Vladimir Luxuria (attrice - scrittrice)    Roma 22.6.2011

                  Intervista di Gianfranco Gramola

Un’artista che ringrazia la vita per quello che le ha dato

Il suo sito ufficiale è www.vladimirluxuria.it  mentre la sua e-mail è  agenda@vladimirluxuria.it

Vladimir Luxuria, pseudonimo di Wladimiro Guadagno, nasce a Foggia il 24 giugno 1965. Nella sua città natale comincia a organizzare feste nella prima (e unica) discoteca trasgressiva, il “Dirty Dixy Club”. Tiene i suoi primi spettacoli dal 1982 sia alla “Taverna del Gufo” (dove il concittadino Renzo Arbore mosse i suoi primi passi) sia in piazze pubbliche come Cagnano Varano e Monte S.Angelo. Nel 1985 Vladimir si trasferisce a Roma. Comincia la sua attività a Roma in vari locali (Piper, Parco del Turismo) e nell’87 incide un brano da lui scritto “Der Traurige” nella compilation “Hey Roma!” (Klang Records). Il 5 marzo 1993 diventa direttore artistico del Circolo di Cultura Omosessuale “Mario Mieli” e organizza Muccassassina, la festa alternativa più famosa in Italia. E’ ospite in vari locali in tutta Italia, canta in vari eventi: Festa dell’Unità di Roma, Civita Castellana e Terni (estate ’93), in piazza S.Carlo a Torino (maggio 96), alla rassegna “Fuori di Testa” all’Air Terminal di Roma (luglio 96), canta “Omosessualità” al Sistina di Roma con Elio e le Storie Tese (9 nov 96) , all’Ospedale Spallanzani di Roma (dic 96), al Cutugno di Napoli (dic 98) e a Pordenone (nov. 2000) per la Giornata Mondiale della lotta all’Aids, al centro sociale “Inmensa” di Genova (giugno 97), in varie edizioni de “I solisti del teatro” ai Giardini della Filarmonica di Roma, con la Legambiente all’ “Aqua” di Numana (AN), a Villa Miami di Roma, al “Grand Charity Gala” a Londra (giugno 99), allo Stadio S.Paolo di Napoli (luglio 2000). E’ organizzatore e performer di tutti i “Gay Pride” dal 1994 fino al World Gay Pride Roma 2000. Dopo il 2000, l’impegno artistico e culturale di Vladimir si rivolge soprattutto al teatro, all’informazione e alla pubblicistica. E’ protagonista di uno degli spettacoli più applauditi: “My name is Silvia”, che porta in scena la storia e la vita di Silvia Baraldini. Al teatro Argentina recita Tondelli, è protagonista in “Male di Luna”. L’impegno di Vladimir non tralascia il gusto per un teatro anche allegro e divertente: nell’ottobre 2003 recita insieme a Andrea Giuliani nella commedia “Che fine ha fatto Cenerentola?”, il “One drag show” prosegue il suo tour e sbarca allo Zelig di Milano. A partire dal 2003, Vladimir inizia a condurre le due fortunatissime trasmissioni radiofoniche su Radio Capital: “Cuore e Luxuria” e “Luxuria si sveglia a mezzanotte”, nell’ambito della quale organizza il primo festival canoro gay, lesbico e trans: il Gayfestival. Madrina delle più importanti manifestazioni, dal Mister Gay al Festival del Cinema Gay di Torino, Vladimir non tralascia il suo impegno per i diritti civili e di cittadinanza delle persone omosessuali, impegnandosi in prima persona nei Gay Pride e sostenendo la campagna per il riconoscimento delle Unioni civili.
Questa sua sensibilità sociale porta Vladimir a collaborare con importati giornali e riviste, spaziando dalla cultura, alla politica, al costume, in una visione sempre originale e coraggiosa.

Ha detto

- Se si vive bene senza macchie sulla coscienza allora il tempo non ci invecchierà mai

- A 18 anni mia madre rimase incinta di me, si sposò e i suoi genitori non le dettero alcun aiuto perché era la vergogna della città. Un po’ di frustrazioni le sfogò in un rapporto manesco nei miei confronti. Ma non ho risentimenti. Oggi andiamo d'accordo.

- Ho cominciato a capire che ero attratta dai maschietti verso i dieci anni. Sai quando si faceva a lotta? Godevo quando mi buttavano a terra, mi piaceva farmi sconfiggere, rimanere bloccata, con loro sopra di me che mi tenevano le mani. Questo strofinamento dei corpi mi dava un forte piacere.

- Ho fatto esperienze cinematografiche, sono stata direttrice del noto locale “Muccassassina” che ben ho raccontato nel libro e poi sono stata fra i primi organizzatori del gay pride del 1994.

Curiosità

- Luxuria si autodefinisce “transgender”, perché, pur riconoscendosi nel sesso femminile, non rifiuta il suo passato maschile; in ogni caso ritiene più adeguato l'uso di pronomi e aggettivi femminili, nell'indicare la sua persona.

Intervista

Ho contattato Vladimir Luxuria attraverso il sito ufficiale. Ho trovato questo personaggio molto disponibile e soprattutto molto intelligente.

Parliamo di Vladimir artista. Com’è nata la passione per lo spettacolo?

Io non so esattamente come nasce ed è difficilmente inspiegabile dal punto di vista razionale. Forse una necessità, un’esigenza, una voglia di comunicare emozionandomi e cercando di emozionare gli altri. Un qualcosa che non puoi assolutamente reprimere. Però ti posso dire dove ho mosso i miei primi passi, ed è stato a Foggia, la mia città, nella parrocchia di Santo Stefano. All’epoca frequentavo la parrocchia, che aveva un teatrino, e lì ho cominciato a fare e organizzare degli spettacoli, insieme agli altri ragazzi del catechismo. Poi dopo ho proseguito alla grande qui a Roma.

I tuoi genitori che futuro desideravano per te?

Da ragioniere. Perché mio nonno a tutt’ora uno studio commerciale molto avviato, per cui feci gli studi di commercialista e poi ho smesso di ragionare (risata). Poi ho intrapreso altre strade.

Che lavoro fanno mamma e papà?

Mia mamma è casalinga e mio papà è autotrasportatore.  

Il complimento più bello che hai ricevuto?

Quello che ricevo più spesso è sull’intelligenza. E’ quello che mi fa più piacere, perché se ricevessi complimenti sulla bellezza, sono consapevole che quella prima o poi passa, mentre l’intelligenza rimane.

Una cosa cattiva che hanno detto e che ti ha dato fastidio?

Una volta ad una festa di beneficenza una persona mi accusò di aver preso dei soldi per partecipare a questa festa, appunto. Evitai la querela perché meno hai a che fare con gli avvocati e meglio è, secondo me. Però fu una cattiveria che sinceramente ancora oggi non riesco a spiegarmi.

Quando non lavori, quali sono i tuoi hobby?

Adoro viaggiare. Per fortuna la mia attività mi porta a viaggiare spesso. Viaggiando amo scoprire musei, luoghi d’arte, ma anche la bellezza della natura e quindi posti molto suggestivi, poiché il nostro patrimonio è immenso. Qui in Italia c’è solo l’imbarazzo della scelta in quanto a bellezza e sono consapevole che non mi annoierò mai, finché dura questa passione.

Qual è il tuo punto debole?

Forse la relazione … una relazione che non c’é. Sotto questo punto di vista sono un fallimento.

Il tuo rapporto con la Fede?

Io sono molto spirituale e credo che uno dei momenti che ti dà carica sia la preghiera, estraniarsi da tutto il resto e congiungersi con la divinità. Per preghiere intendo sia le preghiere nel senso classico per chi ha varie fedi religiose, sia in certi momenti contemplativi tipo quando sei davanti ad un tramonto bellissimo o quando ascolti una musica particolare in un certo momento. E questi momenti qui sono quelli che ti danno maggior carica interiore.

Quali sono i tuoi progetti futuri?

Ho appena scritto un libro che si chiama “Eldorado”. Spero di scriverne un altro.

A chi vorresti dire grazie?

Alla vita, “che mi ha dato tanto”, come dice una famosa canzone cilena.

Chi porteresti con te su un’isola deserta?

Mia madre.

Parliamo di Roma. Da Foggia a Roma. Come ricordi l’impatto con la Capitale?

L’impatto fu negativo perché ricordo che la prima settimana ha piovuto a dirotto (risata). In realtà questa città è stata una grande madre per me e ho sempre trovato gente disposta ad aiutarmi. La prima volta che sono venuto a Roma c’era un mio amico, Giuseppe Russo, che conoscevo quando stavo giù e che era di San Giovanni Rotondo, il paese vicino al mio. Giuseppe si era stabilito prima di me a Roma e lui, in maniera assolutamente disinteressata, le prime volte in cui cercavo una sistemazione, mi ha dato una mano e soprattutto un piatto e un tetto. Nei momenti di difficoltà a Roma ho sempre trovato delle persone disposte ad aiutarmi. Questa alle volte è forse la caratteristica delle grandi città. Non lo so… forse sono stata fortunato io. Ricordo una volta che mi avevano sfrattato da casa e trovai una persona che mi disse.”Perché non te la compri una casa?”. Io risposi: "Con che soldi?". E lui: "Te li presto io". Questa era una persona con la quale non avevo nessun tipo di rapporto.  E questo mi ha prestato esattamente la cifra che mi serviva per comprare la casa. Ho restituito i soldi un po’ alla volta, fino a che ho saldato il debito. Questa persona si chiama Giorgio e lo ringrazio molto del favore che mi ha fatto.  

Quali sono state le tue abitazioni romane?

La prima è stata la Casa dello studente, a Casal Bertone, un posto che mi ha aiutato a laurearmi in fretta, perché per avere diritto in quella Casa dello studente dovevi superare un tot di esami all’anno. Poi mi sono trasferito nel quartiere il Pigneto, un quartiere molto popolare, molto multietnico. Prima abitavo in via Ascoli Piceno, poi mi hanno sfrattato, come ti dicevo prima e grazie a Giorgio ho comprato casa lì vicino, in via del Pigneto. Ricordo che è venuto a trovarmi un amico e mi ha detto: "Ma come mai vivi qui, tu dovresti abitare ai Parioli". Io gli ho risposto: "Se vivessi ai Parioli, non sarei io".

Cosa ti manca di Roma quando sei via per lavoro?

Forse quelle mura antiche dove crescono i capperi.

Come ti trovi in mezzo ai romani? Come ti sembrano?

Hanno pregi e difetti un po’ come tutti quanti. Sicuramente sono indolenti, un po’ sonnacchiosi, come quei gatti che vedi passeggiare in mezzo ai ruderi. Io li vedo così. Ma anche maestosi ed eleganti.

In quale Roma del passato ti sarebbe piaciuto vivere?

Io mi trovo molto bene a vivere in questa epoca, però se proprio dovessi andare al passato, sceglierei la Roma imperiale, da patrizia però, non da plebea. In quel periodo per i plebei era un po’ dura.

Secondo te, Roma è o era la città più bella del mondo?

Non esiste una città più bella del mondo. Ogni città ha le sue caratteristiche, le sue bellezze. Però sicuramente Roma è una delle più belle città del mondo.

Nei momenti liberi in quale zona di Roma ami rifugiarti?

Sull’isola Tiberina, poi mi piace molto il Ghetto ebraico, dietro la Sinagoga e tutte le strade del mio quartiere.