Andrea Pallaoro (regista)    Los Angeles 24.4.2010

                  Intervista di Gianfranco Gramola

Un’artista alla conquista dell’America, ma con il Trentino nel cuore

Il sito di Andrea è www.andreapallaoro.com e la sua e.mail apallaoro@gmail.com   

Andrea Pallaoro è nato a Trento il 6 febbraio del 1982 28 anni fa (il padre è il noto architetto immobiliarista Angelo). A 17 anni si trasferisce a Craig, in Colorado, per studiare un anno all’estero grazie a una borsa di studio del Rotary. Innamoratosi degli Stati Uniti, non é rientrato in Italia per il quinto anno al liceo classico Prati e ha concluso gli studi oltreoceano. Nel 2008 ha conseguito il master in «Film Directing» al «California Institute of the Arts

Ha detto:

- In questo lavoro le difficoltà non sono sicuramente mancate e a volte possono sembrare insormontabili. Ma se si crede fortemente in qualcosa e se l’obiettivo è chiaro in mente, tutto diventa possibile.

- Los Angeles non è solo star e grandi studios. E’ anche l’epicentro internazionale del cinema indipendente e personale che è quello a cui sono interessato io.

- Ho realizzato quattro cortometraggi, fra cui una trilogia dedicata a personaggi femminili.

- Il cinema è sempre stata una passione che mi contagiava fin da piccolo. Ricordo che, quando avevo 6-7 anni, trascorrevo l’estate con i miei genitori in una casa a Levico e a fine stagione dirigevo uno spettacolo in cui venivano coinvolti gli amichetti con cui giocavo e pure i loro genitori.

- Ho sempre avuto un profondo legame con le immagini che vivono dentro di me, nel mio profondo, nella mia mente, nella mia immaginazione.

Intervista

Ho contattato Andrea via e-mail, dopo aver letto una sua intervista su un quotidiano trentino. Mi ha incuriosito molto questo personaggio che un giorno, ha colto l’occasione al volo ed ha rincorso il suo sogno, la sua passione per il cinema, approdando in America, il paese in cui vive e in cui ha trovato la sua dimensione. Un bravo ragazzo che ha capito “ che sognare non costa niente ed è anche per questo che è bello sognare”. Se poi il sogno si avvera, come nel suo caso, ancora meglio.   

Com’è nata la passione per il cinema, chi te l’ha trasmessa?

La mia passione per il cinema, per le immagini, per la performance e’ sempre stata parte di me. Non credo ci sia stata una persona in particolare che mi abbia trasmesso questa passione. Il cinema ha sempre avuto un ruolo molto importante nella mia vita. Fin da piccolo il cinema mi ha insegnato a vedere il mondo da punti di vista diversi e quindi ad essere più comprensivo; mi ha regalato emozioni tra le più varie; e mi ha dato la possibilità di capire me stesso più approfonditamente. Ed ora il cinema ha per me un ruolo ancora più importante in quanto é il mio mezzo di espressione artistica e di comunicazione con il resto del mondo.    

Chi sono stati i tuoi maestri?

La lista e’ lunghissima… I primi che mi vengono in mente sono Jane Campion, Micheal Haneke, Carlos Reygadas, i neorealisti italiani, Michelangelo Antonioni, Luchino Visconti… Devo però aggiungere che miei maestri non sono solo cineasti, ma artisti di ogni settore. Vengo spesso stimolato profondamente da artisti nel campo della musica, architettura, fotografia, arte contemporanea, teatro, letteratura…

Temi di più il giudizio di mamma o di papà?

Credo che il giudizio paterno sia sempre stato un punto alquanto delicato nella mia vita, soprattutto durante l’adolescenza. Per quanto riguarda il mio rapporto con mia madre invece non provo la sensazione di essere giudicato e questa é una cosa che mi trasmette forza, sicurezza e comprensione. 

C’è stato un’incontro che ti ha cambiato la vita?

Gli incontri che mi hanno cambiato la vita sono tanti e spero ce ne siano tanti e tanti altri.

Qual'è stata la tua più gran soddisfazione nel campo artistico?

La mia più grande soddisfazione nel campo artistico fino ad ora e’ stata la realizzazione del mio ultimo cortometraggio "Wunderkammer" che, oltre ad essere stato selezionato in più di 50 film festival a livello internazionale, ha fino ad ora vinto 6 premi.  Le numerose dimostrazioni di interesse e apprezzamento nei confronti di questo mio film, sono state motivo di grande appagamento per me.

Quand’è stato il momento in cui hai goduto del tuo successo?

Ogni volta che qualcuno del pubblico viene a parlarmi dopo lo screening di un mio film é per me un momento di successo, soprattutto quando riscontro un certo tipo di commozione nei loro occhi.  Provo una sensazione di successo anche quando riesco a trasmettere entusiasmo e passione tra i miei vari collaboratori artistici. Condividere la mia visione con passione con le persone con le quali collaboro, e’ decisamente importante per me. 

La cultura è importante per arrivare?

Non me la sento di generalizzare perché la parola cultura ha significati piuttosto generici e soggettivi così come il concetto di “arrivare.” Posso però dire che la cultura, per il significato che le attribuisco io, é sicuramente essenziale al fine di quello che voglio realizzare in quanto mi permette di creare un dialogo con il mondo che mi circonda, di confrontarmi e, di conseguenza, di crescere.

Ci sono stati dei momenti in cui hai pensato di mollare tutto?

I momenti di difficoltà e scoraggiamento non sono certo mancati e penso siano stati fondamentali per la mia crescita e sviluppo personale e artistico. La professione che mi sono scelto e’ una strada priva di certezze e sicurezze. Questa caratteristica, pur essendo a volte preoccupante, é una costante del mestiere ed una cosa che ho accettato.

Cosa hai sacrificato per arrivare al successo professionale?

Premesso che non penso di essere ancora arrivato ad un’idea di successo professionale e che la strada e’ ancora molto lunga, per quanto mi riguarda quando credo in un obiettivo con passione, la determinazione e l’interesse a realizzare ciò che mi sono prefissato annulla l’idea di sacrificio.

Ma i tuoi genitori che futuro sognavano per te?

Sono cresciuto sempre consapevole e forte del supporto di entrambi i miei genitori.  Non solo mi hanno sempre lasciato libero di fare le mie scelte ma lo hanno fatto credendo in me. Credo che quello che abbiano sempre sognato per me sia che io faccia quello che mi rende felice.

Quali sono i tuoi hobby i tuoi passatempi preferiti, quando non lavori?

Sono molto interessato all’arte contemporanea. Il teatro, quello innovativo e sperimentale, mi stimola moltissimo, così come la danza contemporanea, la fotografia e l’architettura. Le arti visive sono capaci di stimolarmi in modo molto profondo.

Il complimento più bello che hai ricevuto ?

E’ difficile scegliere un complimento in particolare. L’ultimo che ricordo é venuto da parte della mia produttrice. Mi ha semplicemente detto che per lei sono una delle persone con più talento che lei abbia mai conosciuto e che e’ convinta che riuscirò a realizzare la mia visione.

Hai mai fatto delle scelte in cui dopo ti sei pentito?

Certo, ho provato la sensazione di pentimento e questa consapevolezza mi ha permesso di fare delle scelte importanti, di cambiare, di conoscermi meglio, e di essere più in controllo della mia vita.

Hai un sassolino nella scarpa che vorresti toglierti?

La pigrizia. Questo é il primo sassolino che vorrei togliermi. La pigrizia nei confronti del conformismo. 

Quali sono le tue  ambizioni?

Sul lato professionale la mia ambizione é quella di realizzare la mia visione con il minor numero di compromessi possibili; di conquistare e realizzare a livello pratico una mia idea di purezza.

Un tuo vizio e una tua virtù?

La determinazione, che però può assumere anche sfumature viziose più negative come la testardaggine e l’ossessione.

Quanto ti influenza l’oroscopo nella vita quotidiana?

Non provo particolare interesse verso l’oroscopo della vita di ogni giorno.  Ammetto però di essere molto affascinato dall’astrologia, che é però una cosa diversa, molto più specifica e distinta.

A chi vorresti dire grazie?

La lista é infinita… Vorrei dire grazie a tutte le persone che mi hanno permesso ed insegnato di vedere le cose da un altro punto di vista e quindi allargato i miei orizzonti e stimolato la mia comprensione del mondo. E vorrei dire grazie a tutti coloro che hanno dimostrato di credere in me e che continuano a farlo.

Progetti?

I progetti sono molti. Tra i tanti uno in particolare é imminente. Ho appena finito di scrivere la sceneggiatura del mio primo lungometraggio, che affronta il tema del figlicidio, della disperazione. Una mia re-interpretazione del mito di Medea. Ora sono in fase di ricerca di finanziamenti. Questo é un progetto in cui credo con grandissima passione.

Com’è il tuo rapporto con la tua città, Trento?

Trento é e sarà sempre la città in cui sono nato e cresciuto. E’ la città in cui ho iniziato la mia vita. E’ la città in cui vive la mia famiglia. Avrò sempre un legame forte con Trento. Le mie prime radici sono e saranno sempre lì.

Le scuole le hai fatto tutte a Trento?

Si, ho vissuto a Trento fino all’eta’ di 17 anni e quindi frequentato le sue scuole.  Le elementari le ho frequentate alla Raffaello Sanzio, le medie alle Bronzetti e le superiori al Liceo Classico G. Prati.

Com’era la Trento della tua infanzia?

Sembra strano dirlo ma ora che ci penso la Trento della mia infanzia é la stessa Trento che ritrovo ogni volta che torno.  La sua personalità é rimasta la stessa; quella di una piccola città ordinata e tranquilla.

Cosa ti piace di Trento e viceversa?

Trento é parte del mio DNA e come ho detto conserva tanti ricordi molto importanti e determinanti alla mia formazione. Purtroppo però, ogni volta che torno mi accorgo sempre di più di quanto Trento sia chiusa, provinciale e per certi versi anche razzista; caratteristiche molto dannose e pericolose che impediscono quello che ritengo sia il vero progresso sociale.

Un prezioso ricordo della tua infanzia trentina?

Ogni sabato dopo scuola andavo a pranzo a casa dei miei nonni materni.  Era un appuntamento costante nella mia vita. Quei momenti sono tra i più preziosi che ho.   

Hai lasciato degli amici in quel di Trento?

Certo, quando sono partito per gli States ho lasciato le mie amicizie di Trento. Quelle vere e profonde però sono rimaste e sono ora rapporti sinceri ai quali tengo molto.

Adesso vivi in America. Come ricordi l’impatto con il nuovo continente?

Ricordo che quando sono arrivato negli States ho provato subito un forte ed indelebile senso di libertà; una sensazione che continua ad essere parte del mio percorso e percezione attuale.

Non ti viene mai nostalgia del Trentino?

Quando penso al Trentino le prime cose che mi vengono in mente sono la mia famiglia, i suoi castelli e le sue montagne. Sono dentro di me. Fanno parte della mia identità. Non li sento lontani. Queste cose negli Stati Uniti mancano.