Minnie Minoprio (attrice-cantante)    Castelnuovo di Porto (Roma) dicembre 2001

                    Intervista di Gianfranco   Gramola     

La sexy svampita televisiva

 

Minnie Minoprio (vero nome Virginia Anna Minoprio) ha lasciato il mondo dello spettacolo nel ’92, ma molti la ricordano come la soubrette con il ruolo della ballerina sexy e svampita e con quei battiti di ciglia e mugolii che tanto hanno turbato il sonno degli italiani. Nata a Ware, in Gran Bretagna, la Minoprio ha esordito nel 1959 a teatro nella commedia:" Io e Margherita" e più tardi Garinei e Giovannini la vogliono nel ruolo di "Bonita" in "Ciao Rudy" a fianco di Mastroianni. Dopo aver recitato nel film "Roma bene" (1971) di Carlo Lizzani, ha partecipato ai varietà "Sai che ti dico?" ('72), con Raimondo Vianello e Sandra Mondaini e "Al Paradise " ('85), di Antonello Falqui che, confidando in esilaranti esiti paradossali, le ha affidato il ruolo della monaca di Monza nella parodia dei "Promessi Sposi". Ultimamente  si dedica al suo "Bed & Breakfast" aperto alle porte di Roma e, come interprete professionista, alla musica jazz.

Ha detto:

- Vado al supermercato e sono una persona qualsiasi. Ho avuto il mio momento e per fortuna è finito e adesso faccio quello che ho voglia di fare: canto, ascolto musica e seguo la mia testa, come del resto ho sempre fatto, anche a scapito della mia carriera.

- Si! Qualche volta nel mio locale canterò, ma non è che ho manie di protagonismo. La molla che mi spinge è lo spirito godereccio, la voglia di divertirmi.

- Studiai dal ballo alla scenografia su scelta dei miei genitori, per la mia passione di fare il clown, per travestirmi. In teatro il mio ruolo era sempre di qualche animale, gallina, merlo o scoiattolo. 

- Ho iniziato nel 1992 questo nuovo lavoro, di rigattiere. Una passione ereditata da mia madre. Oggi sono il San Francesco dei cocci.

Curiosità:

- Per sentirla cantare dal vivo è possibile trovarla al  "The Cotton Club", locale romano di via Flaminia 1432 (Prima Porta), ricavata da un ex sala di biliardo che la show girl ha trasformato in una sala d'elite dove, tra un boccone e l'altro, si può ascoltare della buona musica. 

- Ha una bancarella di antiquariato nel mercato vicino ponte Milvio.

- Ha posato nuda per il settimanale "Le Ore ".

- Per una sigla in cui la soubrette inglese appariva troppo "ancheggiante e sexy" e per i suoi continui mugolii, venne fatta una interpellanza alla Camera.

- Ha un figlio Ingegnere, che vive a Roma.

- Insieme al marito Carlo Mezzano, dal 1976 ha dato inizio ad una produzione di spettacoli leggeri e di dischi, incisi in propri studi di registrazione.

Intervista

E' nella sua casa di Castelnuovo di Porto, dove ha aperto un Bed & Breakfast, chiamato "Birdland Hotel" (www.birdlandhotel.it). 

Lei è nata a Londra nel ’42. Che ricordi ha della sua infanzia?

I miei ricordi sono molto legati al College inglese e alle bellissime vacanze nel periodo estivo passate in Norvegia. Sono stata messa in un College a sette anni e i miei genitori li vedevo un pomeriggio ogni sei settimane. Il College dove stavo era una scuola per il teatro e per la danza.

Che professione facevano i suoi genitori?

Mio padre era importatore, aveva una ditta import- export e mia madre prima di sposarsi faceva l’indossatrice.

Lei è salita sul palcoscenico a quindici anni,vero?

Io ho cominciato a ballare e a recitare già all’età di quattro anni e quindi diciamo è stata una cosa naturale passare dalla scuola , che era una scuola preparatoria, al teatro. Ricordo benissimo il debutto…Avevo quindici anni e avvenne al teatro Colosseo di Londra con lo spettacolo “Cinderella” con Tommy Steele. Ricordo che non ero tanto emozionata, perché quando uno entra in una scuola come quella che ho frequentato io, dove i saggi che facevamo erano molto frequenti e sempre davanti a minimo 500 genitori, ti abitui al pubblico. Sono sempre stata molto particolare da questo punto di vista…non ho mai avuto paura del pubblico.

Ma i suoi genitori volevano che lei facesse questa professione?

Per forza ! Mi ci hanno messo loro in College, all’Accademia di Teatro e Danza, nonostante nessuno della mia famiglia faceva parte del mondo dello spettacolo. I miei genitori mi vedevano così clown, così pimpante e pronta a ballare ogni volta che si accendeva la radio o se si metteva un disco mi scatenavo…e quindi hanno capito che avevo questa predisposizione e mi hanno indirizzato loro al College, facendomi fare l’Accademia, una scuola speciale dove si facevano lezioni scolastiche la mattina e quattro ore di danza nel pomeriggio.

Poi ci fu l’incontro con Walter Chiari, giusto?

Esatto! Io avevo già fatto alcuni spettacoli a Londra e un impresario un giorno mi chiamò e mi disse:” C’è un comico italiano che sta cercando delle soubrette per un balletto “. Praticamente Walter voleva fare un balletto tipo le "Blue Bell" per una sua rivista, però gli serviva una che facesse un po’ di tutto, cantare, ballare, presentare, ecc … Feci questa audizione, mi andò bene e venni in Italia per otto mesi in tournee con lui e Lelio Luttazzi. Fu un incontro molto importante per la mia carriera.

Che ricordo ha di Walter Chiari?

E’ un uomo che non va dimenticato assolutamente perché è stato un pilastro del mondo dello spettacolo. Era un uomo straordinariamente umano e generosissimo. Ricordo a Napoli, alla fine di uno spettacolo, andò per strada a raccogliere degli scugnizzi, dei ragazzini messi male, diciamo, e li portò tutti a mangiare al ristorante. Lui era proprio fatto così… una persona molto generosa e ben voluta. Io l’amore che ho visto nel pubblico per un personaggio dello spettacolo come Walter, non l’ho più visto, non l’ho più notato. Era molto amato dalla gente.



E Lelio Luttazzi?

Ho un ricordo molto bello. Quando iniziai la mia prima tournee italiana lui mi incoraggiava. Quando mi scritturarono mi promisero due numeri cantati, cioè due numeri dove io sarei stata protagonista di questi balletti, invece quando sono arrivata in Italia le canzonette che dovevo fare erano praticamente dei mugolii, non proprio delle canzoni. Ricordo che mi misi a piangere e Lelio mi consolò, mi mise un braccio intorno alle spalle e mi disse:” Non ti preoccupare Minnie, scrivo io qualcosa per te!”. E scrisse per me  Ninfetta cha cha cha  e altre canzoni da cantare nello spettacolo, canzoni adatte alla mia età (17 anni).

Lei è ricordata, oltre che per le sue belle gambe, anche per la cantante sexy e svampita tutta mossette e battiti di palpebre. Chi fu l’deatore di questa sua immagine?

Si è vero, è un po’ questa la mia immagine che tanti ricordano. Io sono entrata in televisione dopo aver conosciuto Carlo Loffredo, che è un jazzista che fece parte della Roma New Orleans e di altri di questi gruppi jazz. A me piaceva (e piace tuttora) il jazz e facevo delle serate cantando con questi piccoli gruppi . Carlo Loffredo mi portò in televisione nel ’67, presentando insieme a lui dei programmi musicali. Un giorno mi misero una parrucca bionda tutta riccioli in testa e mi fecero fare una sigla televisiva che mi trasformò in una diva ammiccante e sexy. Quindi fu una trasformazione voluta dalla televisione, voluta dal regista Antonello Falqui e da Don Lurio che fu il coreografo di quella famosa sigla che mi portò, diciamo, alla notorietà televisiva.

E’ vero che per quei miagolii troppo sexy venne fatta un’interpellanza alla Camera?

Si! (risata) Perché quella sigla famosa venne considerata troppo sexy, con le gambe di fuori, troppo ancheggiante… troppo sexy e quindi turbava troppo gli italiani. Raccontate oggi queste cose fanno ridere…

Nella sua carriera qual è stata la sua più gran delusione?

Io veramente dal mio lavoro ho avuto solo soddisfazioni, a dire la verità. Non sono mai stata veramente delusa. Certo ho dovuto fare delle rinunce, questo si, perché ho rinunciato ad andare a Las Vegas, ho rinunciato a girare un film con Roman Polanski… Forse la più gran delusione è stata il non essere presa da Fellini per “Amarcord” nel ruolo di Gradisca. Quello si, perché fui in ballo per quasi tre mesi per quel ruolo ma non riuscivo ad ingrassare abbastanza, ad essere abbastanza procace per essere scritturata in quel ruolo. Fellini continuava a dirmi:” Mangia, mangia !”. Non ingrassai e mi andò male.

Soddisfazioni?

Quando ho cantato allo Sporting Club di Montecarlo in una serata di Gala molto importante per i reali di Montecarlo… fu molto bello. Era una serata dove feci la prima donna, con una grande orchestra e 18 ballerini. Fu uno spettacolo molto grandioso e molto bello.

Poi ci fu un periodo in cui lei si dedicò allo spettacolo hard. Fu una sua scelta o costretta dalle vicende della vita?

Devo dire che negli anni ’80 c’è stata questa ondata di nudo, dovuta un po’ all’incremento di queste riviste tipo Playmen, Playboy,ecc…poi c’erano le varie sexy dive come Cicciolina e Moana Pozzi. Quindi tutti i nostri costumi , in quel decennio, si sono un po’, diciamo, rilassati. E quindi c’erano la Sandrelli, la Fenech e altre attrici che apparvero in film sexy. In quel periodo era tutto sexy ed era proprio il periodo che mi portava a partecipare a questo tipo di spettacoli un po’ più scollacciati di altri. Mi sono adattata.

Ma in quel periodo "hard" furono più le critiche o le lodi?

Io non ho mai badato a quello che pensavano le persone o che scrivevano sui giornali. I giornali, comunque, hanno scritto sempre bene di me, non ho mai avuto una critica o almeno non mi risulta. Con i giornalisti sono sempre stata disponibile, sempre gentile, sempre pronta a riceverli, a farmi fotografare in tutte le salse, ho sempre aperto le porte della mia casa, ho sempre raccontato anche fatti personali. La stampa è sempre stata il mio primo sostegno, ancora prima degli addetti al lavoro del mondo dello spettacolo (funzionari televisivi, registi,ecc…). Quindi  non ho mai avuto critiche, anche se magari qualcuno poteva storcere il naso al fatto che avevo posato nuda per Playmen, Playboy o per Le Ore.

Qual è stata la più gran cattiveria che le hanno detto?

Ricordo una moglie gelosa, in un autogrill. Il marito mi dava troppe occhiate e allora la donna ad alta voce gridò:” Ma non vedi che c’ha la dentiera ? “(risata). Io più che una cattiveria l’ho presa per una stupidaggine. Forse una cattiveria fu quella di quel giornalista che mi definì "un iceberg con le gambe". Non capisco perché mi definì così … non mi sembra proprio di essere un iceberg.

E’ vera la rivalità che c’era a quei tempi fra lei e Raffaella Carrà?

Io agli inizi sono stata un po’ aiutata, perché Raffaella Carrà era molto popolare e i giornalisti per fare chiacchiere sulle loro riviste cercarono di montare, di creare una rivale, cioè qualcuno che potesse un po’ contrapporsi a Raffaella. Quindi hanno pescato me e mi hanno etichettato come la sua rivale. Però in realtà non c’è mai stata rivalità tra me e Raffaella, anzi…inizialmente eravamo colleghi perché avevamo lavorato insieme in “Ciao Rudy” con Mastroianni. Dopodiché lei ebbe talmente successo che nessuno gli poteva stare dietro, nessuno poteva pensare di mettere in pericolo la sua celebrità.

Lei ha lavorato anche con Fred Bongusto,vero?

Si! Ci vediamo di tanto in tanto. E’ molto simpatico e carino. Lui riconosce di aver avuto un piccolo “boom” nella sua carriera grazie allo spettacolo che abbiamo fatto insieme .Trovo che sia molto carino da parte sua e devo dire che è un grande professionista. Mi sembra che in questi giorni abbia festeggiato non so quanti anni di carriera …ed è ancora attivo con la sua orchestra. Lavora tantissimo d’estate.

Altro compagno di lavoro fu Mastroianni. Come lo ricorda?

Era un gattone, era molto sornione… Non è che ho avuto modo di conoscerlo molto a fondo. Non lo vedevo come gran parte delle donne come un playboy,ecco… Lui era lì, per essere amato. Non faceva nulla per conquistare. Era lì, come uno che vuole farsi coccolare.

Nel ’92 decise di lasciare il mondo dello spettacolo. Come mai questa scelta?

Per vari motivi. Ero stufa,stanca. Poi, chiaramente, quando le scritture cominciano a venir meno, uno deve andare a bussare alle porte delle varie agenzie. Io ero dall’età di 15 anni che lavoravo e non mi sentivo di dover andare a portare il curriculum a dirigenti e a far capire che ero in grado di sostenere un ruolo in uno spettacolo. Questo mi seccava . Io, poi, sono abbastanza orgogliosa e non volevo sottostare a tutto questo e quindi ho abbandonato tutto.

Ha ancora qualche contatto con il mondo dello spettacolo?

Con gli amici facciamo ancora qualche concerto jazz. Io ho continuato a cantare jazz con Romano Mussolini, con Lino Patrono, con Carlo Loffredo e altri. Questa è l’unica cosa che faccio artisticamente.

Quali sono i suoi pregi e i suoi difetti?

I miei pregi e i miei difetti sono tutt’uno, ossia la sincerità che a volte sfocia in poca diplomazia. Io sono proprio verace, anche a costo di essere maleducata o di essere schietta quando dovrei stare zitta.

Il suo tallone d’Achille?

Ne ho diversi. Il mio punto debole sono i tappeti persiani. Ne ho dappertutto…sulle pareti, sopra gli armadi, sotto i letti .E’ un vizio, una passione, una debolezza… quando vedo le televendite di tappeti persiani non riesco a controllarmi e telefono per acquistarne uno.

Quando lasciò il mondo dello spettacolo si dedicò e si dedica tuttora all’antiquariato, ho detto bene?

Ha detto bene. Vivo in una villa circondata da piante, fiori e tanto verde, sulla via Tiberina, che abbiamo chiamato “Birdland” ( terra degli uccelli). Qui ho raccolto tante anticaglie che ho acquistato in giro per il mondo, nei miei viaggi di lavoro . Faccio l’antiquaria, la rigattiera , una passione che ho ereditato da mia madre. In un angolo della casa ho un emporio dove in tre sale ho esposto tantissimi oggetti ( armadi, quadri,vestiti,souvenir,ecc…) . Inoltre ho un roseto di ben 1500 piante. Per potarle ci vuole almeno una settimana… nel mese di maggio, quando le rose sono tutte fiorite, è uno spettacolo.

Parliamo un po’ di Roma. Quando si è stabilita nella Città Eterna?

Io ci vivo da più di 40 anni a Roma, anche se adesso sono un po’ fuori Roma e mi sono stabilita qui per lavorare. Qui ho conosciuto anche il mio ex marito, che è romano.



Com’è il suo rapporto con Roma?

E’ molto affettuoso e mi sento romana a tutti gli effetti, anche se Roma, non so, la vedo un po’ più frazionata rispetto ai primi anni che stavo qui, dove invece c’era una Roma-centro dove si svolgeva quasi tutto. Le periferia erano un mondo ignoto, un mondo a parte, adesso molti romani veraci si sono trasferiti nelle periferie e quindi in quelle zone si trova più romanità che in centro e quindi le cose sono molto cambiate rispetto ai miei primi anni romani. All’inizio Roma la vedevo con gli occhi di donna dello spettacolo, ora vedo la Roma del romano di periferia, abitando anch’io in periferia, cioè con gli occhi dell’abitante di Roma.

In quale zona di Roma lei ha vissuto?

Ho abitato in via Cortina D’Ampezzo nei primi anni, quando in quella via c’erano soltanto poche ville, poi mi sono trasferita al Fleming e da lì sono andata al Nuovo Salario dove ci sono rimasta 15 anni e poi altri 5 anni alla Bufalotta. Praticamente ho girato tutta Roma nord (risata).

C’è un angolino romano a cui lei si sente legata?

Essendo venuta qui, agli inizi, come ballerina di rivista con le Compagnie, i miei ricordi sono molto legati a via Sistina, via del Tritone, via della Purificazione e piazza Barberini. Attualmente sono molto legata alla zona di Castelnuovo di Porto, dove ho molti amici e dove bazzico.

Ama la cucina romana?

Eccome… è ottima. Io sono una grande estimatrice dell’abbacchio, della pajata, della coda alla vaccinara che è il mio piatto preferito.Conosco tantissime trattorie, perché mangio spessissimo fuori e mi piace andare al Mattatoio a mangiare questi piatti tipicamente romani e vado alla ricerca di queste vecchie trattorie dove si possono trovare , non so, i fagioli con le cotiche, pasta e fagioli, osso di prosciutto con i fagioli, ecc… cose che la maggior parte dei ristoranti non fa più.

Come giudica i romani?

Il romano ha il difetto di essere molto spaccone e anche arrogante, però ha un grande pregio, cioè che ha un cuore grandissimo.

Come vedi il Tevere?

Il Tevere non è che lo frequento molto. Lo guardo quando faccio il mercatino a ponte Milvio, la prima domenica del mese e sono piazzata proprio lì, vicino al “ponte Mollo”. Lo guardo come si guarda un fiume qualsiasi… non mi dice niente. Comunque lo vedo sporco e inquinato.

Da anni si parla di eliminare il mercato di Porta Portese. Cosa ne pensa?

Come si fa ? Non si può, Porta Portese è un’ istituzione e non si può sopprimerla. A parte che questo mercato è un’attrazione turistica perché la gente viene da tutto il mondo per vederlo e questo chi vuole sopprimerlo non ne tiene conto o forse non se ne rende conto. Secondo me bisognerebbe tenerlo con una certa disciplina, con più rigore e pulizia. Porta Portese è un mercato molto vasto, molto importante perché dà lavoro a tanta brava gente e va più controllato.

Senta, nei momenti liberi in quale zona di Roma ama rifugiarsi?

Mi piace molto andare a villa Ada e un altro posto in cui amo andare spesso è nella zona verde del villaggio Olimpico.

Che consigli vorresti dare ai turisti che vengono in visita a Roma?

Il mio consiglio è di accettare il disordine e il caos che c’è inevitabilmente a Roma e accettarli di buon grado e cercare di essere pazienti con la Capitale, con i romani e con gli italiani in generale.

Un suo sogno nel cassetto?

Contribuire a creare un parco per il LIPU, cioè la protezione degli uccelli.

Progetti?

Continuare a fare quello che faccio adesso cioè a fare la pensionata che vive molto bene, poi a lavorare con il mercatino a Ponte Milvio e mandare avanti la BIRDLAND (Bed e Breakfast), un’oasi di pace a due passi da Roma, a Castelnuovo di Porto. Di ritornare al mondo dello spettacolo non se ne parla… Sono felice così…