Simona Rolandi (giornalista)    Roma 8.11.2010

               Intervista di Gianfranco Gramola

Una bellissima giornalista con la passione per il calcio

 

Simona Rolandi è nata a Roma l’1 giugno del 1973. E’ laureata in Economia e Commercio ed è iscritta all'Albo dei giornalisti professionisti dal 30 gennaio del 2001. Dal 1998 al 2000 ha frequentato la scuola di giornalismo radiotelevisivo di Perugia. Nella sua carriera vanta molte collaborazioni con giornali e periodici  (Roma - Lazio - Lazio - Roma, Play Horse, Volley & Volley, Fuoricampo, PV, Supervolley, Italia Sera) nonché con siti internet di sport. In televisione a partire dal 1997 si è occupata principalmente di sport presso varie emittenti (Rete Oro, Gold TV, Roma Channel), consacrandosi definitivamente in Rai con partecipazioni e conduzioni in programmi fra cui “Stadio Sprint, Martedì Champions, La Domenica Sportiva Estate, Replay, Notti Mondiali”.

Ha detto

- Ho iniziato scrivendo articoli sulla pallavolo per riviste che venivano distribuite negli stadi. Ma il calcio l'ho sempre seguito, in maniera diversa perché non lo praticavo. 

- Ho avuto la fortuna di lavorare sempre accanto a validi professionisti che mi hanno insegnato molto, ma non è solo da loro che si può imparare tanto: anche seguendo un servizio o un’intervista fatti bene puoi trovare nuovi stimoli e spunti da sviluppare

- Trovo molto positivo che ci siano tante donne che riescano a parlare di calcio e di sport con grande professionalità e competenza.

Curiosità

- Ha praticato pallavolo per 12 anni fino alla serie C2.

Intervista

E’ in macchina sul raccordo anulare, dalle parti di via Nomentana. Per rispondere alle mie domande, ha messo l’auricolare. E’ molto simpatica.

Com’è nata la passione per il giornalismo? Chi te l'ha trasmessa?

Non me l'ha trasmessa nessuno. E’ una passione che è nata quando avevo sette otto  anni. Ricordo che giravo sempre con un microfono giallo e blu, quello dei bambini, e volevo intervistare le persone. Diciamo che sono nata con questa passione, perché mi piaceva proprio e  lo facevo seriamente.

Quali sono stati i tuoi maestri?

Non faccio mai nomi, perché ho paura di scordarmi di qualcuno e quindi di fare dei torti. Comunque sono stati tanti e da ognuno ho imparato molto e per questo li  ringrazio. Ognuno di loro mi ha aiutato a crescere professionalmente, con il loro insegnamento. In ogni fase della mia vita c’è sempre stato un maestro che mi ha insegnato molto.

Qual è stata la tua più gran soddisfazione in campo professionale?

Ne ho avute tante. Io avevo due sogni. Di fare un Mondiale e una Olimpiade da inviata. Le ho fatte entrambi. Ho fatto due Mondiali, uno in Germania e uno in Africa e ho fatto l’Olimpiade di Pechino. Diciamo che i miei sogni nel cassetto li ho realizzati. Anche quando ho condotto la Domenica Sportiva estate è stata una bella soddisfazione, come Dribbling è stato un bel traguardo per me. Anche Replay è stata una bella soddisfazione.

E delusione?

Più che delusione c’è una cosa che mi è dispiaciuto non fare. Quando morì Woityla, dovevo andare a fare un servizio con i vari atleti che andavano a dare l’ultimo saluto al Papa, però all’ultimo momento non lo feci più io. Ci sono rimasta veramente male  perché per questo Papa avevo un particolare trasporto ed era una cosa che sentivo molto. 

Ma i tuoi genitori che futuro sognavano per te?

Mi hanno sempre lasciato massima libertà, massimo arbitrio e non mi hanno mai condizionato e neanche provato a condizionarmi. E’ vero che sono laureata in Economia e Commercio alla Sapienza di Roma a 23 anni e che tra l’altro i miei genitori venivamo entrambi dalle banche, ma io non intendevo seguire le loro orme. Ho provato a fare dei concorsi, ma sentivo che non era la mia strada. Una cosa che voglio dire è che non è vero che non c’è lavoro. A me hanno proposto dei lavori  anche importanti e a tempo indeterminato, all’epoca, tipo ufficio stampa dell’Atac, poi anche in una banca importante, però non erano i lavori che volevo fare io. Quindi intestardita ho seguito la mia strada. Poi la mia vita è cambiata quando sono entrata in Rai. E pensare che non conoscevo nessuno nel giornalismo. Tanti mi dicevano che se non sono raccomandata non ci entravo per niente. Non è vero.

Quando non lavori quali sono i tuoi hobby?

Amo leggere, fare sport e dedicarmi alla mia casetta che amo molto. E poi quando ho tempo libero mi dedico ai miei affetti, perché questo lavoro tanto ti dà e tanto ti toglie. Non ci sono quasi mai per nessuno. Solo lavoro, tanto lavoro. Ai compleanni non ci sono, alle comunioni non ci sono e se c’è qualche anniversario, non so mai se posso partecipare, ecc…  Ogni lavoro ha il suo pro e il suo contro, no? Questo lavoro ha tanti pro, perché sono innamorata del mio lavoro e purtroppo ha anche i suoi contro. Pazienza.

Hai mai fatto delle gaffe?

Sul lavoro non ne ho mai fatte, perché mi preparo molto e mi concentro molto. Forse ho sbagliato un nome o cose così, niente di particolare. Una volta ho detto Luca Zingaretti (quello di Montalbano, ndr.) invece di Nicola Zingaretti (ex segretario dei DS, ndr.), che è il fratello. Tutto qui. 

A chi vorresti dire grazie?

Questa è una bella domanda. Principalmente a me, perché non ho mollato mai e ho sempre creduto nelle mie forze e nella mia caparbietà.

Qual è la tua squadra del cuore?

Non te la dirà mai (risata).

Ho sentito in un’intervista che andavi a vedere la Lazio e pensavo che fosse la tua squadra del cuore.

No! Io andavo a vedere la Lazio perché potevo arrivare con l’autobus e anche perché era più vicino a casa. Trigoria, dove c’è la sede della Roma, era lontanissima per me, perché stava dall’altra parte di Roma. Non ti far deviare da queste false indicazioni. Non ti dico la mia squadra, però ce l’ho ovviamente.

E’della capitale?

Si!

Allora ho già capito qual è (risata) Qual è il tuo punto debole, Simona?

L’insicurezza, che piano piano ho superato preparandomi, studiando, imparando, cercando di cogliere tante cose, tanti segreti. Per tanti anni ho guardato tante di quelle partite, pure le più brutte del mondo. Allo stadio mi mettevo vicino a qualcuno che ne sapeva più di me, per imparare e per cercare di capire alcune cose su cui ero indecisa o che non capivo bene. Per capire tanti movimenti o qualcosa sui giocatori o agli allenatori. Altro difetto o punto debole, chiamalo come vuoi, è l’indecisione. Indecisione nelle cose più stupide, non sulle cose serie. Su quelle ho le mie idee ma sulle cose banali, futili sto a farmi tante domande. Ad esempio se devo prendere un vestito bianco o nero mi perdo mezza giornata per decidere.

Qual è il tuo motto?

Aspetta che devo pensarci. “Non smettere mai di sognare”. Questo è il mio motto.

Tu sei romana de Roma?

Si! Romana de Roma, ma di origini calabresi. Io amo Roma in maniera viscerale. Non so se riuscirei a vivere in un altro posto. Roma  è bella, è meravigliosa, ha un clima stupendo  e se ti piace il mare, in mezz’ora sei a Ostia, al mare. A Roma ci sono certe giornate che ti sembra di stare in Paradiso. C’è un sole e una luce speciale a Roma. Ci sono dei monumenti qui a Roma che noi romani non ce ne rendiamo conto della loro bellezza e della loro importanza. Vengono da tutte le parti del mondo a vederli e ce li invidiano. Io ad esempio non vado a San Pietro da due anni, ci sono romani che non sono mai entrati dentro al Colosseo. Ad agosto te la godi tantissimo Roma e la trovi ancora più bella perché c’è meno gente. L’unico neo, il traffico che a Roma, come in tante grandi città, è folle. Se ti muovi in un determinato orario, sai cosa ti aspetta.

Come ti trovi con la cucina romana?

Mi piace mangiare, però mangio molto poco e molto leggero. Quindi la cucina romana non è proprio il massimo come leggerezza (risata). Però ogni tanto mi concedo qualche leccornia della cucina tipica romana.

C’è un angolino romano che ami particolarmente?

Si! Lo Zodiaco. E’ un osservatorio, in cima ad una montagna, a Monte Mario, dove vedi tutta Roma. Tipo la terrazza del Gianicolo. Io dicevo sempre ai miei genitori, fin da quando ero piccola, che se mai fossi uscita con qualcuno e mi avesse portato lì, non sapendo ovviamente che a me piaceva questo posto, me lo sarei sposato. E infatti “nun me c'ha portato ancora nessuno” (risata).

I romani come li trovi (pregi e difetti)?

Dipende, sai? Ci sono tanti generi di romani. Il romano di per sé è molto aperto, è una persona calorosa, chiacchierona. A me il romano caciarone, il casinaro non piace, perché si fa riconoscere sempre. Non è che i romani sono tutti “ahò, ma de che, mortacci, ecc....”. No! Non sono tutti così.

In quale Roma del passato ti sarebbe piaciuto vivere?

Non te lo so dire in quale periodo, anche perché non c'ho mai pensato. E’ una bella domanda comunque. Forse ai tempi di Romolo e Remo (risata).