Jessica Morlacchi (cantante e musicista)                Roma 26.1.2023

                            Intervista di Gianfranco Gramola

“Ho degli obiettivi. Mi piacerebbe molto tornare al festival di Sanremo e magari anche cimentarmi nel mondo del cinema”

       

Contatti: Rosario Albanese roxalbanese@gmail.com

Jessica Morlacchi si avvicina alla musica grazie al padre e alla sorella. Nel 1998 forma il gruppo degli "Eta Beta" che nel 2000 diventeranno i Gazosa. La band vince il Festival di Sanremo 2001 nella categoria nuove proposte con il brano Stai con me (Forever), tuttavia ottiene il suo primo grande successo col singolo estivo Www.mipiacitu, diventato uno dei principali tormentoni estivi del 2001. Nel 2004 Jessica inizia la carriera live da solista. Nel marzo del 2005, viene invitata da Marco Masini a duettare con lui al 55º Festival di Sanremo durante la quarta serata dedicata ai duetti. Nel 2006 firma con l'etichetta MBO. Il 21 luglio dello stesso anno esce il suo primo singolo dal titolo Un bacio senza fine. Il 20 aprile dell'anno seguente pubblica il singolo Pensieri timidi, che anticipa l'EP Amo il Sole, pubblicato il 25 gennaio 2012. Nel 2013 partecipa al talent show The Voice of Italy, entrando nella squadra di Riccardo Cocciante e nel 2019 partecipa come concorrente al programma televisivo Ora o mai più, in onda su Rai 1, in cui viene seguita dal coach Red Canzian. Nell'ultima puntata presenta il suo nuovo brano Senza ali e senza cielo (la musica del quale è stata composta da Red Canzian con il testo di Michele Porru) e si classifica seconda, dopo Paolo Vallesi. Il 29 maggio del 2019 esce L'amore è un'illusione, singolo del rapper Endi, in cui Jessica ha partecipato cantando il ritornello del brano. Il 1º luglio 2019 esce Cadillac, il nuovo singolo di Jessica, scritto con l'autore e produttore Marco Canigiula. Il brano anticipa l'uscita di un nuovo album previsto per la primavera del 2020. Successivamente, nell’autunno 2019, partecipa come concorrente alla nona edizione di Tale e quale show. Il 23 dicembre dello stesso anno esce 10 PM, pubblicato sempre da Cantieri Sonori. Dal 2020 fa parte del cast fisso del varietà pomeridiano Oggi è un altro giorno in onda su Rai 1.

Intervista

Jessica, a che età hai scoperto la musica?

Io ho scoperto la musica all’età di 5 anni, addirittura grazie ai Tazenda, perché mio papà mi faceva ascoltare i cd dei Tazenda e io sapevo a memoria tutte le loro canzoni e le cantavo in sardo e poi ballavo le canzoni di Michael Jackson. Sicuramente in quel momento preciso della mia vita, mi sono avvicinata alla musica, al canto e al ballo. Poi pian piano crescendo, verso gli 8 anni è arrivato anche il basso, regalatomi da mio padre e ho iniziato a suonarlo.

I tuoi genitori avevano in mente un futuro diverso da quello artistico?

E’ stato proprio mio padre ad inserirmi nel mondo della musica. Lui voleva che facessi quello, non ho mai avuto genitori che mi dicevano: “Devi diventare dottoressa”. Mio papà ha sempre desiderato che lavorassi nel mondo della musica.

Le doti di un buon musicista?

Bisogna avere un grande orecchio e tantissimo “groove”, nel senso molto “time” e bisogna andare a tempo e bisogna avere un intonazione perfetta.

                                

Tu sei autrice delle tue canzoni?

Si, anche con i Gazosa le scrivevamo noi. L’ultimo albun l’abbiamo scritto io e Federico Paciotti e quest’ultimo “Domino” – “Il mio concetto di tutto” e “Cadillac” sono stati scritti da me. Io non scrivo i testi ma scrivo solo la musica. Mi ci vorrei mettere a scrivere anche i testi però per ora mi trovo bene scrivendo musica. Ho iniziato a 16 anni a scrivere musica e più avanti proverò a scrivere anche i testi.

Com’è nata la collaborazione con Red Canzian?

E’ nata tramite un programma che abbiamo fatto insieme e ci siamo trovati alla grande. Lui sentendomi cantare mi ha proposto l’idea dio scrivermi una canzone. Per me era un onore e sono rimasta veramente felice di questa sua decisione. Quindi siamo andati in studio a Milano e ha scritto proprio per me “Senza ali, senza cielo”. Non era una canzone che già aveva, ha scritto questo motivo proprio davanti a me. Un genio. Eravamo in camerino e mi fece sentire una strofa. Mi disse: “Senti che motivetto che mi è uscito”. Dopo tre mesi aveva già preparato la base, siamo andati nello studio dei Pooh, uno studio meraviglioso, gigante, con una scuola di musica dentro e abbiamo registrato il pezzo.

La musica deve solo emozionare o anche infiammare?

La musica deve emozionare a 360 gradi, quindi ti può anche infiammare in questo senso. L’importante è che ti crei un grande impatto, quindi che sia una emozione forte o che sia un esplosione interiore per me non c’è molta differenza. L’importante è che ci sia una reazione forte, possibilmente quando la si ascolta.

Quali sono le tue ambizioni?

Ho degli obiettivi. Mi piacerebbe molto tornare al festival di Sanremo e magari anche cimentarmi nel mondo del cinema. Però tutto con molta calma perché non sono una che cerca di arrivare a tutti i costi.

Se fosse andata male con la musica, quale era il tuo piano B?

Sai che non c’ho mai pensato? Se avessi smesso di cantare avrei fatto la psicologa perché mi piace molto quella professione.

Dopo una esibizione temi di più il giudizio del pubblico o dei giornali?

Temo molto di più il mio.

Prima di esibirti, hai un rito scaramantico?

No, non sono una persona scaramantica, anche perché io sono nata il 17 luglio, che dovrei fare? Non ci credo in queste cose e non ho neanche dei portafortuna particolari. Non faccio nulla perché la scaramanzia non mi appartiene, penso a divertirmi e basta.

Cosa ne pensi del mondo dei talent musicali?

Non è quello che mi spaventa, perché il talenti è una grande vetrina per i giovani di oggi. E’ l’approccio alla musica che mi spaventa, perché non c’è più molta melodia, ma è tutto un auto-tune e un rap e non ci sono più gli strumenti nelle canzoni, non sono più suonate. La maggior parte delle canzoni sono fatte tutte dal “synth” (sintetizzatore) e questo un po’ mi dispiace. Mi piacerebbe sentire giovani un po’ più alle prese con la musica, quella vera, quella di sempre. I Maneskin stanno portando avanti la musica.   

Il pianista polacco Arthur Rubinstein diceva: “Suonare per me è come fare l’amore”. Per te la musica cos’è?

Per me la musica è legata tutta ad una emozione, spesso e volentieri malinconica. Non la lego al fare l’amore, la lego magari alla sofferenza o a qualcosa che ti riaccende la sofferenza.

Ad un ragazzo che si avvicina al mondo della musica, che consigli vorresti dare?

Di crederci molto, di avere tanta pazienza ma la cosa più importante gli direi di studiare, perché con lo studio si va ovunque, senza studio è un po’ più difficile, a meno che non sia veramente un talento magistrale allora lì alzo le mani.