Francesco Formichetti (attore)      Roma 9.3.2016

              Intervista di Gianfranco Gramola

Un attore romano simpaticissimo e dall’energia contagiosa. Al cinema in questi giorni con “Lo chiamavano Jeeg Robot”, dove ha una parte secondaria. Roma? La trovo con troppo traffico, è sporca, è mal gestita, disordinata … ma io ne sono follemente innamorato, perché è una città che sa anche farti stupire

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Francesco Formichetti è nato a Genzano di Roma il 30.6.1986. Ha il Diploma in Recitazione conseguito presso la NUCT (Nuova Università del Cinema e della Televisione), Roma

Curriculum artistico

Cinema e Tv

2016 - Film per il cinema "ll centro del mondo", regia di Kim Rossi Stuart con Cristiana Capotondi e Jasmine Trinca

2016 - Film per il cinema "Lo chiamavano Jeeg Robot", regia di Gabriele Mainetti con Claudio Santamaria e Luca Marinelli

2014 - Film per il cinema "Torneranno i Prati", regia di Ermanno 0lmi con Claudio Santamaria

2013 - Serie Tv "ll restauratore 2", regia di Enrico Oldoini con Aldo Buzzanca

2012 - Film per il cinema "L'ultima ruota del carro", regia di Giovanni Veronesi con Elio Germano

2011 - Film per il cinema "Après Mai", regia di Olivier Assayas (vincitore della Xll edizione del "Premio Fondazione Mimmo Rotella" alla 69' Mostra internazionale d'arte cinematografica diVenezia).

Teatro

Romeo & Giulietta di Valerio Binasco con Riccardo Scarmarcio, tournée in tutta ltalia

Cortometraggi

2008 - Protagonista di 10 cortometraggi e co-protagonista in altri 3 lavori. Varie letture, spettacoli teatrali e spot pubblicitario

Curiosità

- Quando frequentava le scuole medie, voleva fare lo stesso lavoro di suo padre: l'assistente di volo.

- Il suo primo volo di linea gliel’hanno fatto fare i suoi genitori quando aveva  appena un anno e lo portarono a Caracas. Dopo quel volo ha viaggiato tantissimo. Ha toccato quasi tutti i continenti tranne l'Africa e l'Antartide.

- E’ tifoso della Lazio.

- Ha sempre avuto cani Beagle.

- Vincitore del premio "9 giorni di grandi interpretazioni", (2012) tenuto dalla RB Casting in collaborazione con il Gioco del Lotto, presso il Festival Internazionale del Film di Roma.

Intervista

Com’è nata la passione per il cinema?

Ogni artista la racconta in modo differente su com’è nata la passione per la recitazione e la voglia di fare questo mestiere che, secondo me, è il più bel mestiere del mondo. Spesso i miei genitori portavano me e mia sorella a teatro e io rimanevo sempre a bocca aperta nel vedere gli attori in scena. Stessa cosa quando mi capitava di andare a vedere gli spettacoli con le marionette e i burattini. Poi mi è sempre piaciuto guardare film e devo dire grazie alla mia fantasia che adoravo immedesimarmi nei ruoli che più mi attiravano e lì pian piano incominciavo davanti allo specchio a provare le scene, anche prima di addormentarmi provavo a ricalcare quelle battute, quegli sguardi che mi avevano più colpito in un film. Ogni tanto organizzavo delle scenette davanti ai miei familiari, cosa che non facevo davanti ai compagni di classe, a scuola e in giro. Questo perché io fino ai 17 anni ero molto timido, impacciato, sempre in disparte. Poi il discorso ovviamente è cambiato. A 17 anni ero alle superiori, avevo il mio gruppo, ci si divertiva anche a fare cavolate, però diciamo che lì ho avuto la sensazione di sentirmi più libero e c’era un qualcosa di me che stava cambiando. Il vero colpo di fulmine avvenne proprio durante l’accademia di recitazione. Dalle esperienze che ho fatto subito dopo essermi diplomato, ho detto: “Ecco il vero Francesco, che prima o poi doveva uscire”.

Prima di recitare hai fatto qualche altro lavoro?

Io ho iniziato durante gli anni di accademia a fare dei cortometraggi a livello accademico con degli amici e a fare qualche spettacolo a teatro. Io non ho iniziato con il cinema come tanti pensano, ma con il teatro, che vorrei tornare a fare. A teatro ho avuto la fortuna di entrare a far parte della famosa compagnia “Romeo e Giulietta” quella con la regia di Valerio Binasco, dove recitava anche Riccardo Scamarcio. All’inizio ero entrato in quella compagnia di grandi attori facendo una piccola parte come molti altri ragazzi.  Valerio mi ha fatto il provino per il ruolo di Baldassarre che era il servo di Romeo e questo ruolo qui,  oltre a Cupido, che era una cosa più simpatica, mi ha portato innanzitutto a recitare con Riccardo, quindi a tu per tu con il protagonista per tutte le tournee ed è andata avanti per tre anni. Quindi quel ruolo mi ha dato la forza di affrontare anche delle platee enormi, perché in tournée il primo anno abbiamo fatto tante serate ed è andato benissimo. Il secondo anno ci siamo spostati a Palermo e a Milano. La terza volta con Francesco Montanari al posto di Scamarcio, abbiamo toccato molti teatri meravigliosi d’Italia, da Varese, Reggio Emilia, Udine, Milano, Napoli, Bolzano, ecc … Abbiamo girato per tre mesi. Io sul palco dovevo uscire in bicicletta da una porticina piccolissima e dovevo fare tre giri. La luce era poca e ogni volta pensavo: “Sarà la volta che faccio un gran capitombolo?” (Risata)

 

Francesco Formichetti con il regista Ermanno Olmi

Hai mai pensato ad un nome d’arte?

In realtà no. All'inizio pensavo che il mio cognome non fosse adatto, non mi suonava bene, per questo mi facevo quelle sciocche domande che si fanno i giovani attori. Parliamo di 7 anni fa. Mi dicevo: "chissà se il mio cognome Formichetti rimarrà impresso agli spettatori". Mi piaceva di più il cognome il cognome di mamma che è Biancucci; non lo so mi suonava meglio. Poi giustamente alla fine mi sono tenuto il mio. Sono nato con questo cognome e me lo tengo stretto.

Il tuo ultimo lavoro è: “Lo chiamavano Jeeg Robot”, com’è la trama e qual è il tuo ruolo?

Il mio è un ruolo secondario, faccio parte della banda dell’antagonista che è “Lo Zingaro” interpretato da Luca Marinelli, mentre l’attore protagonista interpretato da Claudio Santamaria, si chiama Enzo Ceccotti. Lui scappando dalla polizia si nasconde in una chiatta, e per sfuggire agli inseguitori si nasconde sotto l’acqua appoggiandosi a barili di rifiuti tossici.  Dandosi una spinta, un barile si rompe e lui viene risucchiato dentro e da quel momento in poi, a parte che sta male, comincia ad avere questa forza sovraumana e quindi la domanda che si fanno tutti quanti è: “All’inizio, un criminale che ci fa con i superpoteri?” ovviamente un povero ladruncolo di Tor Bella Monaca super delinque. Quindi tutto il contrario di quello che si pensi possa diventare  un super eroe. Poi subentrerà Ilenia Pastorelli che interpreta Alessia, che è un personaggio bellissimo e lei è stata bravissima. Alessia ha una vita disperata, le è morta la mamma, ha problemi di abusi sessuali. Lei porterà  a trovare la parte buona del protagonista, cioè del ragazzetto burbero, freddo e cupo ladruncolo, ad una persona che può prendere in mano un’altra persona e salvarla. E il mio personaggio secondario si chiama “Sperma”, quindi figurati, mi hanno rovinato (risata). Dico a tutti: “Quando mia nonna mi chiederà il nome del mio personaggio, dovrò farfugliare qualcosa di incomprensibile. Puoi immaginarti cosa dirà (risata)”.

Hai un sogno artistico o privato?

Chi è che non ha sogni? Un sogno mio, che non c’entra niente con il lavoro, ma spero che accada presto, è tornare in Thailandia. L’ultima volta che dovevo andarci, esattamente a settembre 2014,  avevo già il biglietto, tutti pronti, mamma, papà e mia sorella. Soltanto che mi chiamarono per il provino “Torneranno i prati” di Ermanno Olmi e mi prese. Quindi non sono partito. L’ultima volta che andai in Thailandia era il novembre del 2004, due settimane prima del maremoto, dello tsunami che fece tanti morti. Siamo stati fortunati, ma ci siamo portati dietro tanto dolore perché in quei posti abbiamo tanti amici. Io in Thailandia ci sono stato 13 volte. 

Com’è nata la passione per la Thailandia?

Mio papà lavorava come assistente di volo all’Alitalia, quindi in famiglia abbiamo sempre viaggiato. Siamo stati in America, in Giappone, ecc … Negli anni ’90 facevano le soste e molto spesso capitava che si rimaneva giù e i dipendenti della compagnia potevano portarsi dietro la famiglia. Ho conosciuto la Thailandia in una di queste soste e considero la Thailandia come la mia seconda casa. La prima volta avevo 8 anni e adesso ci vorrei tornare ancora, visto che l’ultima volta mi è rimasta sul gozzo (risata).

Tu sei di Genzano. Hai abitato anche a Roma?

Praticamente faccio avanti e indietro da Roma, perché a Genzano vivo con la famiglia, mentre quando vengo a Roma sto con la mia ragazza, in zona San Giovanni. Io spero un giorno di poter vivere qui, nella città eterna. Ora mi chiederai com’è il mio rapporto con Roma, vero? (risata)

Esatto

Roma è una città invidiabile e io ne sono follemente innamorato. Quando vivo qui la trovo con troppo traffico, è sporca, è mal gestita, disordinata … potrebbe essere la città per eccellenza per quello che ha. A cominciare dalla storia, ai monumenti, all’arte, il clima, ecc ...  invece non è così, perché è una città bella ma perduta. Speriamo che se ne rendano conto di quanto sta accadendo a partire dalle periferie, come Tor Bella Monaca dove abbiamo girato la maggior parte delle scene nel film: “Lo chiamavano Jeeg Robot”. Non posso credere che le persone che gestiscono questa città facciano finta di non vedere questa realtà, queste situazioni. Spero che se ne rendano conto perché Roma è una città splendida e merita di più.

Cosa ti manca di Roma, quando sei via per lavoro?

Mi manca il clima. Era Papa Giovanni Paolo II che quando scendeva a Roma dall’aereo si inginocchiava e baciava la terra? (risata). Ci sarà un motivo, no? Sai che mi manca un pochino anche il traffico? Quando sei qui a Roma il traffico ti da fastidio, per trovare il posto per la macchina ci metti un ora… Poi quando vai fuori Roma in quei paesi piccoli e silenziosi, ti mancano certe situazioni. Monti, Trastevere, i locali, la gente sorridente, i mercati che sono molto folcloristici, ecc … Ti manca la quotidianità. È una cosa pazzesca, ma è così.

C’è un angolo di Roma che ami molto?

Mi piace molto la zona Monti, San Giovanni. Sono giovane e lì ci sono tanti locali, c’è tanta gente che ha voglia di divertirsi, di rilassarsi, quel brusio, quell’euforia, il fatto che in strada si riuniscono tante persone a chiacchierare, poi ci sono tanti artisti come a Trastevere. Trastevere è un quartiere che frequento da una vita, lo trovo straordinario. Mi piace tutto di questa zona, i palazzi, i sampietrini, i suoi profumi, i colori mi affascinano e da sotto le case vedi le finestre illuminate con i soffitti di legno antico … Trastevere con il suo mercato domenicale di Porta Portese. Quello è un mercato che deve rimanere, è un patrimonio che fa parte delle tradizioni. Sono quelle cose che abbiamo noi. Magari vai giù a Palermo c’è il mercato della Vucciria, dove il sabato e la domenica dalle cinque del mattino in poi, trovi tutto, anche le cose più impensabili, rubate e non. Sono cose tipiche di ogni città che devono essere tutelate, che fanno parte del loro folclore. A Roma ci sono tanti mercati molto belli. Ma Roma è bella anche perché sa stupire.

Per un attore Roma che cosa rappresenta?

Un punto di riferimento perché ne conosco tanti di ragazzi da tutt’Italia che vengono qui per un discorso di cinema. Qua a Roma si dovrebbe migliorare il discorso “teatro”. Roma è un punto di riferimento per i casting, per le agenzie, per gli studi televisivi, ecc... Ho saputo qualche anno fa che a Roma ci sono 25.000 attori non professionisti e c’è un motivo. Quando il sabato sera esco a Trastevere o Monti ne incontro tantissimi, facciamo uno scambio culturale.