Lillo (attore, umorista e musicista)     Roma 9.1.2020

                                   Intervista di Gianfranco Gramola

Il teatro è il luogo dove mi sento più a mio agio, anche se non nego che anche il cinema mi piace molto. Però la magia che ti da il live, con il pubblico davanti, è insuperabile.

Contatti: tetruschi@gmail.com 

Lillo, al secolo Pasquale Petrolo, è nato a Roma il 27 agosto del 1962.  Fa parte del duo Lillo & Greg con il quale ha dato vita al gruppo musicale rock demenziale Latte & i Suoi Derivati.

Tra i suoi film come regista, interprete, sceneggiatore, ricordiamo:

D.N.A. (Decisamente Non Adatti) (2020), Detective per caso (2019), Il Grande Salto (2019), Pets 2 - Vita da animali (2019), Attenti al Gorilla (2018), Modalità Aereo (2018), Nove lune e mezza (2017), Super Vacanze di Natale (2017), Forever Young (2016), Natale a Londra - Dio salvi la Regina (2016), Pets - Vita da animali (2016), Natale col boss (2015), Tempo instabile con probabili schiarite (2015), Un Natale stupefacente (2014), Colpi di fortuna (2013), Mi rifaccio vivo (2013), Colpi di fulmine (2012), Com'è bello far l'amore (2012), Per non dimenticarti (2005).

Teatro

5740170 - 06 per chi chiama da fuori Roma (1994) - Gli squallidi (1996) - Twenty Quarantino (1997) - Lillo e Greg Show (1999) - Il mistero dell'assassino misterioso(2000/2001/2002) - Work in Regress (2004) - The Blues Brothers - Il plagio (2005) - La baita degli spettri (2005) - Sketch & Soda (2005) - L'importante è vincere senza partecipare (2009) - Far West Story (2009) - Intrappolati nella commedia (2010) - L'uomo che non capiva troppo (2011) - Chi erano i Jolly Rockers?(2012-2013) - Occhio a quei 2 (2014) - La fantastica avventura di Mr. Starr (2014) - Marchette in Trincea - Work in Regress (2016) - Best Of (2016) – Gagmen (2019).

Premi e Riconoscimenti

Premio Flaiano (2004) sezione Radio, per la trasmissione 610 in onda su Radio 2 Rai

Premio Flaiano (2019) sezione Teatro, per il musical School of Rock

Premio Satira Politica Forte dei Marmi (2004) sezione Radio, per la trasmissione 610 in onda su Radio 2 Rai

Biglietti d'Oro Stagione (2012–2013) per il film Colpi di fulmine (film)

Biglietti d'Oro Stagione (2013–2014) per il film Colpi di fortuna

2014 – Nastro d'argento, **Premio speciale agli attori non protagonisti de La grande bellezza a Lillo Petrolo

Premio Cariddi (2015) per il genere Commedia, all'interno di Taormina Arte

Premio Speciale Premio Nino Manfredi ai Nastri d'argento (2015), con il film Un Natale stupefacente, per l'umorismo e la comicità surreale che Lillo e Greg – non sempre in coppia – portano in scena da sempre in una stagione, già lunga, di comicità in teatro, cinema e televisione.

Ha detto:

- Aldo Fabrizi era un uomo cinico nel senso buono del termine, era abbastanza duro però era anche generoso. Se vedeva del talento in un giovane lo aiutava, così ha fatto con Sordi, e la stessa cosa è accaduta con Carlo Delle Piane e anche con Nino Manfredi.

- Da ragazzo volevo fare il ballerino. Mio padre calabrese lo considerava troppo poco virile, lui mi vedeva come commercialista, era il suo sogno. Ora sono Lillo, ma un tempo sono stato Lilly Elliot ero più magro di così, ero un figurino.

- Come automobilista sono spesso distratto. Le frecce spesso non le metto proprio e commetto una grande varietà di piccole infrazioni.

- Per fortuna dimostro di meno dell'età che ho e questo mi aiuta, tante volte non me li sento neanche fisicamente, mi sento addosso l'energia di quando ne avevo 35.

Curiosità

- E’ sposato con Tiziana Etruschi e un suo sogno è lavorare con  Mel Brooks, anche se ha una sua età e forse non ha più il fisico.

- Nel 2008, ha realizzato una stazione radio in Malawi, che fa parte del progetto di cooperazione internazionale, "Sei uno nero".

- E’ molto superstizioso. Non prende mai la saliera in mano e prima di entrare in scena a teatro butta per terra tre volte di fila il copione.

- Di origini calabresi, i genitori provengono da Siderno, in provincia di Reggio Calabria.

Intervista

Tu e Greg siete in scena con Gagmen, il vostro nuovo spettacolo. Ne vuoi parlare?

A grande richiesta torniamo in scena a Roma, al teatro Olimpico dal 14 al 26 gennaio. Con noi ci sono Vania Della Bidia, Marco Fiorini e il maestro Attilio Di Giovanni.
E’ uno spettacolo di gag quasi tutte nuove e ci sono anche alcuni
storici sketch e personaggi presi non solo dal teatro, ma anche da tv e radio. Ci esibiremo non solo a Roma ma abbiamo una ventina di date in giro per l’Italia. E’ uno spettacolo divertentissimo, Gianfranco.

Com’è nata la tua passione per la recitazione, Lillo?

E’ nata per caso, perché io da ragazzo facevo il fumettista umoristico. Io e Greg  suonavamo la chitarra e scrivevamo canzoni umoristiche. Abbiamo iniziato ad esibirci nei piccoli locali di Roma e da lì si è sparsa un po’ la voce e ci hanno chiamato in locali ancora più grandi e più famosi. Da lì è partito tutto.

Chi sono stati i tuoi maestri, i tuoi idoli?

Sono tantissimi, Gianfranco. Da quelli della grande commedia all’italiana, quindi i vari Tognazzi, Sordi, Gassman, Vianello e Aldo Fabrizi, che io vedevo da bambino, perché nel periodo che loro erano molto attivi, io ero piccolo. Però mi sono rimasti impressi e mi hanno sicuramente influenzato. Poi molto umorismo americano, quello demenziale tanto per intenderci. Poi quello dei fratelli Marx, quell’umorismo un po’ surreale mi ha influenzato molto.

I tuoi genitori che futuro speravano per te?

Mi hanno iscritto a ragioneria, quindi sognavano per me un lavoro normale, come erano abituati loro, perché io vengo da una famiglia modesta, abituata a lavori normali. Quello si aspettavano da me, credo.

Fai radio, televisione, teatro e cinema. In quali di questi ambienti ti senti più a tuo agio o pensi di dare il meglio di te?

Forse è a teatro il luogo dove mi sento più a mio agio, anche se non nego che anche il cinema mi piace molto. Nel cinema non hai il contatto diretto con il pubblico, però, poi, è molto divertente vedere il prodotto finale, quando viene montato quello che hai fatto, cioè vedere il film finito. Però la magia che ti da il live, con il pubblico  davanti, è insuperabile.

Hai mai lavorato per solidarietà?

Moltissimo. Noi abbiamo una onlus dove diamo una parte dei nostri incassi, per solidarietà appunto con delle persone che hanno dei problemi di salute. Diamo così una mano a comprare le macchine che poi servono a persone che hanno problemi di deambulazione. Secondo me, lì dove si può, la solidarietà è fondamentale per dare un senso maggiore a quello che fai.

Quali sono le tue ambizioni, Lillo?

Non ne  ho mai avute. Ho sempre vissuto giorno per giorno quello che faccio con passione. Non ho mai pensato ad una meta, ho sempre pensato e fatto quello che mi piaceva, cercando di farlo al meglio. Poi le cose sono arrivate da sole.

Ti hanno mai proposto dei reality?

No, per ora no. Ma non è un tipo di programma che farei, perché non mi attira proprio e poi penso che alla gente delle cose mie e del mio privato non gliene frega niente. Io cerco di dare al pubblico quello che è la mia esperienza lavorativa, la mia professione, ma non mi metterei mai a raccontare del mio privato in un reality. Non mi troverei a mio agio.

Qual è il segreto del successo della coppia Lillo e Greg?

Credo la sincerità di quello che facciamo. Noi due mettiamo in scena solo cose che ci divertono, che ci piacciono e che ci permettono di divertirci nel farlo e quindi questa sincerità che mettiamo nel nostro lavoro, viene recepito dal pubblico, che si rende conto che siamo noi stessi. Questo crea un rapporto molto più sano con il pubblico.

Ad un ragazzo che si avvicina al mondo dello spettacolo, che consigli daresti?

Io non posso che consigliare quello che ho fatto io. Quello che ho fatto io ha portato  dei frutti. Il consiglio che mi sento di dare è semplicemente di fare sempre bene quello che si ama fare, senza stare troppo a pensare dove ti può portare ciò, ma semplicemente farlo. Fare con amore quello che si fa, ma solamente perché lo ami, perché ti può portare a essere famoso. Si deve farlo solo se si ha veramente il bisogno fisico di fare questo mestiere. Quindi individuare qual è la propria predisposizione artistica, dove si riesce meglio, che può essere canto, ballo, recitazione o musica e da lì una volta che l’hai scoperta, cercare di migliorare.

Mi racconti com’è il tuo rapporto con Roma?

Ho un rapporto d’amore. Io sono nato a Roma, amo questa città, una città che da un po’ di tempo in qua sta vivendo grossi problemi, per cui la cosa non mi fa piacere. E’ una città potenzialmente di una bellezza enorme, una città meravigliosa. Diciamo che non è valorizzata al massimo. Sono un po’ dispiaciuto nel vederla lasciata un po’ andare.

In quali zone hai abitato, Lillo?

Da bambino stavo a Tor Pignattara, cioè nella periferia romana, poi da una ventina di anni sto in zona Balduina, che è vicino al quartiere Prati, quindi vicino alla Rai. Sono venuto a vivere qua perché in via Asiago c’è la radio, dove io faccio radio da tanti anni. Se abiti dall’altra parte di Roma, per attraversarla ci metti un’ora e mezza, praticamente Roma – Firenze, quindi ho cercato  di abitare sempre vicino al mio posto di lavoro,  in questo caso  alla zona Prati.

Cosa ti manca di Roma quando sei via per lavoro?

La mia vita privata, mi mancano le mie abitudini, la mia casa, gli amici. Mi manca chiaramente la mia sfera di frequentazioni, ma anche di luoghi, come il mio quartiere. Poi io  di carattere sono abbastanza stanziale, quindi dopo un po’ diciamo che la casa mi manca.

Per un attore, Roma può essere fonte di ispirazione?

Si, come qualsiasi altra città. Ogni città ha dei luoghi che possono ispirarti. Poi non è detto che l’ispirazione venga per forza da una città bella come Roma. Puoi avere ispirazione anche da una città industriale, che ne so … Dipende tutto dal tuo stato d’animo, dipende dal momento in cui vivi quel luogo.

Perché il romanesco piace tanto?

Il romanesco è semplicemente una lingua che appartiene al cinema da sempre. Due grandi attori che, secondo me, hanno avuto una forte collocazione regionale sono stati Alberto Sordi e Totò. Sordi aveva una cadenza tipica romana, mentre Totò aveva una cadenza napoletana. Credo che la simpatia per il romanesco sia una questione di orecchio. Ogni regione  ha anche la sua simpatia legata al suono del suo dialetto, della cadenza. Il romanesco è un dialetto buffo, come è buffo il dialetto pugliese, come lo è il veneto che è molto divertente. In Italia abbiamo diversi dialetti che si prestano alla comicità.

Un paio di consigli alla sindaca Raggi?

Non saprei cosa consigliarle, anche perché la sua gestione non ha prodotto tanti frutti, ma è anche vero che si è trovata in una situazione disastrata preesistente. Per risolvere i problemi bisogna tornare a ricostruire Roma lentamente, perché ha talmente tanti problemi che non basta un periodo legato alla reggenza di un sindaco. Diciamo che ci vorrebbero tanti anni e collaborazione per mettere mattone su mattone per tornare poi ad una situazione decente e per lasciare al prossimo qualcosa di meglio.