Zeudy Araya (attrice - produttrice)         Roma 28.2.2006

                             Intervista di Gianfranco Gramola 

La ragazza dalla pelle di luna

Zeudy è nata a Decamere il 10 febbraio del ’53. Per la sua bellezza viene eletta Miss Etiopia e grazie a questo titolo viene in l’Italia.  Inizia subito a lavorare nel cinema. Il suo primo film è “ La ragazza fuoristrada “ (’71), ma il lavoro che la fa conoscere al grande pubblico è sicuramente “La ragazza dalla pelle di luna” (’72), seguito da “Il corpo” e “Tesoro mio”, esilarante commedia al fianco di una grande Johnny Dorelli. Tra il 1971 e il 1979 ha interpretato circa una decina di film. Smesso il ruolo d’attrice si è dedicata esclusivamente alla produzione cinematografica e soprattutto alla famiglia. 

Curiosità

- Ha fatto la modella per Guttuso e la pubblicità del caffè "Tazza d' oro".

- Si è sposata con Franco Cristaldi, nella villa di Ulignano (vicino a Volterra), il 26 marzo 1983.

Intervista

L'attrice e ora produttrice etiope, vedova del produttore Franco Cristaldi, è al telefono nella sua villa, sulla Flaminia, dove vive con il compagno Massimo Spano e il loro figlio Michelangelo.

Il nome è Zeudy o Araya?

Il nome è Zeudy e il cognome Araya e Zeudy vuol dire “corona imperiale”. Da noi tutti i nomi hanno un significato.

In quale occasione è venuta a Roma?

E’ stato nel ’70. Ero stata eletta Miss del mio Paese e mi hanno regalato un biglietto per venire in Italia. Ed era un mio sogno venire qui. Anche perché io studiavo in una scuola italiana e quindi dell’Italia avevo studiato abbastanza ed è stato un bell’incontro.

Dove andò ad abitare?

Io avevo biglietto ed albergo pagato e stavo al Regina Hotel di via Veneto, al centro. E’ stato un incontro meraviglioso, con Roma. Un sogno toccato con le mani!

Che rapporto ha con la Roma attuale?

Roma ormai è la città che mi ha adottato. Roma è mia madre adottiva, anche perché ci sono venuta che ero giovanissima, da ragazzina, non avevo nemmeno 18 anni.

C’è una Roma che lei ama in particolare?

Allora ho amato molto il centro, anche perché abitavo in centro, verso zona Pinciana, esattamente in via Giacomo Puccini, quindi una via dedicata al grande musicista e ricordo che amavo molto passeggiare. Finito il viaggio e l’albergo “pagato”, me ne tornai al mio Paese, ma ero talmente innamorata di Roma che sono ritornata per viverci. La zona centro mi piaceva moltissimo e come dicevo prima, mi piaceva camminare molto e mi sono fatta a piedi  tutta la Roma storica del centro. E’ stato un impatto meraviglioso e poi  c’è da dire che erano altri tempi, altri anni, più tranquilli più sereni e tutti avevano un grande entusiasmo e una gioia di vivere.  L’entusiasmo degli abitanti,  quando sono arrivata  io ero al massimo.

Ma i romani come li hai trovati?

Li ho trovati subito simpatici, io come le dicevo prima, studiavo nel mio Paese alle scuole italiane e i miei professori erano un misto di italiani. C’era il toscano, il romano, il napoletano, ecc.  vari insegnanti, quindi, e in qualche modo il romano l’avevo già conosciuto. Chiaro che arrivata a Roma e incontrare i romani nella loro città,  i romani romani, il popolo romano, l’ho trovati subito molto simpatici e ho legato subito. Una cosa curiosa è che loro facevano degli apprezzamenti non sapendo che io conoscevo bene l’italiano e a volte io rispondevo e loro rimanevano a bocca aperta (risata).

Come vive la Roma by night?

Per me adesso  la Roma“by night” non esiste più. Perché io mi occupo del cinema e distribuisco i film che abbiamo nella società che è la “Cristaldi Film”  abbiamo un grosso “library” in italiano archivio o cineteca, dove abbiamo tanti film italiani che hanno fatto la storia del cinema italiano e io mi occupo di restaurarli e distribuirli in tutto il mondo. Detto questo io ho avuto la fortuna di avere un figlio, anche cercato tutta la vita e alla fine è arrivato ed è meraviglioso e oggi ha 10 anni, quindi lavoro tantissimo di giorno, mi alzo alle 6 di mattina, preparo mio figlio, spesso lo porto a scuola  oppure lo porta il papà, e poi vado in ufficio e lavoro fino a tardi la sera e le poche ore che mi rimangono le dedico a mio figlio. Quindi la vita by night, a Roma, per me non esiste più. Tante volte mi invitano anche per via del mio lavoro, non so, alle prime dei film oppure degli incontri e purtroppo non ci posso andare perché le poche ore libere che ho le dedico a mio figlio.

La zona di Roma in cui ama rifugiarsi?

Io abito in un posto molto bello, vicino via Livia, sulla Flaminia, dove ho gli alberi, l’orto, l’erba e tanto verde. D’estate, anch’io mi dedico volentieri al giardinaggio, a togliere l’erba e a curare i fiori e usare il trattore (risata).

Come un vero maschio!

Tutt’ora le contadine usano il trattore. Io lo faccio molto volentieri perché sono molto in sintonia con la natura. Ho grande rispetto per la natura.

Qual è stata la sua più grande soddisfazione nel campo artistico?

Come attrice, diciamo, non scordo il mio primo film. Appena arrivata a Roma, m’hanno beccata e m’hanno fatto fare quel film meraviglioso che si chiama: "La ragazza dalla pelle di luna", che mi ha dato tanto successo e mi ha fatto conoscere al pubblico, anche se io ero ancora ragazzina e quindi tutto quel successo che ho avuto  me ne rendo più conto adesso che allora, anche perché io uscivo da un  Paese che non aveva una cultura cinematografica e quindi mi sono trovata in mezzo ad un successo enorme senza quasi sapere esattamente quello che stava succedendo. Questa è stata l’apertura  verso il mondo del cinema. Poi, ad un certo punto, dopo aver fatto diversi film, ho incontrato mio marito, Franco Cristaldi, che era uno dei più importanti produttori del mondo ed io ho smesso la carriera d’attrice per dedicarmi a lui. Oggi Franco non c’è più ma se  tornassi indietro rifarei la stessa cosa.

Cosa le ha insegnato  Franco Cristaldi?

Tutto! Mi ha insegnato tutto quello che ho potuto apprendere, anche perché lui era un grande, era una persona rara, che era nato per fare il cinema italiano meglio del meglio. Essere come lui o simile a lui è impossibile. Era il migliore.

Ha mai pensato ad un nome d’arte?

No! Quando ho iniziato il mio primo film, la prima cosa che mi hanno chiesto prima di farmi il contratto era se volevo cambiare il mio nome ed io non l’ho mai voluto cambiare.

La cosa più cattiva che hanno detto o scritto su di lei?

Devo dire che sia i giornalisti che la gente comune è stata generosissima con me. Continuano a farlo ed io ho avuto tanta stima da parte delle persone. Sinceramente di cose cattive, se qualcuno ne ha dette, non me le ricordo … e se l’ha dette, peggio per lui (risata).

Il complimenti più bello che ha ricevuto?

Un giorno, un romano de Roma, vedendomi m’ha detto:” Ma tu sei vera ? Sembri un dipinto! Perché nun me dai la fotocopia?” (risata). Detta alla romana è meraviglioso come complimento. Una cosa simpaticissima e carina, non volgare.

Lei, non c’è dubbio, è una donna bellissima. Ma avrà anche difetto o no?

Il mio difetto è quello di voler essere sempre precisa. Prima di fare qualsiasi cosa mi devo preparare, documentare e studiare molto. Facendo questo fatico moltissimo e mi stresso e spesso e volentieri, purtroppo, ci rimetto fisicamente. Lo stress non fa bene a nessuno. Il pregio può essere il contrario di questo, cioè di essere sempre pronta per qualsiasi evento, per qualsiasi emergenza. Altro mio pregio è quello di non voler fare del male a nessuno, nel senso che quello che non voglio sia fatto a me, non voglio sia fatto agli altri, anche perché questo, credo, da quello che ho capito in tanti anni, è quello che mi fa stare bene. Tante persone mi dicono:” Ma come stai bene, ti trovo bene, non dimostri gli anni che hai, ecc…”.In realtà è che ogni gesto positivo che ho fatto, ne ho guadagnato in salute e nel fisico. La serenità dentro di me è quella che mi fa stare bene fisicamente e mentalmente. Quindi ogni gesto positivo che faccio al prossimo ne guadagno in salute.

Se non avesse fatto l’attrice, che lavoro avrebbe fatto?

In realtà quando stavo ad Asmara ero l’unica donna in classe che studiava per diventare geometra. Ricordo che tutti parlavano di questo. Era una cosa un po’ anomala.

Ma i suoi genitori che futuro sognavano per lei?

Non lo so. In famiglia eravamo nove figli: quattro maschi e cinque femmine e mio padre ha voluto sempre che noi studiassimo. Questo era il suo obiettivo e ha lavorato moltissimo per la sua famiglia, affinché avessimo un’istruzione. Adesso tutti i miei fratelli sono laureati e lavorano in giro per il mondo. Mio padre faceva il Governatore di una provincia, in Eritrea, allora. Poi morì durante la guerra che c’è stata. Se adesso fosse vivo sarebbe sicuramente orgoglioso dei suoi figli.

Cosa rinnega del passato?

Io non rinnego nulla. Io ho avuto anche delle cose negative, delle grosse disgrazie che mi hanno sconvolto la vita. Però ho capito che nella vita, del negativo e del positivo, bisogna farne un bilancio e dal bilancio che io ho fatto, vince più il positivo che il negativo.

Con il successo sono cambiate le sue amicizie?

Frequento un po’ di tutto. Non ho assolutamente delle preferenze né per l’uno né per l’altro. Una cosa è sicura, se apprezzo o mi piace qualcuno e mi è simpatico, cerco di curare la mia amicizia per non perderla. Le mie amicizie sono varie, sia nell’ambiente del cinema che fuori, che fanno altri mestieri.

Lo sa che noi abbiamo un amico in comune? E'  Gigi Magni.

Gigi Magni è un mio amico carissimo. Ecco, lui è stato il primo regista che ho conosciuto. Quando io stavo in Eritrea lui venne per fare un sopralluogo per il film, che in realtà non ha fatto, interpretato da Nino Manfredi: “Ti saluto, vado in Abissinia”. Allora lui cercava delle ragazze e gli avevano detto: “Guarda qualche mese fa è stata eletta una miss, perché non vuoi conoscerla?” Ci conoscemmo lì, in Eritrea, ma poi quel film non venne fatto. Poi io venni in Italia, ho fatto film con altri registri, è niente con lui, però c’è una grande amicizia. E’ una gran brava persona. L’ho sentito l’altra settimana, che c’era la mostra sull’Eritrea. Ripeto, c’è una grande amicizia con Gigi Magni e sua moglie Lucia.

Un suo sogno nel cassetto?

Di lavorare molto e di avere soddisfazioni  per questo lavoro che io affronto con carica e, le garantisco, non è facile. Comunque sia, qualsiasi cosa che faccio, è per mio figlio.

A chi vorrebbe dire grazie?

Vorrei dire grazie a Dio e grazie ai miei genitori che mi hanno fatta nascere.

Parlando di Dio, che rapporto hai con la fede?

Io con la Fede? Non sono una che frequenta molto le chiese, per mancanza di tempo. Nelle scuole che ho fatto, anche se erano italiane, c’erano tutte le razze, cioè i mussulmani, gli ebrei, i cattolici italiani, i cattolici eritrei e poi copti eritrei.  Fin da piccola, nella mia classe, c’era sempre un misto di razze e religioni. Quando facevo le elementari, la nostra maestra ci portava in Chiesa e ci faceva pregare tutti insieme, crescendo naturalmente, ognuno aveva le sue feste, che so, oggi era la festa dei musulmani, fra un mese era la festa o il Natale dei cristiani, io sono copta, sono cristiana, quindi era un Natale nostro, cattolico. Tutti siamo cresciuti insieme. Quindi era la festa di uno di noi, nella sua religione, ci portava i dolci ed eravamo contenti. E io sono cresciuta in questo ambiente dove a me non ha creato alcun tipo di problema. Girando per il  mondo io non mi sento diversa da nessuno, proprio perché ho avuto un’educazione di questo tipo. Comunque, chiunque esso sia, ho un grande rispetto per quello che crede nella sua religione  e al suo modo di essere, perché sono cresciuta con questa mentalità. Oggi che sono diventata grande e vedere tanti disagi, tante guerre, mi sembra una cosa incredibile. Per me Dio è di tutti e per tutti. Un Dio grande. Quello che io insegno a mio figlio è che deve rispettare tutti. Per fortuna lui studia alle Scuole Internazionali Inglesi, alle St. George’s, dove ci sono 60 nazionalità e io ne sono felicissima perché voglio che già da piccolo conosca che esiste non solo un tipo di popolazione, ma che nel mondo ci sono tante razze e lui deve già incominciare a rispettare le loro tradizioni e le loro religioni. Questo è quello che consiglio sempre a mio figlio, non di andare tutti i giorni in Chiesa, ma rispettare il prossimo. Poi, per l’esperienza che ho avuto io, si può pregare anche in casa, perché penso che Dio ce lo portiamo dentro di noi.

Progetti?

Adesso sto lavorando al documentario che sto facendo per Franco Cristaldi. E’ un grande progetto di lavoro, di ricerca e di archivio. Sto affrontando questo lavoro, una specie di biografia, con tutti i suoi film, dove io racconto attraverso Franco Cristaldi il cinema che ha fatto e nello stesso momento il cinema che è stato fatto in Italia.