Alvaro Vitali (attore)           Roma 22.2.2018

                    Intervista di Gianfranco Gramola

Ha iniziato la carriera artistica grazie al fischio alla “pecorara” per un film di Fellini. Poi con Pierino è arrivata la popolarità.

“Edwige Fenech e Nadia Cassini? Grandi amicone”.

Alvaro Vitali è nato a Roma il 3 febbraio del 1950. Ancora studente, con una passione per per il canto e il ballo, venne scoperto da Federico Fellini durante un provino. Nel 1969 il regista riminese lo fece esordire nel cinema con una piccola parte in Fellini Satyricon. Il regista lo volle in seguito ne I clowns (1971), Roma (1972) – dove interpreta un ballerino di tip-tap d'avanspettacolo – e in Amarcord (1973). La fama di Vitali è legata a doppio filo alla commedia sexy all'italiana, per anni vero e proprio fenomeno cinematografico commerciale. Dopo aver interpretato La poliziotta con Mariangela Melato, Vitali viene notato dal produttore Luciano Martino grazie a una gag con la pistola (dove sbaglia sistematicamente ogni colpo). Da quel momento Alvaro comincia a lavorare con la Dania film. A partire dalla seconda metà degli anni settanta, Vitali interpretò numerosi film, accompagnando attori protagonisti come Lino Banfi e Renzo Montagnani, per poi passare a dei ruoli di prima fila interpretando il personaggio di Pierino, eroe popolare delle barzellette, con Pierino contro tutti (1981) e Pierino colpisce ancora (1982), entrambi diretti da Marino Girolami, e in Pierino medico della Saub (1981) di Giuliano Carnimeo. Seguono una sorta di spin off della serie, ovvero film dove Vitali propone personaggi similari, Gian Burrasca, Giggi il bullo e Paulo Roberto Cotechiño centravanti di sfondamento. La stagione della commedia sexy durò poco e con essa terminò anche la fortuna dell'attore; nel 1990 il tentativo di rilanciarlo con un ulteriore film della serie Pierino torna a scuola, diretto da Mariano Laurenti si rivelò infatti un fallimento. Dopo un decennio di oblio, la figura di Vitali è stata rilanciata, quasi senza volerlo, da Striscia la notizia dopo che, in un servizio che prendeva in giro una gaffe di Jean Todt, veniva paragonato l'allora direttore sportivo della Ferrari al personaggio di Pierino, sottolineandone un'effettiva e divertente somiglianza fisica. Quando l'imitatore Dario Ballantini fece esordire la sua caricatura di Luca Cordero di Montezemolo nei suoi servizi, Antonio Ricci pensò di affiancargli proprio Vitali nei panni di Todt, facendolo tornare così sulle scene per il piccolo schermo.  Sempre nelle gag di Striscia al fianco di Ballantini, ha imitato personaggi come la madre dell'avvocato Giulia Bongiorno e la principessa Marina Ricolfi Doria di Savoia nella trasmissione. Il personaggio di Pierino è stato utilizzato dal 2004 in poi da Vitali per le pubblicità del negozio di abbigliamento Mas destinate al circuito delle TV private di Roma e provincia. Nel 2006 ha partecipato alla terza edizione del reality La fattoria, ma dopo poche settimane ha dovuto abbandonare il reality show, per il riacutizzarsi dell'asma, malattia di cui soffre. In televisione ha recitato nei film Zanzibar (serie TV) (1988) – S.P.Q.R. regia di Claudio Risi (miniserie TV) (1998) - Cinecittà, regia di Alberto Manni (miniserie TV) (2003) - Domani è un'altra truffa, regia di Pier Francesco Pingitore (Film TV) (2006). Negli ultimi anni, con la compagna Stefania Corona si è dedicato a portare in giro per l’Italia e anche all’estero i suoi spettacoli e le sue commedie teatrali.

Ha detto

- Silvio Berlusconi, tanti anni fa, quando era il capo del “Biscione”, mi mandò a chiamare perché voleva fare in tv una serie di Pierini, ma poi non se ne fece niente per una serie di problemi.

- L’attore Tomas Milian, con il suo “Monnezza” è finito sulla Treccani. Io al massimo i tre cani “me li posso portà ai giardinetti”.

- Fellini mi invitava spesso a mangiare con lui. Parlavamo di tutto. Con me si divertiva molto perché ero simpatico, ma mai volgare.

- Forse dirò una banalità, ma non saprei mai rinunciare a un bel piatto di maccheroni. Sono un inguaribile “pastasciuttaro”. Anche se, rispetto al passato, cerco di limitarmi, perché sono perennemente a dieta.

- Sia Edwige Fenech, allora fidanzata del produttore Luciano Martino, sia Nadia Cassini, che era la moglie dell’attore greco Yorgo Voyagis, sono state mie  grandi amicone. Dopo aver girato, la sera, si andava a cena tutti insieme, con i registi.

Curiosità

- Suo padre aveva un’impresa edile e la mamma un’impresa di pulizie.

- Nel 2006 ha partecipato alla terza edizione del reality La fattoria, ma dopo poche settimane ha dovuto abbandonare il reality show, per il riacutizzarsi dell'asma, malattia di cui soffre.

- Alvaro Vitali ha un fratello (fa il vetraio) e tre sorelle, Nadia, Patrizia e Orietta (Orietta è scomparsa prematuramente).

- E’ separato ed ha un figlio. Ad oggi, però, vive a Roma con la sua compagna attuale, ovvero la cantautrice e attrice Stefania Corona.

- Ha inciso delle canzoni, dal titolo "La strana voglia" e "Col fischio o senza?". Per diversi anni è stato testimonial di una pubblicità televisiva di un grande magazzino romano, in onda sulle principali tv locali della capitale.

Intervista

L’incontro con Federico Fellini ti ha cambiato la vita. Mi racconti il tuo incontro con il regista?

L’incontro con Fellini è stato meraviglioso.  Lui per un suo film stava cercando qualcuno che facesse bene il fischio del merlo. Ci siamo andati in tanti a Cinecittà per la selezione. Alla fine dopo aver sentito centinaia di ragazzi, eravamo rimasti io e un ragazzo napoletano. Io ho fatto un fischio alla “pecorara”  Federico Fellini ha iniziato a ridere e disse: “Prendiamo questo che mi sembra più sveglio, l’altro ancora sta a cercà er merlo” (risata). Da quel momento ho iniziato a lavorare con Fellini, che mi aveva promesso di chiamarmi per altri film, e così fu. Il primo fu “Satyiricon” nel 1969, poi “Roma”, poi “Clown” e alla fine “Amarcord”. Fellini diceva che avevo dei tempi comici perfetti e potevo fare il comico tranquillamente. Mi sono messo in mano ad un’agenzia di Napoli e ho iniziato a lavorare seriamente nel cinema.

I tuoi genitori che futuro speravano per te?

Io facevo l’elettricista già a 15 anni e lavoravo in un negozio di Trastevere, vicino a dove abitavo. Riparavo i lumi, paralumi e impianti elettrici. I miei pensavano che rimanessi a fare l’elettricista, ma il proprietario del negozio mi aveva mandato via e per caso è arrivata l’occasione di fare cinema. Io mi sono buttato anima e corpo.

Il mondo dello spettacolo era come te lo immaginavi o ti ha deluso?

Deluso no. perché all’inizio per me era tutto un mondo nuovo. Era diverso da quello visto dall’esterno. Però era tutta finzione e mi piaceva molto vedere le armi, le frecce, i palazzi fatti in cartongesso e Cinecittà era straordinaria per me. Poi certo le delusioni ci sono come in tutte le professioni. Rimani deluso quando ti vedi abbandonato e  poi ti riprendono per un lavoro e hai la sensazione che ti prendono solo per farti una cortesia. Succede anche questo purtroppo.

Hai lavorato anche con Dino Risi e Gigi Magni. Un tuo ricordo?

Dino era un regista molto bravo ma molto severo. Se non facevi esattamente quello che lui diceva, si incazzava come una bestia. Gigi Magni invece, da buon romano, era uno come noi. Un pacioccone che gli piaceva scherzare e parlare in romanesco.

Voi attori, spente le telecamere, vi frequentate oppure ognuno per la sua strada?

Adesso no, prima più che frequentarci magari ci si ritrovava ad una festa. Io andavo ad una festa e non sapevo che c’era Lino Banfi o qualcun altro con cui ho lavorato. Ci si ritrovava in questa festa, ma non è che ci si dava un appuntamento. Poi ognuno ha una sua vita. Ci si incontra in qualche film, in qualche funerale o a qualche festa importante.

So che c’è stato un periodo della tua carriera in cui lavoravi molto poco e nessuno ti chiamava.  Come hai vissuto quel periodo e chi ti è stato vicino?

Ho reagito molto male, Gianfranco. Ho avuto un po’ di esaurimento, sono  andato giù. Ho avuto la prima e la seconda moglie che mi hanno sostenuto e mi hanno aiutato molto. Più che altro Stefania, la mia seconda moglie, che è cantautrice e lavora con me. Lei è quella che mi ha supportato e mi è stata molto vicino. 

Come ricordi l’incontro con la tua compagna Stefania Corona?

L’incontro con Stefania è stato un colpo di fulmine. Eravamo in sala d’incisione e lei stava incidendo una canzone con Wess, il cantante di colore che in passato aveva formato il duo Wess e Dori Ghezzi. Io invece stavo rifacendo “Aiutaci Pierino”. Come l’ho vista mi è piaciuta subito. Poi in quel periodo mi serviva una ragazza che cantasse in uno spettacolo che stavo preparando, da portare in giro per il mondo, che si chiamava “Pierino e la psicologa”. Chiesi a lei se voleva fare da supporto a questo spettacolo come cantante e lei ha accettato subito. Da lì è nato l’amore.

Oltre che nella vita fate coppia anche negli spettacoli. Quali sono i vostri progetti?

Ora abbiamo un po’ di progetti di teatro, di spettacoli in giro per l’Italia. Infatti adesso stiamo andando a Bari e poi ci sono dei film in preparazione. E’ un periodo che sta andando molto bene.

Prima di entrare in scena hai un rito scaramantico?

Non ho un rito particolare. Vado in scena tranquillamente. Di solito si tocca il culo alla partner (risata), a Stefania. Se c’è  un altro che le tocca er culo, io je dico: “Che fai tocchi er culo?”. “Si, perché porta davvero bene” (risata).

Alvaro Vitali e Stefania Corona

So che hai un sogno nel cassetto, quello di fare un film in cui tu sei Don Pierino, giusto?

E’ vero e spero di realizzarlo. E’ la storia di un prete che aiuta o ragazzi di strada. Da tanto sto cercando un produttore che me lo faccia fare. Oppure Sky, Mediaset, la Rai  o compagnia bella, insomma qualcuno che ne faccia un film intero oppure ad episodi. Qualsiasi cosa, basta che me lo facciano fare perché non ce la faccio più. Sono sei anni che ce l’ho in mente, ma non riesco a realizzarlo.

Parliamo un po’ della tua Roma. Tu sei nato a Trastevere. Come ricordi la tua infanzia?

Me la ricordo molto bene. E’ stata meravigliosa, con tutti gli amici miei, che ora molti non ci sono più, perché alcuni sono andati a vivere fuori Roma, altri sono a lavorare all’estero. Trastevere era un piccolo quartiere e la sera ci riunivamo tutti in strada. Si scherzava, si andava al cinema insieme, si andava a mangiare la pizza e tutte quelle cose che mancano adesso. Non c’erano i cellulari, non c’erano i computer come adesso, dove i giovani si chiudono in cameretta con davanti il pc e non escono più di casa. Ai miei tempi si usciva o meglio, si passava più tempo in strada che in casa.

Hai sempre abitato a Trastevere o hai cambiato zona?

Ora ho cambiato zona e sto a casal Palocco, vicino a Ostia.

Attualmente com’è il tuo rapporto con Roma?

E’ sempre buono perché io Roma la amo, anche così, tutta bucata (risata). Adesso a Roma quando chiedi un’ informazione tipo dov’è via dei Quattro Venti, non dicono più dopo il semaforo a destra, ma alla settima buca a destra (risata).

Cosa ti manca di Roma quando sei via per lavoro?

Mi manca Roma, mi manca proprio Roma, la mia Roma. Mi manca la gente che urla, le parolacce, le battute romane poi sono fantastiche. Noi romani abbiamo grande  fantasia e soprattutto ironia.

Apprezzi la cucina romana?

Adesso sto in dieta, Gianfrà. Però la cucina romana mi piace tantissimo. Io mangio tutte le cucine italiane, perché ogni regione ha le sue specialità e sono tutte buone. Io sono cresciuto a Roma e  sono cresciuto con quella cucina e la preferisco.

Perché secondo te i romani sono così simpatici, solari, cazzari?

Penso che sia merito del posto in cui vivono, un posto dal clima fantastico. Ci sono tante altre belle città e siamo tutti italiani, però in certi posti trovo tanti musoni, je rode er culo a tutti (risata). Invece i romani sono sempre sorridenti e in qualsiasi cosa vedono il lato positivo o prendono certi fatti con molta ironia e con una certa filosofia.

C’è un angolo di Roma a cui sei particolarmente legato?

Trastevere, esattamente via della Luce, dove abitavo io. In quel posto ho dei bei ricordi. Un angolo meraviglioso.

Un consiglio alla sindaca Raggi?

Si. Otturare tutte le buche di Roma e levare la “monnezza” da fuori le porte dei palazzi. Dopo questo, Roma sarebbe ancora più bella.

E’ vero che quando gioca la Roma, per scaramanzia tu ti siedi su una sedia particolare?

(risata) Si, è vero, Gianfrà. Ieri la Roma ha perso, magari questo tipo di scaramanzia non funziona più. Devo cambiare sedia (risata).