Fabrizio Bracconeri (attore)                     Valderice (Trapani)  29.7.2021

                                 Intervista di Gianfranco Gramola

“Io fino a qualche anno fa avevo un sogno, cioè di fare un film con Renato Pozzetto. Lui è sempre stato il mio idolo”  

Fabrizio Bracconeri è nato a Roma il 26 giugno del 1964). Nato e cresciuto nel popolare quartiere di Primavalle, a Roma, all'inizio degli anni ottanta ottiene piccole particine in alcune pellicole, ma il vero esordio come attore avviene nel 1983 col film Acqua e sapone di Carlo Verdone. La notorietà per Bracconeri arriva nel 1987 quando veste i panni di Bruno Sacchi, nella premiata serie TV trasmessa da Italia 1, I ragazzi della 3ª C, accresciuta in seguito dalla partecipazione a un'altra serie Fininvest College, nella parte del cadetto Carletto Staccioli. Nel 1989 è protagonista dello spot de La macchina del Gelato per la GiG, per la quale è testimonial di altri prodotti per ragazzi come il gioco elettronico Viceversa e le cartelle per la scuola della serie Dino Riders. Successivamente prende parte ad altri film, come Saint Tropez - Saint Tropez e Attenti a noi due. In seguito, dal 1992 al 1995, diviene co-conduttore negli appuntamenti quotidiani del longevo Forum, programma televisivo giuridico di Rete 4 e di Canale 5 basato sulla formula dell'arbitrato, accompagnando Rita dalla Chiesa e Pasquale Africano, programma nel quale è tornato a partire dal 2004 per sostituire la guardia giurata Pasquale Africano. Nel 2002 prende anche parte al programma di prima serata della Premiata Ditta Telematti. Per la Caravaggio Editore, nell'autunno del 2009, ha pubblicato il libro di ricette Rita consiglia... le ricette di Bracco (dove la Rita del titolo è la conduttrice di Forum, Rita dalla Chiesa). Il 26 agosto 2013, giorno della prima riunione della nuova edizione di Forum, l'attore viene costretto a lasciare la trasmissione, dopo aver preso parte a 13 edizioni complessive. Il 15 gennaio 2014 viene data la notizia che l'attore entrerà nel cast di Quinta colonna in qualità di inviato. Nel maggio 2019 l'Accademia delle Belle Arti di Agrigento gli conferisce la laurea honoris causa in scenografia. Nel 2019 ritorna in tv in due emittenti locali della provincia di Trapani conducendo la trasmissione Bracco Show, dapprima su Telesud Trapani e poi su LaTr3 Marsala, TV marsalese che trasmette a livello regionale. Dal settembre del 2020 è ospite-opinionista nel programma Italia sì condotto da Marco Liorni su Rai 1.

Intervista

Ciao Fabrizio, di cosa ti stai occupando?

Lavoro in tv e non smetterò finché non andrò in pensione, poi non farò proprio niente e me ne resterò a casa tranquillo. Quest’anno ho preso parte alla trasmissione di Marco Liorni, su Rai 1, che si chiama ItaliaSi!, la conosci?

Certo, la guardo sempre. E’ di sabato pomeriggio.

Esatto. Bravo.

In un’intervista hai detto che ti hanno fatto fuori dalla tv perché sei di destra. Non ci posso credere.

No, grazie a Dio non mi ha fatto fuori nessuno. Però è chiaro che al giorno d’oggi la televisione è tutta politicizzata. Non puoi avere un’idea, altrimenti ti etichettano che sei di destra, che sei di sinistra e stronzate varie che non c’entrano niente. Questo è quello che succede nel panorama televisivo e non è che lo dico io.

La cosa che hanno detto o scritto che ti ha dato più fastidio?

Che so’ razzista e che so’ fascista. Questa è veramente una stronzata. Io sono sposato con una rumena da ben 24 anni, quindi razzista non posso essere. Uno dei più grandi amici di mia figlia è un ragazzo di colore, che l’altro giorno mi ha scritto: “Se tu sei razzista, io sono bianco” (risata). E’ un ragazzo molto simpatico ed è di Venezia. Io non ce l’ho con i ragazzi di colore, ce l’ho con quelli che si comportano male. Purtroppo non è che si comportano male per colpa loro, ma per colpa nostra, perché abbiamo reso tutto più semplice, quando non lo è. Io ho un figlio disabile che da 20 anni combatto per avere un pannolino, combatto per un’ora di terapia e questi arrivano in Italia e hanno tutti i diritti. Non si può, perché chi è italiano ha i diritti ma non li può usare o trova mille difficoltà burocratiche a usarli, mentre chi viene nel nostro paese ha solo diritti. Io mi accorgo molte volte quando devo andare a firmare per prendere i pannoloni, perché mio figlio ha 20 anni e usa i pannoloni perché è   disabile. Io faccio la mia fila, poi arrivano i clandestini e li fanno passare avanti a tutti e questa cosa mi fa girare le scatole.

Il tuo rapporto con Rita Dalla Chiesa?

Ottimo. Non posso che parlarne solo che bene, perché per me è come una sorella maggiore. E’ stata la mia testimone di nozze ed è sempre la mia consigliera. Quando ho un problema, chiedo sempre a lei un parere.

Altri colleghi che stimi molto?

Come persona mi piace e stimo molto Jerry Scotti, come stimo Marco Liorni. Lui è una persona molto disponibile, almeno nei miei confronti. Stimo molto Marco Senise. Abbiamo lavorato insieme a Forum e pochi giorni fa è venuto a trovarmi qui, in Sicilia, con Marco ci sentiamo tutti i giorni per telefono.

Tra colleghi hai trovato più rivalità o complicità e amicizia?

Di amici nel mondo televisivo ne ho pochi, perché davanti hanno una faccia e dietro un’altra. Quelli che ti ho elencato prima e che stimo, hanno una faccia sola, sia davanti che dietro. Tant’è vero che con loro ho dei rapporti umani che vanno oltre il lavoro. Un’altra bella persona è Pino Insegno e quelli della Premiata Ditta.  

Hai un sogno artistico?

Io fino a qualche anno fa avevo un sogno, cioè speravo di fare un film con Renato Pozzetto. Lui è sempre stato il mio idolo. Ha appena compiuto 81 anni e gli mando i miei migliori auguri.

Reality, favorevole o contrario?

Io so’ contrarissimo, o meglio so’ contrario a quello che succede nei reality. Mi spiego … quando uno va a fare un reality, può succedere qualsiasi cosa e ti possono dire qualsiasi cosa. Magari uno dice: “Ho fatto questo o quello con Fabrizio Bracconeri” e magari non è neanche vero. Ha detto una gran cazzata, una cosa irreale, completamente inventata, per avere più visibilità. A me non piace espormi in questa maniera e soprattutto al “Grande Fratello” succedono queste cose. Preferirei che ci fosse un filtro e se uno dice uno cosa inesatta, venga giustamente punito. Non so se legalmente si può fare, ma è facile che delle persone, osservate 24 ore su 24, vengano messi alla berlina. Io ricordo quel cantante …

Fausto Leali.

Si,  l’hanno squalificato perché ha detto “negro” a Enock (fratello di Balotelli), invece di nero. Alcuni però, in televisione, possono dire quello che vogliono. Io ero ospite da Barbara D’Urso, dove c’era una signora di una certa età, che raccontava che lei faceva venire dei ragazzi a casa sua, li guardava e li toccava, ecc … Io ho detto a Barbara che se l’avesse fatto e raccontato un uomo, che succedeva? Alcuni in TV si possono permettere di dire tutto, mentre se tu dici che Jennifer Lopez, tanto per fare un nome, dici che è una bella donna e ha due belle gambe, passi per maschilista. Non si può dire una parola, bisogna stare molto attenti a parlare. Adesso bisogna fare una legge speciale a tutela delle persone normali, perché stiamo a tutelare tutti, come dicevo prima, tutte le minoranze possibili, mentre la maggioranza è allo sbando. Chi è sposato, ha figli e fa una vita normale, è condannato perché ha famiglia, ha figli, ecc … I genitori si devono chiamare genitore 1 e genitore 2 e non madre e padre. E’ un mondo che va al contrario. Se una persona dice di essere limpida, ha un problema psicologico, hai voja a dire di no. Uno può dire di appartenere magari al sesso diverso, ma deve pure essere diverso. Spero che tu non lo scriva altrimenti succede una Caporetto.

Oltre al lavoro in tv, curi delle passioni nella vita?

Da sette anni a questa parte, con mia moglie abbiamo preso la decisione di seguire nostro figlio Emanuele, che c’ha 20 anni, non parla e non mangia da solo. Abbiamo deciso di seguirlo e abbiamo trovato qua, un istituto dove va a scuola 4 ore al giorno, prima erano 8 ore. Abbiamo le aule dove fanno i turni. Penso alle famiglie come noi, con dei disabili gravi, che abbiamo avuto  certi mesi d’inferno, senza la tutela da nessuno, abbandonati a noi stessi, senza minimamente pensare che ci possa essere un futuro. Avevamo la psicologa a distanza, perché aveva paura di prendere il covid, giustamente. Mesi d’inferno con mio figlio che non capiva perché non si poteva più andare all’istituto, perché non veniva più il pulmino, perché non venivano più i suoi amici, perché non stava più nei posti dove faceva le terapie. Come gliele spieghi queste cose ad uno che non capisce? Lui dormiva tutto il giorno e la notte stava sveglio. Pensa tu la mia famiglia e tante altre famiglie come la mia come hanno vissuto. Ringraziando Dio io ho una casa grande, con un giardino e mio figlio si può muovere. Pensa uno che ha la casa di 50 metri quadrati e magari sono in 5 in famiglia.

A Roma non ci sono strutture adatte ai disabili?

No, come questa non esiste o meglio esistono, ma non a pagamento. Qui invece non si paga niente, è tutto statale. Io a Roma ho pagati per anni 3000/3500 euro al mese, più il pulmino per portare Emanuele a fare le terapie, perché lo stato gli dava un’ora a settimana, quindi capisci perché mi rode il culo quando vedo gente che arriva da fuori e ha tutti i diritti e noi non sappiamo dove sbattere la testa.

I politici quando parlano di disabilità è solo per prendere voti e poi chi s’è visto, s’è visto ...

Devo dirti la verità, che i leghisti avevano delle buone iniziative per i disabili e parlare a Roma di Lega fino a qualche anno fa, era come dire “mettiamo l’acido muriatico sulla carbonara”, non so se rendo l’idea. Il governo giallo-verde ha istituito il ministero della disabilità. Il governo giallo-rosso, come si è insediato, l’ha tolto. Oggi che si è rimessa dentro il governo la Lega, insieme ai buoni e ai migliori che ci sono in Italia, che a me sembra che fanno cagare, hanno istituito il ministero senza portafoglio, che è importante, perché senza portafoglio non puoi fare niente. Il ministro Alessandra Locatelli, la  prima cosa che ha fatto quando si è insediata come ministro, è venuta a Valderice (Trapani) a vedere l’istituto dove sta mio figlio ed è rimasta a bocca aperta. Noi stavamo cercando di fare un “Dopo di noi” diverso da quello che ha tentato di fare il senatore Faraone, che è un mio amico e abbiamo un problema che condividiamo, anche se la figlia è molto meno problematica di mio figlio. Lui ha pensato giustamente a un “Dopo di noi” dove coloro che stessero dentro, avessero almeno un minimo di autonomia. Non pensa nessuno a un “Dopo di noi” per disabili gravi e ci voglio pensare io, magari con l’aiuto di qualcuno o di qualche ministero. Un  disabile grave ha bisogno di 3 persone, anzi diciamo 4, perché uno ogni 8 ore e uno di riserva, perché gli addetti hanno diritto ad un giorno di libertà. Perciò se abbiamo dieci ragazzi così, ci servono 40 persone. E’ chiaro che il rapporto dei costi è molto più elevato e bisogna farlo in una maniera dove ci si possa capire e ci si possa confrontare con qualcuno che ci possa anche dare delle soluzioni diverse a livello economico, come trovare i fondi necessari.  

Ora vivi in Sicilia. Cosa ti manca della tua città e come ricordi la Roma della tua gioventù?

Di Roma mi manca la città, vederla e camminare per Roma è un’altra cosa rispetto a tutte le città del mondo. L’altr’anno sono stato a New York per la prima volta, sono stato in America, ma mai a New York e sono stato malissimo. Passare davanti al Colosseo, in via dei Fori Imperiali, al Pantheon, a piazza Navona e gli altri posti stupendi è tutta un’altra cosa. Poi di Roma mi manca tanto l’educazione che avevamo noi ragazzi, noi giovani, che purtroppo non c’è più. Noi avevamo più rispetto per le persone adulte, ci comportavamo in maniera migliore, in maniera educata. Certe volte penso che noi siamo sopravvissuti ad andare in giro con le moto, con le Vespe senza casco, senza cinture di sicurezza, in bicicletta senza ‘sti caschetti e ci sbucciavamo. I nostri genitori ci chiedevano solo di tornare a pranzo e a cena e di divertirci tutto il giorno. Questo è quello che mi manca della mia gioventù romana. Oggi manco per fare dieci metri manderesti un bambino all’asilo. L’educazione che c’era, il rispetto e si dava del lei a tutti. Oggi il primo ragazzino  che ti vede: “Ciao, come stai?”. Ma questo non è solo a Roma, ma un fattore nazionale.

Fra un po’ci saranno le elezioni del nuovo sindaco di Roma. Un paio di suggerimenti ai candidati?   

Io fortunatamente vengo spesso a Roma e vedere la mia città in questa situazione di degrado e i cinghiali in città, mi fa star male. Qui si tutelano tutti,  dalle minoranze ai cinghiali, si tutelano tutti meno che le persone normali. Uno può buttare per strada materassi, frigoriferi e divani e fare quello che gli pare. Io credo che sia colpa del sindaco ma una gran colpa ce l’ha l’inciviltà del cittadino. Questo non vale solo per Roma, ma anche per tutte le grandi città. Io vado spesso a Palermo ed è nelle stesse condizioni di Roma. Le grandi città vivono questo problema, come quello dei rifiuti, però non facciamo gli inceneritori. A Copenaghen ne hanno fatti due, dove sul tetto dell’inceneritore c’è una pista da sci, perché ormai non inquinano più. Noi abbiamo queste ideologie di salvaguardare l’uccellino che fa il nido sul binario del treno, perciò qui non può passare il treno. No! Sposta il nido da un’altra parte e il treno passa li dove ci sono i binari. Credo che questa ideologia ci stia portando in un catino mostruoso. Per l’idea del nuovo sindaco è chiaro che io la Raggi non la voterei mai e poi mai. Spero in un sindaco di centro destra, perché Roma è sempre stata governata dal centro sinistra, a parte i 5 anni del centro destra con Alemanno e sembra che tutti i danni li abbia fatti Alemanno e io a questa cosa non ci voglio credere, non ci posso credere, perché se io amministro per 40 anni e poi tu per 5, non può essere che tutti gli sbagli siano stati fatti in quei 5 anni. Perciò io e la mia famiglia voteremo per Enrico Michetti. Spero che vinca, ma soprattutto spero che Roma torni pulita, che torni a splendere. Ti racconto una cosa che forse non sa nessuno o in pochi. 30 anni fa la spazzatura non si pagava e addirittura gli spazzini venivano fin sulla porta di casa a prendere i secchi dell’immondizia. Oggi l’immondizia si paga e non la raccolgono. E’ una cosa vergognosa, perché tutto quello che si paga, non funziona e prima che non si pagava, tutto funzionava che era una meraviglia. Questo è un mistero.