessava di più a mio padre era che io finissi gli studi, finire le superiori, ma io avevo già cominciato a suonare e a scuola avevo già avuto dei buoni risultati e quindi era abbastanza contento.

Suoni qualche strumento?

Io sono una tastierista da computer, uso il logic.

Come ricordi gli inizi, la famosa gavetta?

Devo dirti che era tutto diverso, a quei tempi non c’erano i talent, non c’era agonismo. La mia è stata una crescita dovuta ad un tam tam e questo anche perché ero molto brava e sono stata fortunata nell’incontrare musicisti che hanno capito e apprezzato il mio talento per la musica. Diciamo che la fortuna aiuta gli audaci, ma se gli audaci non hanno talento e non sono portati per la musica, non vanno da nessuna parte.

Com’è iniziata la collaborazione con Vasco Rossi?

Anche lì è stata una sorta di tam tam, perché io avevo collaborato con Luca Orioli che stava arrangiando il disco di Alberto Fortis “Carta del cielo” che era prodotto da Guido Elmi. Elmi era il produttore di Vasco Rossi, lui mi ha sentito, poi gli ho fatto sentire delle canzoni mie e poi quando sono riuscita ad incontrarmi con la EMI, la casa discografica che adesso purtroppo non c’è più, mi hanno chiesto: “Ma tu, da chi vorresti farti produrre?”. Io non conoscevo nessuno, conoscevo solo Guido Elmi e Mauro Paoluzzi. Siccome avevo appena conosciuto Guido Elmi, allora ho scelto lui. La EMI ha chiamato Guido Elmi, ci siamo incontrati e abbiamo iniziato questo sodalizio. Abbiamo realizzato due album insieme: “Chi ha paura di chi” (1990) e “Spiriti” (1992), poi doveva produrre l’album di Vasco Rossi “Gli spari sopra” (1993) e aveva visto come lavoravo. Erano i tempi delle rock balland e siccome nell’album di Vasco c’erano pezzi come “Stupendo” e “Vivere”, aveva bisogno di qualcuno che gli facesse gli arrangiamenti vocali per quell’album. Mi chiamò ancora per l’album dopo e siccome era successa un po’ di maretta all’interno della band di Vasco, qualche allontanamento, allora mi hanno chiesto se volevo entrare a far parte della band per il tour “Nessun pericolo per te” del 1996 e io ovviamente ho accettato. Poi da lì è partita questa avventura musicale con Vasco Rossi che è durata ben 22 anni, che non è poco.

Nella band di Vasco Rossi c’è quel simpaticone di Claudio Golinelli, detto il Gallo, perché gli piacciono moltissimo le donne. Ti ha mai corteggiato?

Il gallo fa la corte a tutte le donne, però diciamo che con le colleghe lo fa in maniera goliardica, in maniera molto spiritosa. Lui è un gran personaggio e si fa amare perché è di una simpatia unica.

Prima di collaborare con Vasco Rossi hai lavorato per altri artisti. C’è qualcuno che ricordi con molto affetto?

La prima collaborazione è stata con Jovanotti e ho partecipato al suo primo concerto “Addio alle armi”, quello che ha fatto quando è tornato dal militare. Poi ho lavorato con gli Stadio, con Loredana Bertè, poi con il cantante spagnolo Sergio Dalmas, con Mauro Pagani e tanti altri.

Chi è che si atteggiava di più?

Non so risponderti perché quando si è in uno studio di registrazione, si lavora e si è molto concentrati e quindi si lascia poco spazio ai rapporti caratteriali. Si lavora e ci si concentra molto sulle canzoni, sulle musiche e nella vita privata non ho mai frequentato i colleghi o i divi della musica.

Hai girato il mondo con la musica. Qual è il pubblico più caloroso, più attento durante i concerti?

Sicuramente quello americano. Gli americani sono quelli che amano talmente tanto la musica, che rispettano tantissimo i musicisti, che quando vengono a vederti sono molto attenti e partecipano con entusiasmo all’evento. Non vengono apposta per farsi il selfie con l’artista, ma vogliono ascoltarti e sono molto concentrati sulla musica. Un altro pubblico veramente focoso è quello messicano, che è qualcosa di unico. Loro ti adorano e ti fanno sentire una specie di dea. I giapponesi, grazie alla loro cultura e al loro modo di vivere, sono più composti e più educati. Tant’è che sono lì, davanti al palco, davanti all’artista e dall’emozione si lasciano andare e li vedi piangere e questo mi ha colpito molto. Effettivamente è una reazione contraria a quella che abbiamo noi occidentali. Loro la musica la sentono visceralmente.

Quali sono le tue ambizioni, i tuoi progetti?

Io ho una mia etichetta discografica e in questi ultimi sei mesi mi sono dedicata moltissimo alla mia etichetta che si chiama DMI. Io non mi sono mai fermata, perché durante il covid ho fatto dieci puntate in diretta con tantissimi ospiti anche famosi come Tullio De Piscopo, Cristina Scabbia, Maurizio Solieri, Luigi Schiavone e tanti altri con cui ho duettato in remoto per via dell’isolamento forzato. Ed è stata una cosa molto bella ed ha avuto molto successo. Ci sono state puntate da 35 mila ascoltatori su facebook ed è stata una cosa molto bella. Per cui anche durante il covid, cose ne ho fatte. Adesso dopo 6 mesi di intenso lavoro per la mia etichetta, anche perché ho messo in piedi un nuovo team di produttori, diciamo che li sto lasciando fare per vedere come si arrangiano da soli. Poi a settembre vorrei tornare a fare musica e tornare a fare i live.

Hai dei rimpianti?

No, non ho rimpianti. Non sono una stakanovista, preferisco vivere, per cui al lavoro, metto sempre davanti la vita e l’amore. Non ho un rimpianto, magari avrei potuto fare di più, ma avrei dovuto sacrificare la mia vita privata, quindi va bene così.

Hai mai cantato per solidarietà?

Si, ho fatto vari concerti per solidarietà. Uno con Enrico Ruggeri a Milano, per raccogliere fondi per la sclerosi multipla, poi ho partecipato a Parma ad un concerto con tanti artisti per il terremoto dell’Aquila. Un’altra volta per tirare su dei soldi per l’operazione di una bambina.

Oltre alla musica, curi delle passioni nella vita?

Si, amo tantissimo gli animali, sono un’attivista animalista e amo molto l’ambiente. Ho tre cani, di cui uno acquistato e due salvati e in questo momenti sto lottando per gli orsi in Trentino. Sono stata anche a Casteller (Trento) ad una manifestazione. Questa è la mia passione, dopo la musica e vorrei fare di più, ma mi manca il tempo.

Se tu non avessi fatto la musicista, quale era il tuo piano B?

Non ho mai avuto un piano B e non c’ho mai pensato. Mi sono trovata così giovane immersa totalmente nella musica che non ho mai progettato il mio futuro. Non ho mai pensato che la mia passione per la musica si esaurisse e quindi di dover pensare a cosa avrei fatto. Ho preso la vita come veniva e ho seguito giustamente la mia passione ed è andata molto bene.