Rossana Casale (cantante, attrice e docente)        Viareggio 6.10.2023

                              Intervista di Gianfranco Gramola

“Mia Martini era una persona molto bella ed intensa, era talmente intensa che alle volte ci dimenticavamo di entrare in scena e la ascoltavamo incantanti. Aveva tante cose da insegnare, da dire e quindi io la reputo una delle mie maestre”

Il sito ufficiale è www.rossanacasale.it contatti torre.elena@gmail.com 

Nata a New York  nel 1959, Rossana Casale è un’artista e cantautrice e ha realizzato 21 album. La sua carriera come solista inizia nel 1982. Da allora ha realizzato molteplici tour contando migliaia di concerti in tutta Italia, dai Festival e Jazz Clubs più prestigiosi ai teatri più importanti (Piccolo Teatro di Milano su tutti) guadagnandosi la stima sia del pubblico che della stampa che le ha reso diversi riconoscimenti importanti.

Intervista

Rossana, professionalmente com’è stata la tua estate?

E’ stata una buona estate, ho portato in giro nei miei concerti l’album su Joni Mitchell, dal titolo Joni che è uscito nel novembre dell’anno scorso e quindi è stata una estate fatta di tanto lavoro, tanti viaggi e tanti incontri. Posso ritenermi soddisfatta.

I tuoi prossimi impegni?

Ho altri concerti sempre sull’album Joni che mi porterà il 25 novembre al Parco della Musica di Roma e poi mi fermo per una nuova produzione. Mi do del tempo per pensare, per scrivere, per produrre perché se continuo ad andare in giro non ho mai il tempo per creare.

Mi racconti com’è nata la tua passione per la musica? Hai artisti in famiglia?

Nessun artista in famiglia, ma mio padre era un amante del jazz. La passione per la musica è nata così, è nata ascoltando musica in casa e quindi ricevendo il messaggio che la musica era una cosa che ci faceva stare bene, ce n’era tanta durante le nostre giornate in casa, soprattutto nei week end. Mia mamma ascoltava i cantautori, mio padre il jazz e poi un giorno ho scoperto la chitarra di mia sorella, ho cominciato a strimpellarla, è diventata una mia grande amica e dopo chiaramente tutto quello che è avvenuto, la chitarra è stata sostituita dal pianoforte. Poi la strada da corista e tanti anni da solista.

Dicevi che hai iniziato come corista di molti cantanti famosi. Un tuo ricordo di Franco Battiato e di Mia Martini?

Io con Battiato non ho mai cantato, eravamo amici quando io ero molto giovane perché andavamo allo stesso conservatorio, al Giuseppe Verdi di Milano, dove c’era anche Roberto Cacciapaglia che è stato il mio primo compagno. All’inizio io ero troppo piccola e non mi prendevano come corista e quindi per restare dentro facevo tutte le ammissioni possibili fino a che mi hanno presa a percussioni e musica elettronica ed incontravo spesso Battiato a musica elettronica. Poi io, lui e Roberto siamo andati a vedere uno spettacolo meraviglioso di Bob Wilson, con le musiche di Philip Glass alla Fenice di Venezia, uno spettacolo che durava sei ore ed è un ricordo molto caro che ho di quella giornata, di quella serata veneziana, noi tre insieme. Mia Martini invece è stata una maestra, ho cominciato a lavorare con lei che avevo 17 anni e ho lavorato con lei per diversi anni. Poi dopo sono passata a lavorare con la sorella Loredana, sempre come corista. Mia Martini era una persona molto bella ed intensa, era talmente intensa che alle volte ci dimenticavamo di entrare in scena e la ascoltavamo incantanti. Aveva tante cose da insegnare, da dire e quindi io la reputo una delle mie maestre.

Ho letto che hai fatto anche dei musical.

Si, ne ho fatti diversi musical, da “L’americano a Parigi” – “A qualcuno piace caldo” – “La piccola bottega degli orrori” – “Svegliati e sogna” e ho lavorato soprattutto con Saverio Marconi. Il musical per me è stata una bellissima esperienza che ha portato tanto alla mia musica, perché ho imparato che stare in scena non è solo ascoltare e vivere la musica, ma anche capire come sentire le luci, come chiamare il pubblico a sé e come chiamare in un concerto un certo tipo di attenzione magica. Ho dedicato anche uno spettacolo teatrale a Giorgio Gaber incentrato sui suoi brani aventi come filo comune il tema del rapporto uomo – donna. Ho fatto anche uno spettacolo mio di teatro canzone dal titolo “Cerchio immaginario” che prendeva il nome dall’album che è uscito nel 2006. Quindi il teatro si è unito alla mia musica ed è stato un bene.

Com’è nata la collaborazione con Mariella Nava e Grazia Di Michele?

Noi siamo amiche da tempo. Con Grazia Di Michele siamo andate a Sanremo insieme con “Gli amori diversi” ed è stato un Sanremo importante. Noi ci stimiamo molto. Eravamo ad una conferenza stampa per una rassegna che  Grazia Di Michele fa tutti gli anni, dedicata ai cantautori e alle cantautrici e ci siamo trovate tutte tre vicine e ho detto a loro: “Ma perché non facciamo un tour insieme  quest’estate? Almeno ci divertiamo”. Abbiamo deciso di farlo ma poi è arrivato il covid e non abbiamo potuto andare in tournée. Allora abbiamo deciso di scrivere finché è nato un album che ha ricevuto diversi premi che si chiama “Trialogo” e che poi ci ha portato in tournée. Abbiamo lavorato tanto insieme e ci incontriamo il 20 di questo mese per fare un altro concerto insieme.

Dopo un’esibizione temi più la critica dei giornali o del pubblico?

Non temo niente perché io penso molto ai miei spettacoli, ci ragiono tanto e ci lavoro tanto. Faccio questo mestiere da tantissimi anni e quando esco con un lavoro, so che quello che vi ho messo dentro ha un valore e quindi non mi sento sotto esame come  a X Factor. E’ un mio lavoro, è un mio discorso musicale, quindi non posso aver paura delle critiche, non è una cosa che mi riguarda, nel senso che anche se uno mi critica, anzi prendo il buono che c’è dalla critica e vedo quello che posso fare per migliorare.

Ho letto che hai pubblicato 21 album. A quando il prossimo album?

Mi fermo adesso per realizzarlo.

Ho letto che sei molto attiva in fatto di solidarietà. Ne vuoi parlare?

Io ho abbracciato per molto tempo un’associazione che si chiama Ambalt onlus, che si occupa di leucemie dei bambini e ho lavorato molto con loro. Dopo di che il mio rapporto ora è con Emergency e anche nella tournée che abbiamo fatto con Grazia Di Michele e Mariella Nava abbiamo sempre avuto Emergency con noi, i suoi volontari sono saliti sul palco a  raccontarsi. Io credo che la musica abbia anche questo scopo, di far pensare alla gente ai fatti sociali, di essere presente.

Sei anche autrice delle tue canzoni. Qual è il tuo metodo?

Dipende. A volte mi parte una melodia e altre volte parte da un’idea di testo. Molte canzoni dell’album con Mariella e Grazia sono nate dai testi.

L’ambiente che ti circonda influisce sul tuo estro artistico?

L’ambiente che ho attorno è sicuramente ispiratrice per le canzoni che scrivo. Guardo, ascolto e sono attenta alla vita che si muove intorno a me e poi anche alle mie emozioni ovviamente, perché quello è importantissimo, cioè che io sia sempre in contatto con me stessa e che abbia voglia di raccontarmi. Sicuramente tutto ciò che succede nel mondo, anche politicamente è fonte di ispirazione perché guardo,  osservo, sto attenta, sono presente ed è importante partecipare. Diceva Gaber “Libertà è partecipazione”.

Tornando all’inizio, com’è nata la tua passione per Joni Mitchell?

Joni Mitchell è sempre stata con me, avevo 15 anni e l’ho scoperta dall’album che mia sorella ascoltava sempre e che aveva per titolo “Blue”, l’album arrivato in Italia che ci ha fatto conoscere Mitchell. E da lì ho immaginato di voler essere lei, poi è diventata come un’ amica con cui io parlavo di notte e con cui mi confidavo. Mi mettevo la chitarra sulla pancia, distesa sul letto, di notte in solitudine e suonavo le sue canzoni ed era molto bello. Io attraverso lei ho deciso poi che avrei voluto definitamente fare il lavoro dell’artista, che volevo fare la cantante. Quindi devo dire grazie a lei.

Oltre a Joni Mitchell, a chi vorresti dire grazie?

Io ho avuto tanti maestri e tanti incontri a cui devo dire grazie, sia di musica, di teatro e nella vita. Ho avuto tanti incontri importantissimi che mi hanno formata, dopo di che oggi potrei dire grazie a mio figlio perché ha avuto la pazienza di avere una mamma artista che va e viene, viaggia e torna di notte. Lui non è musicista ma è un disegnatore bravissimo, si è appena laureato in pittura e abbiamo un bellissimo rapporto io e lui.