Elisa Di Eusanio (attrice)                 Roma 7.3.2022

                        Intervista di Gianfranco Gramola

Va in scena  dal 10 al 13 e dal 18 al 20 marzo presso Altrove Teatro Studio di Roma, lo spettacolo Neve di Carta, con Elisa Di Eusanio e Andrea Lolli,

Elisa Di Eusanio è nata a Teramo il 12 agosto del 1980. Si diploma al liceo classico Melchiorre Delfico di Teramo e trascorre infanzia e adolescenza nel laboratorio di arte e spettacolo della madre, dove frequenta corsi di danza. Nel 1998 frequenta la scuola di teatro Spazio tre di Teramo gestita da Silvio Araclio. Dopo il diploma si trasferisce a Roma e viene ammessa all'Accademia nazionale d'arte drammatica Silvio D'Amico, dove si diploma in qualità di attrice nel 2002. Nello stesso anno vince il Premio Salvo Randone di Siracusa, come miglior attrice emergente. Successivamente entra nella compagnia di Carlo Giuffré e interpreta il ruolo di Gemma nella pièce Miseria e nobiltà per due stagioni. L'esordio al cinema avviene con Come tu mi vuoi dove il regista Volfango De Biasi la sceglie per il ruolo di Sara. Nel 2017 viene scelta da Carlo Verdone per il suo film Benedetta follia e in seguito sarà lo stesso Verdone a segnalarla su Rb Casting nella rubrica Occhio al talento. L’attrice ora è nella serie Tv “Doc-Nelle tue mani”, dove interpreta la caposala Teresa Maraldi.

Intervista

Mi parli dello spettacolo “Neve di carte” e qual è il tuo ruolo?

“Neve di carta” è liberamente ispirato dai lavori letterati di Annacarla Valeriano, che ha scritto due libri meravigliosi: “Ammalò di testa”, storie dal manicomio di Teramo e “Malacarne”, donne in manicomio nell’Italia fascista, che racconta proprio l’atroce spaccato sociale del periodo storico tra l’800 e il ‘900, in cui le donne venivano internate nei manicomi per futili motivi, non perché avessero realmente un quadro clinico psichiatrico. Quindi erano donne che non potevano avere figli, non volevano sposarsi, volevano poter amare liberamente, non erano inclini alla vita famigliare, al lavoro. Erano spiriti liberi e venivano allontanate nella maggior parte dei casi proprio dalle famiglie stesse e messe a tacere nei manicomi. Io sono abruzzese e a Teramo, nella mia città, c’è stato uno dei più grandi manicomi d’Italia di quel periodo e Annacarla, questa autrice, ha rinvenuto le lettere che le internate scrivevano a mano, lettere mai spedite. Quindi ha scritto due libri meravigliosi e io ne ho voluto farne un’opera teatrale. Ho affidato la drammaturgia a Letizia Russo che è senza dubbio tra le drammaturghe più interessanti del nostro panorama attuale e abbiamo raccontato questa d’amore tra due contadini nell’Abruzzo dei primi del ‘900. Un amore violato da questo pregiudizio e io interpreto Gemma, la moglie di Bernardino che è una donna sterile e quindi Bernardino viene soggiogato dalla madre che lo convince ad allontanarmi perché io non posso dargli dei figli, degli eredi e quindi non sono utile. Quindi nasce questa storia in versi, questa ballata molto delicata ed è una storia d’amore estremamente struggente che ricorda il mito Orfeo e Euridice, perché Gemma trascorre 10 anni in manicomio e dopo 10 anni, quando la mamma di Bernardino muore, Bernardino intraprende un viaggio per andare a riprenderla. Chissà cosa troverà …

In scena con te c’è anche il tuo compagno di vita Andrea Lolli. Come l’hai conosciuto?

Noi ci siamo conosciuti al teatro Vittoria di Roma, in occasione dello spettacolo “Trappola per topi”, quindi galeotto fu il teatro, perché quell’incontro fu veramente un colpo di fulmine. Stiamo insieme da 10 anni.

Dopo lo spettacolo a Roma è prevista una tournée?

Si, senza dubbio. E’ prevista una tournée nazionale, ci stiamo lavorando in questo momento per i contatti con i vari teatri. C’è il mio team distributivo che sta prendendo contatti e quindi gireremo l’Italia.

Mi racconti com’è nata la tua passione per la recitazione, per lo spettacolo?

Io sono figlia d’arte, perché mia mamma che purtroppo ho perso molto giovane, era una coreografa e ballerina e aveva una scuola di teatro e danza, per cui io sono nata lì e ho conosciuto l’arte proprio come mezzo anche di gioco e di comunicazione che avevamo io e la mia mamma. Per cui non facevo altro che ballare e cantare quando ero piccola e la mia strada era segnata perché non conosco altro, è proprio il mio mondo quello lì.

Con quali idoli, con quali miti sei cresciuta?

Devo dire che la mia mamma mi nutriva a pane e musical americani, quindi io avevo il mito dei grandi musical come “Saranno Famosi”. Quello era un po’ il mio mondo, poi ho dovuto fare i conti con la realtà che era un pochino diversa da quella che mi ero immaginata. Però senza dubbio la scuola americana e i grandi musical mi hanno formata.

Hai mai pensato ad un nome d’arte?

No, anche se Eusanio è parecchio cacofonico e fanno di tutto per farmelo cambiare, perché mi apostrofano sempre, però sono molto legata al mio nome e cognome quindi me lo tengo.

Fra colleghe hai notato più complicità o competizione?

Dipende dai contesti. Io mi sono trovata sia in contesti molto sani dove c’era una grande cooperazione, un grande spirito di squadra e in contesti dove purtroppo c’erano delle personalità che non vivono questo mestiere nella maniera più sana possibile. Quindi hanno un ego forse un po’ troppo prepotente e innescano delle dinamiche poco sane al lavoro. E purtroppo le ho viste sia dall’una che dall’altra parte.

Se ti dico Carlo Giuffrè, cosa ti viene in mente?

Il mio primo maestro e l’ultimo dei grandi capo comici rimasti. Ho avuto il privilegio di poter girare con lui due anni l’Italia e farmi proprio le vecchie tournée come quelle di una volta. Per me è stata una nave scuole fondamentale.

In “Doc – Nelle tue mani” con quali artisti hai legato di più?

Io fortunatamente ho trovato un gruppo di lavoro molto solidale, molto aperto. Quindi voglio bene veramente a tutti. Poi è chiaro che ho un’amicizia particolare con Matilde Gioli, Marco Rossetti e con Simona Tabasco, ma proprio per fare dei nomi, ma io in realtà sono molto legata a tutti loro.

Fra i tanti ruoli che hai interpretato, ce n’è uno in particolare che ti è rimasto nel cuore?

Quello di Gemma in “Neve di carta”.

Ti hanno mai proposto dei reality?

No, ancora No. Però se me li proponessero non sarei interessata a quelli tipo “Grande Fratello”, però a “Ballando con le stelle”  e a “Tale e quale show” ci andrei subito.

Quali sono le tue ambizioni e i tuoi progetti dopo “Neve di carta”?

Innanzitutto mi piacerebbe consolidare il mio rapporto con la macchina da presa e poter avere anche dei ruoli sempre più profondi. Mi piacerebbe avere delle buone esperienze nel cinema e in qualche altra serie tv. Però mi interesserebbe anche realizzare dei progetti autoriali in teatro, quindi poter avere sempre storie nuove da raccontare a farle da solista, perché questa strada mi piace molto.

Nel cinema hai recitato con Carlo Verdone. Com’è Verdone sul lavoro? Pignolo, severo?

No, lui è una persona che non ha bisogno di una grande pignoleria perché è talmente chiaro quello che lui vuole e la sua preparazione è talmente professionale che sul set siamo tutti pronti. Lui non fa altro che metterci a nostri agio e lo adorano tutti, perché è veramente un professionista straordinario e lavorare con lui è meravigliosamente facile.

Oltre al lavoro, curi delle passioni, degli hobby nella vita?

Dopo la recitazione la mia più grande passione è l’attivismo. Sono molto attenta alla questione dell’ambiente, degli animali, degli allevamenti intensivi e anche alla crisi climatica che stiamo vivendo. Sono tutti temi che mi appassionano molto, quindi nel mio tempo libero mi dedico tantissimo ad intervenire in campagne sociali, per il sociale, che possano attivare delle consapevolezze su questi tempi che sono fondamentali per me, soprattutto la questione degli animali rinchiusi negli allevamenti, che è un dramma che mi tocca particolarmente il cuore.

Da Teramo a Roma, come ricordi l’impatto?

Quando sono venuta a Roma ero una ragazzina, avevo 18 anni, per cui l’impatto è stato stratosferico. Era come andare al luna park per me, per cui io che sono sempre stata attratta dalla vita, mi sono trovata in una città meravigliosa da questo punto  di vista. Era proprio come andare in un luna park, ma di quelli belli però.

In quali zone hai abitato?

Io ho abitato in quasi tutte le zone di Roma. Dai Parioli perché abitavo per un periodo vicino all’accademia, poi però era un quartiere che mi annoiava e sono scappata verso San Lorenzo, Pigneto, San Giovanni che sono le zone dove mi sento più a mio agio.

Di Roma cosa ti piace e viceversa?

Roma ti schiaffeggia per quanto è bella e io sono 10 anni che la giro a piedi e non smetto mai di emozionarmi e di scoprire zone che non conosco e incanti che non ho mai visto. Mi dispiace per come viene trattata, perché noi abbiamo tra le mani una meraviglia che fa invidia al mondo e invece nessun turista vorrebbe tornare una seconda volta a trovarci. Questo è terribile. Quindi è una città sporca, dove tante cose non funzionano, per cui non mi piace perché paralizza la vita di questa città.

Il nuovo sindaco sta mantenendo le promesse elettorali?

Io purtroppo ho una visione molto personale riguardo ai sindaci che succedono a Roma. Io credo che Roma sia paralizzata da forze di cui noi non riusciamo neanche ad immaginare l’entità, per cui qualunque timoniere si trovi a dover gestire una città così complessa, credo che vada incontro a dei ricatti notevoli. Io finora il nuovo sindaco non ho avuto modo di conoscerlo a fondo, per cui mi riservo nel futuro di vedere come ci sorprenderà.