Eleonora Pieroni (attrice, modella e conduttrice)               Roma 14.2.2024

                                   Intervista di Gianfranco Gramola

“Ivana Trump l’ho conosciuta da ragazzina a Saint Tropez perché lei aveva l’abitudine di festeggiare il suo compleanno in quel posto. Ci siamo conosciute alla sua festa poi con mio marito ci siamo frequentate a Miami e a New York ci vedevamo almeno due volte a settimana per pranzare insieme da Cipriani”

Eleonora Pieroni, nata a Foligno (Umbria) ha partecipato a Miss Italia con la fascia di Miss Perugia, è stata finalista a Miss Mondo e vincitrice di Miss Blue mare Italia nel 2011. Eleonora ha indossato e posato per diversi marchi prestigiosi della moda italiana ed internazionale come Brunello Cucinelli, Domenico Vacca, Impero Couture, Ferragamo, Cruciani, Lacoste, La Martina, Graziella gioielli, per i cosmetici Cotril, Wella, Lòreal. Per la sposa ha sfilato per: Pronovias, Elisabetta Polignano, Nicole, Cristiano Lucci, Antonio Riva, Ashley & Justin bride, Yumi Katsura-Couture e altri in Europa e America. È testimonial di importanti campagne pubblicitarie in Italia e negli USA, includendo nel suo curriculum cartelloni pubblicitari sulla Fifth Avenue a NY e servizi fotografici in magazine come Vanity Fair, Lady Sposa e Vogue America. Eleonora si è diplomata all’Accademia di Roberto Rossellini a Roma e alla New York Film Accademy, ha studiato con la celeberrima Susan Batson coach di Nicole Kidman, e attualmente continua a studiare a New York con il famoso Larry Moss (coach di Leonardo di Caprio e Meryl Streep). Eleonora Pieroni ha recitato in serie TV italiane tra cui ‘Una pallottola nel cuore’ con Gigi Proietti, e in ‘Don Matteo’ con Terence Hill; in short films (di cui due candidati al ‘Roma Creative Contest 2016’), video musicali e film in Italia e negli US (l’ultimo  ‘Copperman’ con Luca Argentero).

Intervista

Hai iniziato la tua carriera artistica come modella. Com’è nata la passione per il mondo della moda?

Secondo me con le passioni ci nasci probabilmente. E’ nata perché fin da bambina ero appassionata di moda e di Barbie, del “The women to be”, cioè della donna che volevo essere. Sono della generazione degli anni ’90, che giocava appunto con le Barbie. Ero appassionata di moda, nei negozi dove andavo prendevo i cataloghi, i depliant di Roberto Cavalli e seguivo tutte le passerelle in televisione. a 15 anni fui scoperta da un talent scout dell’Umbria che seguiva il concorso di Miss Italia.
Mi scoprì in una sfilata per la scuola e mi propose di seguire tutte le tappe di un concorso e cominciai a sfilare e fu lì che iniziai la gavetta, poi dopo il concorso si aprirono le strade per le passerelle nazionali e internazionali. Quindi sfilate con brand di alta moda, Ferragamo, Roberto Cavalli, Couture, Lacoste e anche aziende della mia regione, Cucinelli, Cruciani, Luisa Spagnoli, Gattinoni e iniziai a lavorare anche per le campagne pubblicitarie. Poi le sfilate a Milano Fashion Week e testimonial di Lacoste. E’ un sogno, una passione che è nata da bambina quello di fare la modella. Da bambina non pensavo al cinema o a tutto quello  che sarebbe venuto dopo, ma solo a fare la modella. Ricordo anche che comprai un libro di Naomi Campbell. Ero in un grande centro commerciale, comprai questo libro, mi recai alla cassa e la cassiera mi guardò e mi disse: “Non comprare questo tipo di libri”, risposi che per me Noemi Campbell era un sogno e che amavo la moda. Lei era come se volesse distrarmi da questo mio sogno e invece io perspicace e testarda ho sempre creduto nei miei sogni e ho portato avanti questa passione.

Naomi Campbell è un tuo mito?

Naomi Campbell è la mia icona.

I tuoi genitori come hanno preso questa tua scelta? Avevano in mente un futuro diverso per te?

Si, avevano in mente un altro lavoro e l’ho raccontato anche in un’intervista per Diva & Donna l’anno scorso quando c’è stato il memoriale di Ivana Trump, che è stata la mia madrina. I miei pensavano un futuro diverso perché ero la figlia perfetta, cresciuta in un paesino di provincia e volevano che diventassi maestra, che in qualche modo per metà ci sono riuscita perché sono laureata in psicologia dell’apprendimento e i mie speravano che lavorassi nella nostra zona, a Foligno, di vivere e costruire il mio futuro lì, anche perché stavo con il fidanzatino dell’epoca. Invece avevo questo sogno che era l’Australia o l’America e poi quando è arrivata la proposta di salire sull’aereo per l’America, non ci ho pensato due volte e sono partita per realizzare il mio sogno.

Ho letto che hai recitato a fianco del mitico Gigi Proietti. Che ricordo hai di lui?

E’ stata una bellissima esperienza perché era una delle prime cose che facevo, era un piccolo ruolo che mi dava però l’opportunità di capire meglio la passione per questo mestiere che mi piaceva tantissimo e soprattutto conoscere un personaggio del calibro di Gigi Proietti.

Il tuo ruolo?

Io facevo il ruolo dell’infermiera ne “Una pallottola nel cuore” e lui era il protagonista. Ho un bellissimo ricordo di Gigi, una persona molto ironica, simpatica e molto alla mano. Un grande come lui che si confrontava con una piccolissima come me. Per me è stato un maestro, sempre sorridente, disponibile, una brava persona, un  romano autentico, doc.

Ho visto delle tue foto in compagnia di diversi personaggi famosi. Due parole su Andrea Bocelli?

Bocelli ha un grande talento, una voce straordinaria, che sta scrivendo le pagine della  storia della canzone italiana nel mondo. Tra l’altro ci siamo sentiti due giorni fa e con la moglie Veronica siamo molto amiche. Lei è quasi una mia conterranea perché è marchigiana e tra noi è nato da subito un feeling. Con Andrea Bocelli ci siamo incontrati più volte a New York. Lui ci invita sempre ai suoi concerti, anche all’ultimo che ha fatto a Long Island lo scorso Natale. I Bocelli mi hanno scritto una bellissima lettera perché io sono la madrina dell’associazione l’Oasi (www.associazioneoasi.it) che è l’associazione che fa clown terapia, dove portiamo il sorriso vestendoci da clown e andando nell’ospedale pediatrico di Foligno.

Sei amica di Sergio Castellitto?

Castellitto penso che sia uno dei più bravi, che sa fare di tutto, dal personaggio drammatico a quello brillante, un’artista a 360 gradi. Ho avuto il piacere di stare una sera a cena da lui, insieme alla moglie e ai figli. L’ho conosciuto a New York dove ho avuto il piacere di premiarlo.

Sei anche conduttrice?

Si, ho condotto anche una rassegna che si tiene a New York. Io conduco tanti eventi dedicati alla cultura italiana e in uno di questi ho premiato Sergio Castellitto e più avanti ho recitato con lui nel film “Dante” di Pupi Avati. Sergio Castellitto è veramente straordinario. Ho avuto anche il piacere di conoscere Gabriele Muccino, un regista che ha lavorato anche con divi internazionali.

Hai conosciuto e frequentato molti artisti internazionali. Alcuni nomi?

Ad esempio Forest Whitaker e Denzel Washington, che sono le persone che conosco meglio. Forest è il padrino di mio figlio Michele York ed è un amico carissimo da tanti anni. L’ho sentito proprio ieri perché mio marito Domenico gli sta facendo il guardaroba per la serie successiva de “Il padrino di Harlem” . Lui si è auto candidato perché voleva essere il padrino di mio figlio, che è stato battezzato il 7 ottobre e poi qualche giorno dopo abbiamo incontrato il Papa che ha preso in braccio mio figlio. Forest è una persona eccezionale perché è un grande professionista, ma quello che mi ha colpito di lui è la grande umiltà. Lui ha creato una sua fondazione sulla pace per i bambini in Africa, di cui io sono da sempre una grande sostenitrice non solo dei valori, dei diritti, della pace, ma anche dei bambini e dell’infanzia, quindi due temi che ci accomunano tantissimo. Poi abbiamo fatto il red carpet insieme quando due anni fa ha ricevuto la Palma d’Oro a Cannes. Pensa un premio Oscar, mi chiese di accompagnarlo sul tappeto rosso di Cannes per ricevere la Pala d’Oro, è stato per me un grande onore. Denzel Washington è un grande attore e un grande artista. Ho avuto il piacere di conoscerlo  ad un evento, ad una cena di gala proprio con Forest.

Eleonora Pieroni con l'attore americano Forest Withaker

Prima mi parlavi di Ivana Trump. Come l’hai conosciuta e che ricordo hai di lei?

Ivana l’ho conosciuta da ragazzina a Saint Tropez perché lei aveva l’abitudine di festeggiare il suo compleanno in quel posto. Ci siamo conosciute alla sua festa poi con mio marito ci siamo frequentate a Miami e a New York ci vedevamo almeno due volte a settimana per pranzare insieme da Cipriani. Eravamo molto amiche e lei mi è stata d’esempio  sia dal punto di vista di essere donna del business ma anche dei valori come la famiglia. Lei era la mia più grande sostenitrice e mi diceva che dovevo farmi una famiglia. Lei era molto autoironica, una donna molto intelligente. Io l’avevo nominata più volte la mia madrina e mi dispiace che non abbia potuto conoscere mio figlio Michele York, però credo che ci starà guardando da lassù.

Qual è il segreto del tuo successo?

Il successo io ancora non credo di averlo raggiunto, però spero di essere sulla strada giusta. Ci sono ancora dei punti, degli obiettivi che devo raggiungere, però da ragazza di provincia devo dire che sono felice di aver raggiunto gli obiettivi che facevano parte del mio sogno, e il merito in parte è dovuto alla mia grande determinazione, coraggio e un pizzico di follia, perché ho lasciato alcuni punti saldi, alcune certezze che avevo nella mia realtà italiana per andare alla ricerca di qualcosa che era incerta,  perché poi io presi quell’aereo per l’America con l’intenzione di provare a realizzare i miei sogni. Quindi determinazione, coraggio, follia e saper dire tanti “no”, perché sono una ragazza che si è costruita da sola e anche con molta caparbietà, ho saputo dire tanti “no” e ho sempre cercato di concentrarmi sulle cose che erano più importanti e che mi permettevano di evolvermi.

Ora ti dividi fra l’Italia e l’America. Come ricordi l’impatto con New York ?

Con New York è stato un colpo di fulmine, è stato Cupido che ha scoccato la freccia. Amavo New York ancora prima di conoscerla perché sognavo quella città quando ero ancora bambina e la vedevo nel film “Mamma, ho perso l’aereo”.

Quando ci sei arrivata la prima volta a New York?

A 20 anni, come ragazza alla pari sono andata a stare presso amici di famiglia e facevo la tutor al loro bambino, perché avevo questo sogno di andare in America. Quindi andai in questa famiglia e almeno un paio di volte alla settimana prendevo il treno che da casa loro mi portava a New York. La prima volta che ho visto questa città è stata un emozione unica, perché uscendo dalla stazione centrale vidi questa meraviglia di città che mi stregò. Successivamente  ci andai come modella, ma avevo già più esperienza, parlavo meglio l’inglese ed ero più spigliata e sicura di me. Quello fu l’impatto con New York e capii che aveva una magia strana e che sarebbe stata la città che avrebbe cambiato la mia vota. Poi con le sfilate di moda e gli eventi, ho potuto conoscere personaggi di un certo calibro e  partecipare agli Oscar, sfilate ed eventi molto importanti.

Cosa ti manca dell’Italia quando sei a New York?

Adesso è un po’ che sono in Italia e devo dire che dopo aver partorito qui è da un anno che sto a Roma. Quello che mi manca dell’Italia quando sono in America è lo stile di vita, la semplicità di uscire di casa per prendere un caffè italiano, il rumore delle tazzine dei bar, quell’energia, quelle vibrazioni che senti. Poi ad esempio le campane della chiesa, oppure le madonnine che a Roma sono tante, come nel mio paesino che è pieno di edicole con le  madonnine. Tutte queste cose secondo me fanno unica l’Italia. Il senso di bellezza che respiriamo ovunque perché basta camminare per la strada e vedi bellezza e arte nelle chiese, nell’architettura, piazze meravigliose, fontane uniche, insomma un museo a cielo aperto. Questa è l’Italia che mi manca.

Fra modelle hai notato più complicità e amicizia o competizione?

Metà a metà. Su venti ragazze c’è sempre qualcuna che ha il senso della competizione, per il resto si cerca di instaurare un senso di amicizia, però è un ambiente particolare, soprattutto in America. Diciamo che c’è un’amicizia latente perché ci si parla, si scherza però alla fine c’è sempre quello spirito di competizione.

Sei sposata con lo stilista dei Vip Domenico Vacca. Come ti ha conquistata?

Mi ha conquistata con la sua intraprendenza e velocità. Diciamo velocità perché non mi ha dato neanche il tempo di decidere perché mi ha chiesto subito il mio numero e dopo due giorni mi ha invitato a cena,  con quell’intraprendenza tipica italiana ma americanizzata dalla velocità. Poi Domenico è molto galante e ha un certo fascino ed è un uomo di gran classe.

Oltre al lavoro e la famiglia, curi delle passioni nella vita?

Sono molto sportiva e quando posso mi piace praticare la corsa e in estate il nuoto. Mi piace la cucina, fare delle torte e pasticciare un po’. Quando ho ospiti a cena accolgo sempre gli amici con qualcosa che ho fatto io perché adoro la buona tavola. Anche una semplice caprese con una buona mozzarella, pomodorini e rucola. Poi mi piace molto leggere e scrivere.

Quali sono le tue ambizioni?

Oltre alla recitazione, che metto al primo posto, il cinema internazionale, quello che poi rimarrà per sempre. Sofia Loren, Marcello Mastroianni, Federico Fellini, far parte di quel cinema lì, però come italiana che si è distinta  un po’ a livello internazionale, come la mia conterranea Monica Bellucci. Altra ambizione è la conduzione, perché io nasco prima di tutto come modella e conduttrice e la conduzione mi piace e ci sono portata. Ho iniziato la mia gavetta a 20 anni  conducendo un programma locale “Ciao Umbria” dove ero anche autrice.

Ora i tuoi genitori, vedendo i risultati, cosa pensano della tua carriera?

Sono molto soddisfatti e felici e mi vedono più serena. Loro hanno vissuto un periodo in cui ero una trottola perché dai 23  ai 29 anni continuavo a girare, proprio come una trottola, perché mi dividevo tra l’Italia e l’America. Ero fidanzata con Domenico però non parlavo mai di figli, per me erano “vade retro”, esorcizzavo questa cosa perché ero molto concentrata sulla carriera e ai miei genitori un po’ dispiaceva perché  avrebbero voluto che  anch’io diventassi a mia volta genitore. Ora sono dei nonni soddisfatti e felici  che sono diventata mamma e che mi sono realizzata professionalmente e questo li rende sicuramente più sereni.