Marta Marzotto (contessa)      Cortina D’Ampezzo (Belluno) 27.12.1998

                           Intervista di Gianfranco Gramola  

Una bisbetica difficile da domare

 

Marta Marzotto, nata a Vacondio (RE 24 febbraio del 1931). Padre casellante delle Ferrovie dello Stato, madre operaia in una filanda, mondina, poi sarta e infine mannequin, il 18 dicembre del 1954 sposa il conte Umberto Marzotto, uno degli eredi dell’omonima azienda di Valdagno. Dal matrimonio sono nati cinque figli: Paola, Annalisa, Vittorio, Diamante e Matteo. Stabilitasi a Roma nel 1973, vi tiene un salotto, teatro di happening, alleanze politiche ed economiche, avvenimenti culturali. Amata da Renato Guttuso (la chiamava affettuosamente “Martina”), che l’ha ritratta in numerosi e celebri nudi, la morte nel 1986 del pittore di Bagheria segna anche la fine del matrimonio con Umberto Marzotto. Ha scritto due libri: “Il successo dell’eccesso” e “Finestra su Piazza di Spagna”. 

Ha detto:

- Chi vive a Roma dopo un po’ di tempo non si accorge più delle sue bellezze, ma appena si allontana anche per un breve viaggio e ritorna, ritrova Roma bella, magica e grandiosa più di prima.

- Mia nonna che era una contadina analfabeta mi diceva: ”Fatti un nome, poi, anche se farai la pipì a letto, diranno che hai sudato”.

- Nel lavoro sono solo Marta. Quanto al titolo araldico, in una Repubblica fa semplicemente ridere.

- Io alla vita ho sempre sorriso, lei a me, non sempre. Ho perduto una figlia: è stata la mia grande tragedia.

Curiosità

- E’ soprannominata la “Marta Nazionale”, la “Marta degli italiani” e anche la “Contessa Rossa”, perché ha in simpatia alcuni politici della sinistra.

- Ha avuto tre grandi amori: Il Conte Umberto Marzotto, da cui ha avuto 5 figli, il pittore Renato Guttuso e il politico Lucio Magri.

- Possiede centinaia di incredibili calzature e ammette che quasi tutte le sono state regalate da Rocco Barocco, Lella Curiel, Balestra, Krizia, Roberto Cavalli, ecc...

- A Roma ha avuto un salotto che è stato per anni il crocevia di dame rampanti, di poeti, di artisti e anche di grandi talenti.

- E’ stata Presidentessa della Croce Rossa di Portogruaro.

Il decalogo di Marta Marzotto:

1. Fate sesso, se avete desideri, senza problemi. Non fate come me. Ogni lasciata è perduta.

2. Volate alto, metteteci fantasia. Se non avete una storia d’amore, inventatevela.

Al cinema, da ragazza, mi immedesimavo, ero la protagonista, vivevo il film in tutti i ruoli.

3. Parlate poco di voi e di quello che avete in mente, mai di sesso, ma cercate di essere  protagoniste.

4. Nessun complesso verso i tabù. Nessuno mai vi ringrazierà, se siete fedeli.

Non fate collezionismo, ma cogliete l’attimo fuggente.

5. Accennate il primo passo, se vi va. Potete avere chi volete.

6. Vince chi fugge, ma inutile fuggire se lui non vi insegue. Fatevi trovare.

7. Gelosia al punto giusto: stuzzicare senza soffocare.

8. Siate più costose possibili. Più costate, più valete. Ovviamente, entro i limiti delle sue possibilità.

9. Perdonate. Ma non dimenticate. Ogni tanto, ricordate… E l’unico perdono totale resta  comunque, e sempre, soltanto la vendetta.

10. Si può amare contemporaneamente, a patto di essere fedelissimi nei sentimenti.

11. Ognuna di noi, in amore, è quella che il tuo uomo o i tuoi uomini ti consentono di fare.

Intervista

E’ nella sua casa di via Marangoni, di Cortina D’Ampezzo.                   

Non vorrei fare una gaffe, ma tu non sei romana, vero?

Non sono romana, ma è come se lo fossi. Ci sono stata per venti anni. A Roma ho avuto una casa tutta mia. Io vengo da fuori. Sai a Roma uno su cento è romano de Roma, gli altri sono tutti importati, proprio come me.

Com’è il tuo rapporto con la Città Eterna?

E’ un rapporto di cautela, sempre d’amore, ma d’amore un po’ deluso.

Quali sono state le tue abitazioni romane?

Ne ho avute tre, Gianfranco. La prima in passeggiata di Ripetta ed era un pied–à–terre. La seconda era bellissima ed era in piazza di Spagna, ma poi l’ho venduta. La terza era al Pincio, sotto la Casina Valadier, in via Gabriele D’Annunzio. Una meraviglia e un panorama da morire.

Ma non avevi anche un salotto molto famoso?

Beh! Famoso, insomma. Io in quel salotto vedevo i miei amici. L’hanno reso famoso le persone che ci sono entrate (risata).

Come ti è venuta l’idea di metter su un salottino culturale?

Ma non so. Era una cosa che facevo per me. Ricevevo delle persone che mi piacevano, ma continuo a farlo, non è che ho smesso sai, Gianfranco? Queste persone erano prestigiose e facevano salotto. Ogni dieci giorni c’era la serata dedicata alla poesia e allora venivano poeti e persone del mondo culturale, soprattutto gente di cultura. Poi c’era la serata delle presentazioni dei libri. Poi venivano rappresentanti della stampa, giornalisti, scrittori e poeti. Quindi va da sé, che una cosa tira l’altra, la gente ne parla e il salotto diventa famoso.  Tempo fa a Roma c’era Andy Wharrol e c’era una Mostra. La mia casa era piacevole ed io ricevevo molta gente e allora organizzavo a casa mia la cena del dopo Mostra. Nasce così il salotto di Marta Marzotto, con questo tipo di eventi, di incontri.  

Adesso hai abbandonato Roma, vero?

Si! Vivo a Milano, quando ci sono, poi giro molto per l’Italia e soprattutto giro molto il mondo.

Come trovi i romani, Marta?

I romani sono come tutti. Ci sono i cialtroni in ogni regione e delle persone fantastiche e così sono i romani. Più che buoni e cattivi direi cialtroni e persone meravigliose. I romani, quelli veri, sono persone abbastanza simpatiche, piene di spirito e bonaccioni.

A quale zona di Roma ti senti legata?

Sono molto legata al quadrilatero storico che va da piazza del Popolo e che adesso hanno fatto isola pedonale e per questo sono pazza di gioia, a via Frattina, via Condotti, Trinità dei Monti, via del Babuino. Questa è la zona a cui sono molto legata e dove ho dei bei ricordi.

Cosa provi nel tornare a Roma dopo una lunga assenza?

Ma io anche se adesso abito a Milano, vengo spessissimo a Roma. Ci vengo ogni settimana e quindi non ho avuto mai lunghissime assenze da Roma. Un po’ per lavoro, un po’ perché a Roma ho degli amici, un po’ per tutto, sono più a Roma che a Milano.

In quale Roma del passato ti sarebbe piaciuto vivere?

Sicuramente nel Rinascimento, in quella Roma piena di arte, con Michelangelo, Caravaggio e Raffaello.

Cosa ti preoccupa di più del futuro di Roma?

L’inquinamento, il deperimento di tutto, la non cura, l’incuria che di solito i governanti hanno delle bellezze. Ognuno vuol portare delle modifiche, ma pare invece che Rutelli faccia bene il lavoro di sindaco, sta facendo delle cose valide.

Un consiglio ai turisti che invaderanno Roma in occasione del Giubileo?

Ma i turisti fanno bene a venire a Roma per il Giubileo. Io darei un consiglio ai romani, piuttosto, cioè di andarsene a Fregane, perché Roma sarà un manicomio.

Un tuo sogno nel cassetto?

Un mio sogno sarebbe quello di tornare a Roma e essere felice. Però finché non trovo la casa come voglio io non ci torno. Ci sono parecchi problemi, comunque tornerò di sicuro.

Quel famoso negozio “Il mondo di Marta” è stato aperto a Roma?

Si, ma adesso ce ne sarà una serie che apriranno. Non necessariamente nel centro storico, sto cercando dei grandi spazi per metterci tutta la roba che trovo in giro che si chiamerà: “Il giro del mondo di Marta”.  

Hai pubblicato una tua biografia?

Si, “Una finestra su piazza Spagna” a proposito di Roma. Ha avuto un grande successo e ha vinto un sacco di premi fra questi uno molto importante.

Frequenti la Roma by night?

Si! Certamente! Io vado nelle case, ormai non sono più giovane, ma frequento molto i locali notturni, però se c’è qualcosa di divertente ci vado. Non so al “Bella Blu”, ultimamente, perché c’erano questi “Anema e’ Core”,  l’orchestra di Capri guidata da Giorgio Lembo.

Hai vissuto la Roma di via Veneto?

Come no. Cominciavo allora. Io ero giovanissima a quei tempi, avevo 19 anni. Era la Roma di Fellini, di Flaiano, dei paparazzi che assediavano via Veneto alla ricerca di uno scoop. Quella si che era Roma.