Maurizio Costanzo (giornalista)      Roma 2 ottobre 2013

                     Intervista di Gianfranco Gramola

Un giornalista con i baffi. Il lunedì notte su RTL 102.5 con il suo Radio Costanzo Show 

 

Io insieme a Maurizio Costanzo

Maurizio Costanzo è nato a Roma il 28 agosto 1938. Figlio di Ugo, impiegato statale al Ministero dei Trasporti e di Jole De Toni, casalinga, frequenta il Liceo classico statale Giulio Cesare di Roma. Terminato il liceo e diplomatosi, non si iscrive all'università per continuare i suoi studi e laurearsi, bensì, come era il suo sogno e la sua ambizione, nel 1956 inizia giovanissimo la sua carriera di giornalista come cronista nel quotidiano romano Paese Sera. Nel 1957 entra a far parte della redazione del Corriere Mercantile e, pochi anni più tardi, nel 1960, diventa caporedattore della redazione romana del settimanale Grazia. Nel 1963 debutta come autore radiofonico per uno spettacolo affidatogli da Luciano Rispoli - allora caposervizio del varietà a Radio Rai - dal titolo Canzoni e nuvole, condotto da Nunzio Filogamo. A partire dalla fine degli anni settanta, è ideatore e conduttore di numerosi spettacoli televisivi improntati ad un genere allora agli albori, quello del talk-show: Bontà loro (1976/1978), che si può anche considerare a buon diritto il primo esempio di talk-show della televisione italiana, Acquario, Grand’Italia e Fascination. Queste esperienze lo portano a realizzare il suo spettacolo televisivo più famoso, celebrato e longevo, il Maurizio Costanzo Show (1982 . 2009). Nel 2007 assume la responsabilità di direttore artistico del Teatro Brancaccio di Roma, sostituendo nel ruolo l'attore Gigi Proietti. Nel 2009 ha introdotto la rubrica Poetando dedicata alla lettura di brevi poesie di autori ancora sconosciuti. Dal 2009 torna su Rai Radio Uno. Da novembre 2011 conduce Di che talento sei? trasmesso al sabato in seconda serata su Rai 1. Sarà presente come giudice esterno nel programma Amici di Maria De Filippi condotto appunto da Maria De Filippi, sua moglie. Nel 2011 introduce la rubrica Letterando nella quale vengono lette alcune lettere che vengono ritenute di particolare importanza personale dalla persona che le invia alla stessa redazione. Nel maggio 2012 Costanzo conduce Italia in 4D su Rai Storia e S'è fatta notte su Rai 1 e nel 2013 su Rtl 102.5 è al microfono di Radio Costanzo Show. Collabora con il Messaggero di Roma e con altri periodici.  

Va ricordato che Maurizio Costanzo si impegnò come uomo e giornalista nella lotta alla mafia. In seguito all'omicidio di Libero Grassi, appena un mese dopo Costanzo e Michele Santoro realizzarono una maratona Rai-Fininvest contro la mafia. Proprio questo suo impegno sembra essere la causa, il 14 maggio 1993, di un attentato cui il giornalista e la moglie fortunatamente rimasero illesi. Dal momento dell'attentato Maurizio Costanzo vive sottoposto a un protocollo di protezione che prevede 5 uomini di scorta.

Ha detto:

- Sono orgoglioso di aver fatto esattamente quello che sognavo da bambino: radio, teatro e televisione. E di essermi divertito da morire.

- Lasciamo perdere le idee, guardiamo alle persone. Non voterò mai per Alleanza Nazionale, ma con Gianfranco Fini vado volentieri a cena.

- Una volta l'onestà era il minimo che si richiedesse ad un individuo. Oggi è un optional.

- Passavo ore con in mano un portasapone rovesciato, come se fosse un microfono ed ero capace di leggere a voce alta tutta una commedia di Goldoni.

- Secondo me finché la testa gira e il fisico si comporta bene, l’età è uno stato d’animo.

- Moana Pozzi mi è rimasta veramente impressa per ironia, furbizia, intelligenza e   capacità di inserirsi in qualunque discorso, adattarsi in qualunque situazione.

- Dovendo scegliere, meglio vivere meno e meglio.

Curiosità

- Costanzo si è sposato quattro volte: si è sposato per la prima volta nel 1963 con Lori Sammartino, di quattordici anni più anziana di lui; dopo il divorzio dalla Sammartino, nel 1973 si sposa per la seconda volta con la giornalista Flaminia Morandi dalla quale avrà due figli: nel 1973 Camilla e nel 1975, Saverio, oggi apprezzato regista. Dopo una convivenza durata molti anni con l’attrice, doppiatrice, sceneggiatrice e regista Simona Izzo  nel 1987 si sposa per la terza volta con la conduttrice televisiva Marta Flavi, ma il matrimonio dura solo tre anni. Il 28 agosto del 1995 (giorno del suo 57º compleanno) si sposa per la quarta volta con Maria De Filippi, sua attuale moglie. Nel 2004, la coppia ha adottato un ragazzo adolescente, Gabriele.

- Nel 2009 gli  viene conferita dalla Libera Università di Lingue e Comunicazione IULM la laurea Honoris Causa in Giornalismo, editoria e Multimedialità.

- E’ stato l’unico giornalista invitato al matrimonio di Sandra Mondani e Raimondo Vianello.

- Fa collezione di piccole tartarughe in ceramica (ha nel taschino due piccole tartarughe d’argento portafortuna).

- E’ co-autore del testo della canzone Se telefonando, scritto insieme a Ghigo De Chiara, con musica di Ennio Morricone e portata al successo da Mina nel 1966.

- Maurizio Costanzo è giornalista, conduttore televisivo, sceneggiatore, regista, autore televisivo, paroliere e professore universitario.

- All’inizio della carriera giornalistica, si firmava Maurice Costance.

- Il suo Maurizio Costanzo Show è iniziato il 14 settembre del 1982 ed è durato più di  20 anni (3600 puntate con più di 25 mila ospiti).

Intervista

Sono andato ad intervistare il giornalista romano nel suo ufficio che si trova a due passi da Castel S. Angelo. All'entrata una guardia del corpo (dopo l'attentato di v. Fauro del 14 maggio 1993, vive sottoposto a un protocollo di protezione che prevede delle guardie del corpo) che sapeva del mio arrivo, mi ha  accompagnato con fare molto cortese in una saletta dove ad accogliermi c'era Concetta, una delle segretarie di Costanzo. Dopo due chiacchiere, Concetta mi indica dove Maurizio Costanzo mi stava aspettando. Uno studio con una grande scrivania e alle pareti quadri raffiguranti momenti particolari della vita professionale del giornalista: premi alla carriera, foto con amici cari, caricature, la laurea della IULM, ecc… C'è anche la foto di Federico Fellini con una dedica personale e una con il giudice Giovanni Falcone. Un ufficio pieno di scaffali, stracolmi di libri, giornali e piccoli oggetti. Mi ha colpito molto anche il numero di televisori che erano appesi sul muro di fronte alla sua scrivania. "Per tenermi aggiornato su quanto succede sui vari network", mi ha detto. Alla fine dell’intervista, oltre alle foto ricordo di questo nostro incontro, mi ha regalato una piccola tartaruga in ceramica. “Porta fortuna” mi ha detto Costanzo.

La passione per il giornalismo, chi gliel’ha trasmessa?

Non lo so. Ce l’avevo fin da bambino. Avevo un nonno materno che forse voleva fare questo lavoro. Io so che ho fatto il primo giornalino scolastico alle scuole Medie inferiori, quindi a 12 anni.

Quali sono stati i suoi maestri?

Io ero solito leggere la terza pagina del Corriere della Sera, dove c’erano firme illustri come Vittorio G. Rossi, Virgilio Lilli, Indro Montanelli e altri. A Montanelli scrissi anche una lettera in cui dicevo che volevo conoscerlo. 

Il complimento più bello che ha ricevuto?

Non lo so. Sono stato fortunato e ne ho ricevuti tanti. E’ la prima volta che mi fanno questa domanda.  

Critiche?

Tante anche di quelle, Gianfranco. Ma questo è normale quando uno si espone. Quando uno fa un lavoro pubblico è giusto che ci sia quello che ti fa un complimento, chi invece reagisce male. Questo è nella logica delle cose, è una cosa che metti già in preventivo. 

Ha mai fatto delle gaffe?

Probabilmente si. Avrò detto una cosa per un’altra, ma mai volutamente.

In un suo libro, scherzando, ha scritto:"Sulla mia dipartita vorrei una sorta di camera ardente sul palcoscenico del teatro Parioli e come sottofondo, bassa bassa, la sigla del Costanzo Show". Ma un domani come vorrebbe essere ricordato?

Sostanzialmente come una persona perbene. E vorrei essere ricordato anche per essere stato il primo in Italia a fare il talk show.

Il Maurizio Costanzo Show?

Questo dopo. Prima ho fatto Bontà loro, nel 1976.

Come vede la Tv del giorno d’oggi?

Ma sai, è una televisione diversa perché si è molto frammentato l’ascolto. Adesso ci sono i canali digitali, c’è il web e quindi c’è una frammentazione. Quando ho cominciato a fare televisione c’era un canale solo, Rai Uno, in bianco e nero. Poi è arrivato Rai Due e Rai Tre. Più avanti è arrivata la televisione commerciale. Davanti alla mia scrivania ho ben 11 televisori. Una volta questo era impensabile.

Raccomandazioni si o no?

Le raccomandazioni sono insite nella vita. E’ normale che raccomando o segnali. Ma io pure venni segnalato da mia madre al Paese Sera. Avevo 17 anni. L’anno prima avevo fatto la maturità. Cominciai a fare il volontariato al Paese Sera grazie alla segnalazione di mia madre ad un inviato di quel giornale che ora non esiste più.

Progetti?

Progetti, no! Sto facendo una cosa su radio RTL102.5. Siamo in diretta con gli ascoltatori una volta a settimana, il lunedì notte dalle 11 all’una. Il programma si chiama Radio Costanzo Show. RTL 102.5 è la radio più diffusa in Italia. In questo momento è intorno ai 7 milioni di ascoltatori. Fra pochi giorni torniamo con Enrico   Vaime in “S’è fatta notte” su Rai Uno. E questo durerà fino a dicembre. Poi vediamo.

Parliamo di Roma. Com’era la Roma della sua infanzia, che ricordi ha?

Sicuramente c’erano meno macchine di adesso. Noi non avevamo la macchina, quindi eravamo grandi frequentatori di mezzi pubblici. Mio padre era impiegato di gruppo C, al Ministero dei trasporti. Uscivamo dalla guerra e non si sentiva il bisogno della macchina. Per cui ho un ricordo molto piacevole dei mezzi pubblici. Questi sono ricordo dell’infanzia e i ricordi d’infanzia sono piacevoli, no? Camminavo quaranta minuti per andare a scuola al Liceo, perché dovevo fare un bel tratto di strada. Questo si faceva all’andata e anche al ritorno e nessuno si preoccupava. Oggi sarebbe impensabile.

Quali sono state le sue abitazioni romane?

Prima stavo nel quartiere di piazza Bologna, sulla Nomentana. Poi sono entrato nel centro storico e poi mi stabilito nel quartiere Prati, a due passi dal Vaticano.  

Attualmente com’è il suo rapporto con Roma?

Con Roma ho un rapporto di grande amore. La amo molto ma la giro poco, perché sono diventato molto stanziale. Se mi capita per motivi di lavoro di girare per Roma, in quei momenti in cui è avvolta da quella luce un po’ particolare, mi trovo a dire: "Ma quanto è bella la mia Roma".

C’è un angolino romano che ama particolarmente?

A me piace molto il centro storico, come Campo de’ Fiori. Io ho abitato sia in via dei Giubbonari che in via dei Banchi Nuovi, che sta alle spalle di Campo de’ Fiori. E poi amo molto il quartiere dove vivo da quasi 30 anni, il quartiere Prati. Prima stavo a piazza Mazzini e ora ho cambiato via, ma nello stesso quartiere. 

Come trova i romani (pregi e difetti)?

I romani sono insopportabili. Certe volte per arroganza e per presunzione. Certe volte sono molto divertenti. Però un po’ si è perso il fascino del romano piacevole che c’era. Questo perché Roma è diventata una città multietnica, quindi è difficile per i romani esprimere la loro romanità. E’ un po’ complicato.

Cosa ne pensa della chiusura dei Fori Imperiali alle macchine?

Penso che era giusto farlo. Io non so come andrà a finire, perché c’erano delle proteste fortissime dei commercianti. Avranno pure ragione. Ma ha ragione anche il sindaco quando dice che c’è il Colosseo, che è forse il monumento più bello al mondo e una pista, un carosello di macchine intorno. Ripeto, non so come andrà a finire. Devi sapere Gianfranco, che è stato meglio quando hanno inventato i taxi e non ci sono più state le carrozzelle. Eppure un romano scrisse una canzone che si chiamava “L’ultima carrozzella”. Il romano è sempre stato retrò, ha sempre pianto per una cosa che spariva e ne arrivava una più moderna. Ha sempre avuto questo atteggiamento.

Un consiglio per il nuovo sindaco di Roma?

Di avere pazienza perché leggevo che vuole andare via. Deve avere pazienza perché Roma è una città difficile da governare in un Paese come l’Italia. C’è un buco economico da sempre, da tanti sindaci di prima, che si continua a portare dietro. Poi ci sono anche i problemi che dà una Capitale che non è roba da poco conto.

A Roma si fa cultura?

Secondo me, si. Se ne potrebbe fare molto di più. E’ difficile fare un discorso adesso  che c’è una crisi ormai da anni, perché i teatri battono la fiacca a Roma, altre manifestazioni che prima c’erano, vivacchiano o sono sparite. In tutta sincerità sarei tentato di dirti che a Roma si fa poca cultura, però devo anche dirti che è vero che c’è una crisi brutta. Io per primo, a metà della crisi, ho lasciato il Parioli.

Cosa pensa del nuovo papa?

Il meglio possibile.