Ilaria Occhini (attrice)          Roma  4. 5. 1998  

                  Intervista di Gianfranco Gramola  

Felicemente innamorata del Colosseo

 

L’attrice toscana abita nel centro storico, esattamente in piazza Grazioli (ex piazza della Gatta), rione Pigna, ossia in quell’angolo delizioso di Roma che dista due passi da via del Corso. Ilaria Occhini è sposata con lo scrittore napoletano Raffaele La Capria. E’ nata ad Arezzo nel ’38 e dopo aver studiato Arte Drammatica, arriva in Tv, dopo una brave parentesi teatrale a fianco di Paolo Stoppa, interpretando diverse fiction: L’alfiere – Il vicario di Wekefield –Delitto e castigo – La fiera delle vanità – Il diavolo e l’acquasanta, ecc… In teatro, suo grande amore,  ha recitato in :Gabbiano – Il giardino di Liuba – Uno sguardo dal ponte – Ciao Rudy – Il pellicano – Quel pasticciaccio brutto di via Merulana – La moglie saggia, ecc… E poi cinema: Un uomo a metà – Il mantenuto – Lo scherzo – La città morta – Diario di un giudice – Benvenuti in casa Gori – Piazza di Spagna – ecc... La Occhini ha lavorato a fianco dei più grandi attori italiani, da Vittorio Gassman a Ugo Tognazzi, da Mastroianni a Vittorio De Sica, da Paolo Stoppa e Rina Morelli e tanti altri, ed è stata diretta da registi come Zeffirelli, Dino Risi, Alessandro Benvenuti e De Sica.

Ha detto:

- Ho una regola: mai parteggiare per il personaggio che fai, devo essere distante, devo essere in grado di giudicarlo. Se ti innamori sei fritta.

- Ho imparato a leggere da piccola, grazie a nonno Papini e so anche vedere e giudicare bene. Me lo ha insegnato mio padre che era un critico d'arte. Non mi considero una persona colta, ma evidentemente la cultura che ho respirato fin da piccola ha lasciato il segno.

- Con mia figlia Alexandra ho un ottimo rapporto, come con tutto il clan Venditti, Izzo e Tognazzi, ma con Simona Izzo c'è una marcia in più. Simona è una donna straordinaria, di grande finezza d'animo, una vera artista molto diversa dalla suocera classica che rivendica il possesso del figlio.

Curiosità:

- Suo nonno era il grande poeta, narratore e saggista Giovanni Papini.

- La Occhini ha una figlia, Alexandra, che ha sposato il figlio di Antonello Venditti e di Simona Izzo,  Francesco Saverio, che fa l’attore.

- La famiglia Occhini possiede una fattoria in piena campagna, fra i vigneti dei colli aretini, dove produce un vino di alta qualità.

Intervista

Lei non è romana, vero?

Io sono praticamente romana perché sono sempre vissuta a Roma, perché a 18 anni mi sono stabilita qui con la scuola d’arte drammatica. Chiaramente la mia città rimane Firenze, perché quando ci ritorno i paesaggi fanno parte del mio habitat , della mia anima. Però la mia vita si è svolta qua e io non potrei stare che a Roma, non potrei vivere senza Roma, perché è tutta un’altra libertà, tutta un’aria provinciale, allegra. Insomma io mi trovo molto bene nella Città Eterna.

Se è andata a Roma a 18 anni, come ricorda l’impatto con la Capitale?

Ma quando si è molto giovani tutto ci sembra naturale. Io vivevo in appartamenti ammobiliati, vicino a Piazza di Spagna e nei posti più belli di Roma, del centro storico e l’accademia allora era molto bella e si viveva con grande passione, un grande amore e un particolare ricordo, l’allegria della gioventù e  intraprendere  questa professione.

Com’è il suo rapporto con la cucina romana?

Con la cucina romana ho un rapporto molto allegro, molto bello. Mi è piaciuta molto la cucina della Capitale, ma da un po’ di tempo sono tornata alla cucina della mia Firenze, che è una cucina più leggera, più casta.

Qual è il fascino di Roma, secondo lei?

Sta tutto nella libertà. Cioè qui una persona è libera non ha tutti i condizionamenti delle città piccole, delle città di provincia. Libero nel senso che non hai gli occhi addosso e non senti quell’orrore dei pettegolezzi di chi ti guarda, di chi ti giudica. Se tu vuoi vedere i tuoi amici li vedi se non vuoi vederli non li vedi. E’ una città libera e bella soprattutto. Dalla mia finestra di piazza Grazioli vedo dei tramonti molto particolari tipo cinema Scope.

Come trova i romani?

Ma, i romani ci sono ancora? Quando sono arrivata a Roma ce n’erano di più. I romani li ho incontrati di più nell’autobus o dal negoziante ma adesso è tutto un misto e di romani abbastanza veraci ce ne sono pochissimi.

Cosa prova nel ritornare a Roma dopo una lunga assenza?

Pensi che ero a Parigi per studiare il francese e perdere l’accento, ero lì da 4 mesi, quando un giorno sul Figaro vidi una fotografia del Colosseo e mi vennero le lacrime agli occhi e non vedevo l’ora di tornare a Roma. Curioso, vero ?

C’è una Roma in cui lei ama rifugiarsi nei momenti liberi?

Io abito nel centro storico, praticamente il punto più bello di Roma. Sono a 10 metri da piazza Venezia, guardi qui attorno a me è tutto bellissimo. Ci sono i Fori qui dietro, la Minerva, il Pantheon e quelle viuzze molto carine a portata di mano. Vivo dove sogno di vivere.

Cosa la preoccupa di più del futuro di Roma?

In questo non ho le idee chiare perché i problemi di Roma sono tanti e grandi, il traffico, la vivibilità, la sciattoneria, è una città un po’ mediorientale però ha anche un suo fascino. Sul futuro di Roma devo rifletterci bene.

Per lei cos’è il Tevere?

Quello è proprio brutto davvero. Siccome si è sempre detto er “bionno Tevere” io lo ricordo invece sempre di un colore marrone. Non è mai stato come un fiume limpido. Detto questo, sarebbe bello che fosse più vissuto. C’è sempre il terrore dell’acqua del Tevere. Insomma è un fiume che non vive, ecco. Mentre un fiume così sarebbe bello che avesse una sua vita, spontanea però.

Un consiglio, un suggerimento a Rutelli?

Ma i problemi di Roma, ripeto, sono tanti. Roma è una città che non è curata abbastanza nelle opere d’arte però ora vedo che stanno facendo dei grandi  lavori per  il Giubileo. Vede tante e chiese e palazzi sono ingabbiati quindi vuol dire che si sta cercando di fare molto per migliorare Roma. Il  turismo quando arriva è un disastro perché è già abbastanza affollata. Povero Rutelli non vedo come possa fare se non ascoltare la gente e risolvere i problemi uno a uno.

Un consiglio per i turisti che invaderanno Roma per il Giubileo?

Di comportarsi come se fossero a casa loro e non come in Medio Oriente dove si butta tutto per terra, dove la sporcizia si lascia dove capita, tranquillamente. Si vestono come si vestono, sporcano, ecc…                                        

Da anni si parla di eliminare il mercato domenicale di Porta Portese. Cosa ne dice lei?

Per carità di Dio. Non lo sapevo. Questo è molto triste. Non mi andrebbe bene, non capisco perché. La domenica è bello andarci. Forse bisognerebbe tenerle più ordinate.

Un suo sogno nel cassetto?

Non ce l’ho.

Progetti per il futuro?

Progetti di teatro. Sto facendo una cosa di Strimberg molto bella che si chiama il Pellicano con la regia di Stiroli e l’abbiamo fatto tempo fa con enorme successo e adesso lo rifacciamo anche al Teatro di Roma.