Giovanna (cantante)    Milano  13 aprile 2003  

                  Intervista di Gianfranco Gramola

Persa senza il suo personal computer

 

Giovanna Nocetti è stata una delle giovani promesse della musica leggera degli anni '70. Nata a Viareggio si è dedicata presto allo studio della musica, canto e chitarra, perfezionandosi poi in canto e chitarra jazz con il maestro Sante Palumbo. Scoperta da Pippo Baudo che la fece debuttare nel suo programma Settevoci, ha poi inciso diversi brani di discreto successo senza mai affermarsi veramente presso il grande pubblico. Il suo brano di maggior successo è stato “Il mio ex” (1980). Partecipa a programmi televisivi, quali "Domenica In", "Cantagiro", "Ci vediamo in TV"”, ecc… Dopo diversi anni di oblio presso il grande pubblico ha riconquistato una buona popolarità grazie alle partecipazioni nelle trasmissioni RAI condotte da Paolo Limiti. In realtà Giovanna non è affatto solo una cantante di musica leggera. Artista vera, e appassionata musicista si è dedicata con successo anche alla composizione. Oltre ad aver composto canzoni che lei stessa ha interpretato, nel 1984, ha composto per Papa Giovanni Paolo II una “Ave Maria” da lei stessa eseguita in Sala Nervi in Vaticano con l’Orchestra Sinfonica Ludovico da Victoria del Pontificio Istituto di Musica Sacra, alla presenza del Papa. Nel 1994 ha fondato la Giovanna Nocetti Editore con la quale pubblica libri di musica e teatro e di didattica. Nel 2000 le è stata commissionata dal Comitato del Giubileo una composizione destinata all’apertura dell’anno giubilare dal titolo “Preghiera dell’Artista” che lei stessa ha poi eseguito nella Basilica di Santa Maria in Minerva, a Roma. E' autrice della riduzione teatrale di un testo teatrale drammatico “La sottana” rappresentato a Roma con la presentazione di Dacia Maraini. Ha scritto inoltre parole e musiche di romanze per tenori e soprani, composto arie liriche e quartetti d'archi.Con la sua casa discografica, la Kicco Music (per la quale incidono i grandi nomi della lirica fra i quali: Luciana Serra, Katia Ricciarelli, Fabio Armiliato, Ghena Dimitrova, ecc…), ha realizzato progetti importanti: “Amica” di Mascagni, “Gloria” di Cilea, opere pressoché sconosciute. E’ stata insignita di prestigiosi premi nazionali ed internazionali. Recentemente ha curato la regia di un'opera lirica, Marta e Maria. "Il melodramma – spiega l’artista - è sempre stato la mia passione: Torre del Lago, Lucca, Puccini… ci sono nata dentro. Guardavo alle dive della lirica con riverenza e sudditanza. Mi sono sempre parse delle dee. Quando ho conosciuto Katia Ricciarelli ne sono rimasta stregata. E poi Lucia Valentini Terrani: che fascino quella voce! Erano le due più grandi degli ultimi anni. "Marta e Maria" è nata proprio così: un'idea estrema per dare a Lucia una ragione di vita, quando fu colpita dal male. Creare un nuovo ruolo per lei. Coinvolsi un amico: il pisano Gian Paolo Mazzoli, musicista di chiara fama. Il testo lo scrisse Paolo Pivetti, padre delle due celebri sorelle. Poi è andata a finire come si sa: Lucia non ce l' ha fatta. Abbiamo continuato il progetto e abbiamo dedicato l'opera a lei...". Appassionata di fotografia, ha realizzato servizi su Lucia Valentini, Carla Fracci, Simona Marchini, Giulietta Simionato, pubblicati da varie riviste.

Ha detto:

- Non potevo vivere senza Pc, soprattutto per l'attività di editore discografico che svolgo a tempo pieno parallelamente al lavoro di cantante.

- Nel 1985 ho cantato per Giovanni Paolo II un'Ave Maria di mia composizione. Che emozione.

Intervista

Quando è stata a Roma la prima volta e come ricorda l’impatto?

La prima volta è stato negli anni ’68/’69, diciamo da turista, ero una ragazzina e volevo vedere Roma. L’impatto è stato bellissimo, ma ancora oggi arrivando a Roma è bellissimo. Ogni volta che vado a Roma mi innamoro nuovamente di questa città.

Che rapporto ha con Roma?

Bello! Io trovo Roma nonostante tutto la Capitale del mondo, ossia Caput Mundi. C’è un angolo che io amo molto ed è Trastevere, cioè il cuore di questa città. S. Maria in Trastevere è bellissima. Infatti, quando vado a Roma cammino su e giù per questa zona e anche a mangiare vado a Trastevere proprio perché mi piace vedere questa moltitudine di gente, dove c’è ancora qualche romano vero. Ecco, io come piazze preferisco S. Maria in Trastevere e piazza Navona…

Ama la sua cucina?

Quando si parla di cucina ho sempre un rapporto idilliaco. Sono una buongustaia. I bucatini alla matriciana  sono la mia passione.

Come vedi i romani (pregi e difetti)?

Li trovo simpaticissimi, per stare insieme e passare una serata in allegria e li trovo un po’ meno bene per quanto riguarda il lavoro perché perdono tanto di quel tempo. Mi dispiace dire questa cosa, ma purtroppo è così. Che poi dopo in certi ambienti sono più avanti dei milanesi, per dire … Però bisogna andare a scavare in quegli ambienti.

Cosa le dà più fastidio di Roma?

Il traffico, senza dubbio e forse la sporcizia forse. Anche se Roma in certe zone è abbastanza pulita e poi ormai le caratteristiche delle città sono uguali, cioè il traffico, l’inquinamento ecc… Sinceramente su Roma una lamentela mi dà fastidio, tranne il traffico, appunto, che è sempre troppo caotico. La settimana scorsa ero al Pantheon e sono stata lì, in un ristorante, due ore e sono stata meravigliosamente bene. Ho mangiato all’aperto, è proprio bello…Poi c’è un clima a Roma..

Quando è a Roma vive la “Roma by night”?

Un po’ meno, anche perché non sono più tanto giovane. Vado magari a teatro, non faccio vita sociale tipo andare a ballare. Quando invece ho cominciato a cantare ero sempre in giro per Roma. C’era la famosa Rupe Tarpea e in Via Veneto c’era il “Sans Souce”, che era un ristorante famoso e bellissimo e poi negli anni ’70 il Jackie’o, locale mitico.

Per un’artista cosa rappresenta Roma?

Per un’artista è senz’altro una vetrina indispensabile e importantissima perché è unica in questo genere. Anche qua a Milano, ma non è uguale, ci sono solo quelle occasioni tipo i compleanni, le feste, ecc… Roma per un’artista è più completa. Se vuoi finire sul giornale sta un po’ a Roma e succederà.

La sua più grande soddisfazione nel campo artistico?

Il premio Personalità Europea, lì a Roma e poi quel grosso concerto che feci per il papa nel ’85.

Delusione?

Ultimamente la TV perché a Roma è diventata un po’ difficile, nel senso che se tu sei nelle tasche di qualcuno fai la trasmissione, altrimenti è dura. Questa è una cosa che mi delude, anche perché se uno fa un lavoro con una certa passione dovrebbe avere il diritto, perché è un diritto anche perché la RAI  è pubblica, di esprimersi, di farsi valere, di far vedere quello che vale.

La passione per lo spettacolo quando è nata?

Sin da ragazzina, comunque io adesso continuo a cantare, faccio concerti e ora sto preparando la tournee estiva. Però mi occupo anche di lirica, non so se ha visto il mio sito internet. Io ho una casa discografica dove ormai convergono i più grandi nomi della lirica internazionale.

Ma i suoi genitori che futuro sognavano per lei?

Volevano che facessi la biologa (risata). Volevano che finissi gli studi, invece ho lasciato la scuola per mettermi a cantare. Avrebbero preferito un mestiere più tranquillo, più sicuro.

Quali erano i suoi idoli di ragazza?

Io, ma a quei tempi, penso che tutti erano innamorati del grande Elvis Presley e poi a me piaceva molto Caterina Valente. Infatti è stata lei, dopo, ad insegnarmi alcune cose, tipo a suonare il samba con la chitarra… Poi in quegli anni, parlo degli anni ’60, anche in Italia c’erano dei bravi cantanti…

Ha degli hobby?

Io quando non canto, lavoro nella mia casa discografica, monto le opere e poi quando ho tempo e voglio staccare, vado al mare, a casa mia, a Viareggio.

Che rapporto ha con la fede? 

Io sono profondamente cristiana, praticante e credo profondamente in Dio. Credo che ogni tanto guardi giù e mi protegga.

A chi vorrebbe dire “grazie”?

Io grazie mi andrebbe di dirlo a me stessa e a Dio, che mi da sempre la forza di ricominciare, perché a uomini o ad altre persone non devo sicuramente dire grazie. Io tutta la forza, l’energia che adopero la vado a cercare in me e in Dio.

Un sogno nel cassetto?

Riuscire a fare, finalmente senza cose strane, il mio mestiere per 5/6 anni senza dover star lì a chiedere con angoscia se accadrà o se non accadrà, sempre per il fatto che oggi  non fai il tuo mestiere se non sei legato a qualcuno che conta.