Veronika Logan (attrice)          Roma 5.7.2018

                       Intervista di Gianfranco Gramola

La passione per il cinema è nata quando ero bambina, cioè quando vidi  in televisione “Gilda”, il film con Rita Hayworth. Rimasi folgorata da questa donna bellissima

Foto Gianluca Mosti

Veronika Logan è nata a Milano il 22 maggio 1969. E’ figlia di una fotomodella napoletana e del musicista irlandese Michael Logan - conosciuto anche come Mike Saint - ex componente del gruppo pop degli Anni Sessanta Motowns. Dopo aver studiato alla Sir James Henderson School di Milano, intraprende la carriera di modella, seguendo le orme materne, affermandosi nel mondo della pubblicità e cominciando ad apparire nel piccolo schermo in qualche telefilm, primo fra i quali “I ragazzi della valle misteriosa” (1984) di Marcello Aliprandi, con Alessandro Haber e Kim Rossi Stuart. Dopo le serie tv “Classe di ferro” (1989) e “I ragazzi del muretto” (1991), esordisce cinematograficamente nel film di Pino Quartullo “Le donne non vogliono più” (1993) con lo stesso Quartullo, ma anche con Lucrezia Lante della Rovere, Antonella Ponziani, Rosalinda Celentano, Alessandra Acciai, Francesca Reggiani, Maurizio Aiello, Chiara Noschese e Antonella Mosetti. Dopo il telefilm “Zanna bianca” (1993), recita accanto ad Alessandro Benvenuti in “Maniaci sentimentali” (1994), poi affiancherà il grandeChristopher Lee, Raz Degan, Nicole Grimaudo e Monica Bellucci nella fiction fiabesca “Sorellina e il Principe del Sogno” (1996), mentre nel 1997 è con Alida Valli e Ciccio Ingrassia nel giallo “Fatal Frames" - Fotogrammi mortali. Poi sarà soprattutto in televisione: dalla miniserie “Costanza” (1998) alla soap opera “Vivere”, dal telefilm Un medico in famiglia” alle serie tv “Ugo" e “L'ispettore Coliandro”. Nel 2013 ha partecipato al talent show “Ballando con le stelle”, condotto da Milly Carlucci, in coppia con il ballerino cubano Maykel Fonts.

Cinema

Uccidere con gli occhi (1991) - Kingdom Come (1993) - Le donne non vogliono più (1993) - Maniaci sentimentali (1994) - Uomini senza donne (1996) - Fatal Frames - Fotogrammi mortali (1996) - A spasso nel tempo (1996) - Ultimo taglio (1997) - Il delitto di Via Monte Parioli (1998) - 500! (2001) - La verità vi prego sull'amore (2001) - Scusa ma ti chiamo amore (2008) - Ex - Amici come prima! (2011) –

Televisione

I ragazzi della valle misteriosa Serie TV (1984) - Classe di ferro - Serie TV (1991) - I ragazzi del muretto - Serie TV (1991) – Le avventure del giovane Indiana Jones - Serie TV (1993) - Zanna Bianca - Serie TV (1993) - Strangers - Serie TV (1996) - Sorellina e il principe del sogno (1996) - Costanza - Miniserie TV (1998) - Un medico in famiglia - Serie TV - Episodio: Papà dongiovanni (1998) - Vivere - Soap opera (1999-2006) - I giudici - vittime eccellenti - Film TV (1999) - Ugo - Sit-com (2002) - Camera Café - Terza stagione (2005-2006) - L'ispettore Coliandro - Serie TV (2006 e in corso la 7° stagione) - R.I.S. - Delitti imperfetti -  Serie TV - Episodio: Killer in fuga (2008) - Distretto di Polizia - Serie TV - Episodio: Gioco di coppia (2008) - Nero Wolfe - serie tv, Rai 1 (2012) - Ballando con le stelle talent show di Rai 1 (2013) - Don Matteo - Serie TV - 1 episodio (2014).

Ha detto:

- Sono convinta che, nella vita, tutto possa sovvertirsi da un giorno all’altro, che ogni sicurezza possa crollare.

- Sono una mamma presente, mediamente ansiosa, poco autoritaria, ma autorevole. Nei mesi in cui non lavoro non ho una tata, mi prendo cura della casa e di mia figlia Talita personalmente.

- A “Ballando con le stelle” ho imparato a tirare fuori una grande forza di volontà, tanta pazienza e uno spirito di sacrificio che non credevo di avere.

- Sono contenta. La contentezza implica anche la serenità che trovo fondamentale. La felicità invece può essere breve, può essere sull’onda di qualcosa. La contentezza invece è molto di più.

Intervista

Come ti sei avvicinata alla recitazione?

Mio padre è musicista e tastierista, quindi sono cresciuta in un ambiente artistico, un ambiente un pochino anticonvenzionale. La passione è nata quando ero bambina, cioè quando vidi  in televisione il film in bianco e nero “Gilda”, con Rita Hayworth. Rimasi folgorata da questa donna bellissima, con quel vestito meraviglioso. Io avevo 4 anni e pensavo che attraverso il Telefunken, in bianco e nero, dei miei genitori, lì dentro stesse succedendo una cosa bellissima e anch’io avrei voluto fare quella cosa lì. Poi da grande ho capito che quello era un film e non realtà. E’ stato comunque una folgorazione quel film. Poi mi sono trasferita a Roma molto giovane per seguire dei seminari di recitazione. Ho studiato seguendo il metodo Stanislavskij e il metodo Strasberg dell’Actor Studio di New York  con dei maestri che però venivano in Italia ad insegnare. Quindi Dominique De Fazio, Beatrice Bracco e Tim Barrow, tutti maestri che insegnano il metodo. Ho avuto una formazione classica, perché io dovevo mantenermi facendo mille lavoretti, e non avrei mai potuto seguire un’accademia. Ho fatto la baby sitter e la cameriera per potermi pagare questi seminari che avevano una durata relativa rispetto ad un’accademia o ad un centro sperimentale.

Quali sono le tue ambizioni?

Le mie ambizioni sono quelle di continuare a campare facendo il mio lavoro di attrice, perché ultimamente si sono ridotti i contenuti di qualità. Adesso si sta un pochino riprendendo con il fatto che le serie italiane vanno forte. Con questo cambio di contenitore siamo passati dalla televisione alle serie su Netflix e altri portali e quindi il lavoro si sta un po’ riprendendo. Diciamo che c’è stato un decennio dove il lavoro si era molto limitato perché i contenuti televisivi si erano abbassati ai reality e cose del genere perché costavano meno. Il mio sogno e la mia ambizione è continuare a fare il mio lavoro.

La popolarità ti ha creato più vantaggi o svantaggi?

A me solo vantaggi. A parte gli anni di “Vivere”, dove ero in televisione tutti i giorni, e magari avevi un pochino più calore del necessario da parte della gente. Chiaramente ricevi attenzioni positive e anche negative. Negli studi di “Vivere”  arrivavano sacchi di lettere dove potevi trovare di tutto, dall’ammiratore a quello che ti voleva morta. Diciamo che c’è un sacco di gente che vuole attenzione e non ha niente di meglio da fare. Non sono attivissima sui social, quindi non ho questa attenzione mediatica, per fortuna. Però vantaggi ne ho avuti sicuramente.

Un esempio?

Una volta non avevo il biglietto  del bus e non mi è stata fatta una multa perché il controllore era un fan dell’ispettore Coliandro. Lì è stato vantaggioso perché ho risparmiato 50 euro di multa (risata).

Oltre al talento quanto conta la fortuna?

Penso che in qualunque lavoro conti la fortuna, in  qualunque situazione della vita, anche in amore, se incontri la persona giusta, nel momento giusto. Tutti cerchiamo di guadagnarci il pane quotidiano attraverso le nostre fatiche, la nostra competenza. Io con “Vivere” ho avuto una grande fortuna, perché stavo girando una fiction televisiva per la Endemol ed essendo dentro ad una produzione, ho avuto la fortuna di poter fare un provino privilegiato e poi fare 10 anni di soap con “Vivere” che poi mi ha dato la grande popolarità.

Progetti estivi e autunnali?

Sto girando la settima stagione di Coliandro e poi ho una piccola parte nel “La porta rossa 2”.

A chi vorresti dire grazie?

A me stessa, perché sono una persona estremamente pragmatica, che non si scoraggia. Vorrei dire grazie anche ai miei genitori perché non mi hanno mai ostacolata nelle mie scelte. Ma un grazie va principalmente alla mia determinazione, perché è una dote molto importante per chi vuole fare l’attore, perché fare l’attore significa essere un precario. Un precario senza nessun ammortizzatore sociale, non hai aiuti, sei indipendente e quindi sei solo tu e la tua determinazione.

Tu e il tuo talento.

Si, anche se il talento lo puoi anche costruire attraverso la determinazione, lo studio e l’esperienza. Se hai un talento naturale è tutto più semplice, più facile. Però senza la determinazione ci si può scoraggiare molto facilmente perché è veramente un lavoro precario.

Sul web c’è scritto che sei nata a Milano, chi scrive che sei romana ...

Non sono romana. Sono nata a Milano il 22 maggio del 1969, da un papà inglese e da una mamma milanese.

In quale occasione ti sei stabilita a Roma?

Quando ero a Milano ho girato la mia prima fiction, avevo 12 anni e la fiction si chiamava “I ragazzi della valle misteriosa” con Alessandro Haber e Kim Rossi Stuart, per la regia di Marcello Librandi. Finiti gli studi e avendo già fatto quel lavoro e il desiderio di fare l’attrice, mi sono trasferita a Roma e agli inizi ho fatto un sacco di lavori per mantenermi. Dalla baby sitter, alla hostess nelle fiere, cameriera e altri lavori che mi hanno permesso di sbarcare il lunario e nello stesso tempo mi davano la flessibilità necessaria per poi seguire i corsi di recitazione. Poi ho avuto la fortuna nella televisione, perché ho fatto “Scommettiamo che?” e “Non è la Rai”, lavori che mi permettevano di sopravvivere meglio, di avere una copertura economica maggiore e nello stesso tempo di fare dei provini su provini. Poi ho fatto “Maniaci sentimentali” un film importante di Simona Izzo, prima ancora avevo fatto “Le avventure del giovane Indiana Jones”, una serie di George Lucas, perché io parlando inglese ovviamente  avevo facilità anche a lavorare all’estero. Poi pian piano sono arrivata a “Vivere” che è stato il salto di qualità e quello che mi ha dato più popolarità. Come serie e film belli ne ho fatti tanti, diciamo che un altro bel progetto che stiamo realizzando è l’ispettore Coliandro, perché siamo alla settima stagione e sono nel cast fisso fin dalla prima stagione.

In quali zone hai abitato a Roma?

Io ho abitato nel rione Monti per tanti anni, quindi ero vicina a via dei Serpenti. Poi ho abitato a San Lorenzo per qualche anno, poi mi sono trasferita sei anni in via della Lungara, quindi una parte di Trastevere. Ora vivo in centro, vicino a largo Argentina, in un piccolo appartamento dove vivo con mia figlia.

La tua Roma in tre posti diversi?

Sicuramente il mio primo appartamento nel rione Monti, che per me significava finalmente l’indipendenza, nella città dover avevo deciso di vivere e lavorare. Era un piccolo appartamento che condividevo con una mia collega attrice, dove  sicuramente si sono svolti tutti gli eventi importanti dei miei vent’anni, quindi le amicizie più consolidate, le cene che davo e soprattutto il quartiere, che più che un quartiere era un paesino. Altro luogo della mia Roma è l’appartamento di via della Lungara perché lì ho sviluppato il fatto di essere una mamma, quindi la vita quotidiana, il fatto di crescere una figlia e portarla a scuola alle elementari. Poi c’è un’altra componente che non è tanto una zona, ma è quello che mi apre sempre il cuore è quando torno a Roma dopo un viaggio. Quando il treno si avvicina alla stazione e comincio a vedere la Salaria e mi avvicino a Termini penso “casa dolce casa”. Dal finestrino del treno vedo le immagini della città e i palazzi di travertino e lì mi godo Roma, me la sento mia.

La cucina della capitale ti ha conquistata?

Io sono una grande fan della matriciana, il problema è che mi odiano tutti perché io ci faccio mettere il parmigiano e non il pecorino. Questo diventa automaticamente un’onta per qualunque chef che mi prepara la matriciana. Poi sono una grande  appassionata di carciofi, mi piacciono in tutte le maniere, in ogni loro espressione, da quelli alla romana a quelli alla giudìa. Come mi piacciono molto le puntarelle, che è una verdura che a Roma consumiamo molto.

Cosa ti dà più fastidio di Roma, a parte il traffico?

Le buche, perché giro in motorino e sono veramente un disastro. Fanno degli interventi per coprirle, ma evidentemente con materiali scadenti, che non durano tanto. Andando in giro con il motorino le buche sono veramente pericolose e devo dire che è l’unica cosa che mi disturba di Roma, perché  il sampietrino mi piace, cerco di stare attenta con il motorino e questo non è un problema per me. Ma le buche è un grande problema e non solo per me. Per il resto Roma è meravigliosa, in ogni sua espressione, anche quella più popolare, come certe palazzine. Ci sono certi scorci che hanno un’aria e una luce particolare. A Roma ci sono dei quartieri molto diversi uno dall’altro, come i vicoli di Trastevere che hanno un certo fascino. Poi ci sono quartieri più signorili come il Coppedè che ha dei palazzi magnifici.