Tony Binarelli (illusionista e prestigiatore)                 Roma 19.8.2021

                              Intervista di Gianfranco Gramola

“Mi reputo un’artista di spettacolo, esattamente come lo è un attore che interpreta la parte di un altro”

Il sito ufficiale è www.tonybinarelli.it  e.mail  info@tonybinarelli.com

Tony Binarelli (Roma, 16 settembre 1940), ha cominciato a interessarsi di illusionismo, di micromagia e cartomagia, prima come dilettante e poi, a partire dal 1972, come professionista, debuttando in televisione e ampliando le sue esibizioni a tutta la gamma della prestidigitazione. Nel 1974 partecipa al programma Foto di gruppo, condotto da Raffaele Pisu. Alla fine degli anni settanta raggiunge la popolarità partecipando ai primi tre anni di trasmissione di Domenica in condotta da Corrado, amplia il suo repertorio al mentalismo e ai fenomeni paranormali. A partire dal 1982 utilizza quella che definisce la Situation Comedy in magia, forma articolata sulla partecipazione del pubblico. Da allora ha ideato e condotto numerose trasmissioni televisive di magia. Ha preso parte come controfigura delle mani di molti attori a numerosi film, tra i quali Tre passi nel delirio di Louis Malle e ...continuavano a chiamarlo Trinità di E.B. Clucher. Nel 1988 ha fondato, diretto e pubblicato la rivista specializzata Qui magia. Nel 1995 ha ideato e diretto il corso professionale e Trofeo "Qui magia", tenuto per 10 edizioni, 8 a San Martino di Castrozza e 2 a Varazze. Nel corso della sua carriera ha ricevuto molti premi e riconoscimenti nazionali e internazionali. Al 5º Congresso Magico Nazionale del CMI (1960) gli viene assegnato il 3º premio per la cartomagia. Due premi ai Campionati Mondiali d'illusionismo (1967, 1970), nel 1992 in USA gli viene attribuito il "Louis Tannen Special Award", nel 1993 la Società Giapponese d'illusionismo gli conferisce il "Tenkai prize", per la prima volta assegnato ad un illusionista europeo. Dal 1991 al 1995 con le sue partecipazione a Buona Domenica di Canale 5 conquista, unico prestigiatore, il Telegatto - l'oscar italiano della TV - ed è premiato inoltre a Montecarlo (1998) e Las Vegas (2000). Nel corso delle celebrazioni del Centenary of the Magic Circle, a Londra nel 2005, viene nominato membro dell'Inner Circle, premiato con la "Golden Medal". Per oltre un decennio si è dedicato alla formazione di giovani prestigiatori organizzando, ogni anno, i corsi di aggiornamento di San Martino di Castrozza e Varazze e laureando i nuovi artisti del domani. Da questa scuola sono nati alcuni dei prestigiatori professionisti più rappresentativi di oggi, come Gaetano Triggiano, Andrew Basso, Gabriele Mago Gentile e Daniele Lepantini. Dal 2008 al 2012 Tony Binarelli ha proseguito le sue attività artistiche con spettacoli in teatri, circoli e in feste di piazza dei principali comuni italiani. Ha tenuto inoltre due tournée in Francia e Regno Unito presso i maggiori circoli magici di queste nazioni. Per la stagione 2013 ha prodotto un nuovo spettacolo, ....La magia ed io!!!. Nel 2015 in occasione dei Campionati Mondiali FISM di Rimini ha presentato, davanti a centinaia di colleghi provenienti da ogni paese, una speciale conferenza che racchiudeva il meglio delle sue creazioni di settore, confermandosi come una delle menti più creative della magia internazionale.

Intervista

Come si definisce, mago, prestigiatore o illusionista?

Sono tre specifiche che alla fine sono la stessa cosa. In realtà mi reputo un’artista di spettacolo, esattamente come lo è un attore che interpreta la parte di un altro. Vittorio Gassman che interpreta Amleto non si sente Amleto. Si sente un attore che entra in una parte. Io sono un essere normale che interpreta la parte di un mago.

Come si è avvicinato a questa arte?

E’ stata una cosa veramente casuale. Da ragazzino, avevo circa 12 anni, ero in vacanza a Follonica, in Toscana e non potevo fare il bagno perché avevo avuto una mezza bronchite. Allora con mia madre, che mi regalava qualunque cosa, siamo andati a fare una passeggiata e siamo entrati in un bazar, dove vendono un po’ di tutto. Nel retrobottega, tra le scaffalature ho notato un libro. C’era un punto luce e mi sono arrampicato sullo scaffale e caddi trascinandomi giù ogni cosa e mi trovai in mano quel libro, che era di Romanoff  “L’emulo di Bosco”, confidenze di un prestigiatore. Un libro che parlava di magia, scritto all’epoca da un grosso professionista del secolo precedente. Quella è stata la mia via di Damasco, come si suol dire. Dopo quel fatto, mi sono appassionato e ho girato vari mercatini dell’usato di Roma per comprare libri di quel genere. Poi mio padre mi portò a vedere qualche spettacolo dove c’era qualche mago che si esibiva. All’epoca, ad esempio, cosa dimenticata al giorno d’oggi, c’era l’avanspettacolo e spesso il mago era uno dei componenti e si esibiva. Altro posto che frequentavo, sempre accompagnato, erano i vari night club che oggi non ci sono più, ma anche i night club tradizionali, come avviene a Parigi e in altri posti, il mago era una attrazione ed era un personaggio presente in quegli spazi.

I suoi genitori come hanno preso la sua scelta di dedicarsi alla magia?

Io ho un regolare diploma di ragioniere per cui non c’era nessun problema, male che andava avrei fatto il ragioniere. Quello della magia è stata per un bel po’ di tempo un piacevole hobby, mi divertivo con gli amici e con i parenti. Poi ho scoperto che facendo spettacolini per amici e parenti, la gente si divertiva e anche io mi divertivo molto e mi guadagnavo 4 lire. E’ stato intorno ai 32 anni che presi la decisione di  passare al professionismo. Fino a 32 anni lavoravo presso una grossa azienda automobilistica e avevo un compito abbastanza importante come vice direttore. Un giorno ho avuto un grosso scontro con l’azienda stessa e non andavo più al lavoro con piacere. A quei tempi ero già sposato e dovevo decidere se lasciare il lavoro per fare il prestigiatore di professione, anche perché nel frattempo c’è stata qualche richiesta di esibirmi in televisione e fare spettacoli in giro per l’Italia durante le ferie. Mia moglie, santa donna, mi ha detto: “Proviamoci, se va, bene, altrimenti torniamo indietro”. Allora presi la liquidazione e la divisi in 12 buste e le ho detto: “Ne apriamo una al mese, se entro 12 mesi non succede qualche cosa, devo trovare altre strade, un altro lavoro”. All’ottavo mese ho avuto un incontro fortunato con Corrado, il bravissimo presentatore, che mi disse: “Io  devo fare Domenica In, una diretta di otto ore e ho bisogno di un’artista che possa riempire degli spazi. Tu sei l’uomo che mi serve, ti ho visto lavorare con il pubblico e ti vorrei in televisione a lavorare con me”. Io accettai ed entrai in televisione dalla porta principale.  

E’ vero che Federico Fellini era un suo grande ammiratore?

Si, Fellini era un mio ammiratore e un grande appassionato di magia. Qualunque argomento che parlava di magia e di straordinario, lo affascinava. Un giorno un’attrice, mia carissima amica, ad una cena mi disse che Fellini mi voleva conoscere. Sono andato da Fellini e dopo cena il regista mi disse: “Fammi vedere qualche cosa”. Tirai fuori delle carte da gioco e lui mi fermò. Spostò un divano, cambiò un po’ di luci, si mise seduto di fronte a me e mi disse: “Ho fatto questo perché ti voglio  vedere nelle migliori condizioni possibili, in modo che io possa sognare”. Ho passato la serata facendo dei giochi e parlando con lui di magia e mi parlava di fatti anche fantastici . Tenga presente che c’è un sottile confine fra la magia e il paranormale. Molti credono che esiste qualche cosa di straordinario, di normale ma che non si verifica normalmente. Già la magia scaturisce qualcosa. Ecco perché non la chiamo prestidigitazione o illusionismo o altro. Io la chiamo magia e io faccio magia. Che poi io ottenga gli effetti con mezzo tecnico o meno, è irrilevante. E’ come un cantante che canta in playback o canta dal vivo, qual è la differenza? Verso il pubblico ha lo stesso tipo di prodotto. Il comico reciti un pezzo di un autore qualunque o reciti cose sue, qual è la differenza? Gigi Proietti quando interpreta Petrolini, in realtà è Petrolini, però chi recita è Proietti in quel momento.

Lei ha lavorato anche al teatro Sistina. Qual era il suo ruolo?

Facevo l’angelo, perché c’era una commedia con un  atto unico, dove Stefano Satta Flores doveva interpretare il figlio di un grande prestigiatore, che però non riusciva a fare nessun gioco e ogni volta invocava il padre che gli desse una mano. Allora io apparivo a metà palco e spiegavo a Satta Flores cosa doveva fare.

Lei ha lavorato molto anche all’estero. Qual è stato il pubblico più caldo, più attento nei suoi spettacoli?

Il pubblico più caldo e attento è sicuramente quello americano, perché gli americani vanno a teatro per divertirsi. Per cui non hanno nessun tipo di regola nell’applaudire, nel recitare, nel reagire positivamente. Per lo meno non ci sono snobismi, non c’è l’intellettuale e quindi vanno a teatro per divertirsi. I più tirati, i più seriosi sono gli inglesi, che sono molto più snob, però reagiscono bene. Gli italiani sono molto  emotivi, nel senso più positivo che negativo. Ma l’Italia stessa, dalle Alpi alle Piramidi, è diversa e in ogni città che vai il pubblico è diverso. La battuta che fa ridere a Bolzano, non fa ridere a Palermo o viceversa. Non c’è un pubblico più attento o migliore dell’altro, c’è soltanto l’abitudine e il carattere in cui alcuni reagiscono o accendono una reazione o meno.

Il complimento artistico più bello che ha ricevuto?

L’applauso del pubblico per me è un bel complimento. Altro complimento che mi ha fatto molto piacere l’ho ricevuto per telefono. Io ho fatto anche delle trasmissioni radiofoniche e in una di queste, diretta dall’attore Alessandro Merli, io raccontavo delle grandi illusioni, cioè parlavo della donna in sospensione, della donna segata a metà, ecc … raccontavo com’era quel tipo di gioco di prestigio, non il mezzo, il trucco. Un giorno mi chiama una signora in diretta e mi dice: “Io sono cieca ma per la prima volta, grazie a lei, sono riuscita a vedere la magia”. Questo è il complimento più grande che un’’artista possa ricevere.  

Ha mai lavorato per solidarietà?

Si, ho partecipato a parecchi spettacoli ed eventi per beneficenza, per solidarietà.

Prima di esibirsi, ha un rito scaramantico?

No, non in modo particolare. Cerco semplicemente di isolarmi totalmente per concentrarmi. Non mi fisso nessun tipo di rito e come entro in scena uso tutte le mie papille sensitive per cercare di capire che tipo di pubblico ho davanti. L’artista che è sul palco lancia delle emozioni che le devono tornare di ritorno, se il pubblico non percepisce queste emozioni, è problematico. Quando fisso qualcuno, più lontano possibile dal palco, lo guardo e cerco di lavorare per lui, ma nello stesso tempo lavoro anche per gli altri, per cui cerco di mandare una sorta di magnetismo in qualche modo verso il pubblico.

Esistono a Roma delle scuole di magia?

Si, c’è un circolo magico ed è diretto da un signore che si chiama Riccardo Bramati (www.clubmagico.it). Ogni anno fanno dei corsi, ma li fanno per dilettanti, non è una scuola. Alcuni appassionati si incontrano regolarmente e fra di loro si scambiano informazioni, ecc … Vengono anche artisti stranieri a fare conferenze per gli altri.

Oltre alla sua professione,  cura delle passioni nella vita?

No, questa passione mi basta. E’ già sufficiente.