Jenny Tamburi (attrice)       Roma  13.12.2002

                Intervista di Gianfranco Gramola

Un'artista sempre sorridente

 

L'attrice aveva 53 anni ed era malata da tempo. Era nata a Roma il 27 novembre 1952. All’anagrafe era Luciana Tamburini, ma agli inizi usava il nome d’arte di Luciana della Robbia, per poi adottare il nome Jenny Tamburi. Era stata protagonista con Johnny Dorelli, a 17 anni, di “Aggiungi un posto a tavola” con la regia di Gino Landi. Al cinema aveva esordito con “Splendori e miserie di Madame Royale” (1970) al fianco di Ugo Tognazzi. La sua carriera cinematografica ha preso la strada dell'erotismo soft, di cui è stata una delle protagoniste fino ai primi anni 80. Ha girato molti film tra cui “Lo studente” (1982) di Ninì Grassia, “Il tango della gelosia” (1981) di Steno, “Bello di mamma” (1980) di Rino Di Silvestro, “Melodrammore” –“ E vissero felici e contenti” (1978) di Maurizio Costanzo, “Sette note in nero” (1977) di Lucio Fulci, “Frankenstein all'italiana” (1975) di Armando Crispino, “La seduzione” (1973) di Fernando Di Leo, “Fiorina la vacca” (1972) di Vittorio De Sisti. In tv è stata un volto familiare della Rai degli anni 70, conquistando una certa popolarità alternando ruoli di valletta o conduttrice a quelli di attrice. Nel '75 ha affiancato Alberto Lupo nella conduzione di “Senza rete”, nel '77 è stata tra i presentatori del varietà “Scuola serale per aspiranti italiani”. Nel '76 ha interpretato il personaggio di Alba nello sceneggiato “Camilla” e l'anno successivo Vanda in “La paga del sabato”. Lasciato il ruolo di attrice inizia una nuova carriera come agente di spettacolo e diventa una delle maggiori casting director italiane, aprendo anche una scuola di recitazione a Roma. Tra le innumerevoli produzioni che vantano il suo contributo si ricordano la serie di Incantesimo e Game Over.

Ha detto

- Non è che fare la valletta sia degradante, ma perché è un ruolo non mio. Io ho bisogno di recitare, di realizzarmi. Facendo la valletta non è che ci si possa esprimere molto.

- I film sexy, che facevo e che ora non faccio più, riguardandoli mi sono accorta che erano film da educande, perché quello che si vede oggi è davvero pornografico.

- Ad un certo punto, o uno arriva ad essere quello che si è prefissato, oppure lascia perdere. Io volevo essere come Giovanna Ralli o Monica Vitti. Non ci sono riuscita, pazienza.

Curiosità

- Era Direttrice di una scuola di recitazione che portava il suo nome.

- Si definiva una persona nata libera, infatti non si sposò mai.

- Il cinema, il 6 maggio 2005, gli ha reso omaggio, assegnandole il premio alla carriera nella manifestazione Rodolfo Valentino 110th Anniversary.

- E' scomparsa il 1° marzo 2006, stroncata da un tumore. I funerali si sono svolti a Roma, nella Chiesa degli Artisti, a piazza del Popolo.

Intervista

L’intervista la facciamo via telefono. Lei è nella sua casa di via Flaminia Vecchia, 831. A Roma è in corso un temporale e lei me lo conferma, anche se attraverso la cornetta si sentono i tuoni. Durante l’intervista mi ha colpito molto il suo entusiasmo e la sua vitalità. Ci siamo lasciati, con la speranza di trovarci a Roma, nelle mie prossime “vacanze romane” e con la promessa che mi avrebbe fatto assaggiare l’amatriciana, fatta da lei, bravissima anche in cucina. 

Romana de Roma. In quale zona di Roma hai passato l’infanzia e come la ricordi?

L’infanzia la ho passata vicino alla stazione Termini che era una zona molto carina, quand’ero piccola io. Poi, piano piano, è diventata una zona non frequentabile e ci siamo spostati in un’altra zona. Siamo andati alla collina Fleming, da sempre, un bel posto, molto carino.

Che rapporto hai con Roma?

Io credo che non potrei vivere in un’altra città. Ho vissuto per un periodo a Los Angeles, un po’ a Parigi, poi a Milano ma in verità non posso vivere in un’altra parte. E’ proprio la mia città.

E che rapporto hai con la cucina?

La mia cucina in generale è di tutti i tipi, faccio di tutto, sono una brava cuoca, amo cucinare, e faccio spesso delle cose tipo “novelle cousine”. La cucina romana è un po’ pesantuccia per tutti i giorni, però la carbonara e l’amatriciana le so fare molto bene. Se mi vieni a trovare rimarrai a bocca aperta.

C’è un angolo di Roma a cui sei particolarmente legata?

Piazza di Spagna e Trinità dei Monti, perché, forse, ci andavo quando ero ragazza, ci passavamo per andare al Pincio e mi piace andare a passeggiare lì intorno a quella piazza.

Cosa provi a tornare a Roma dopo una lunga assenza?

E’ emozionante. Io sono stata spesso via da Roma, sono stata a Los Angeles per lavoro, perché quando ho smesso di fare l’attrice mi sono messa a fare l’agente cinematografico e quindi ho portato in Italia gli attori di “Beautiful”, e mi sono inventata la soap opera hotel, perché era mettere appunto in opera gli attori di soap opera sul giornale “Grand Hotel”. Sono stata anche a Milano, è bellissima ma grigia. Roma se c’è una bella giornata di sole è fantastica e poi bisogna dire che a Roma sono spessissime le giornate di sole. Poi quando ti svegli la mattina, apri la finestra è c’è una bella luce, non devi accendere la luce.

Come vivi la Roma by night?

Adesso non la vivo più molto, nel senso che la vivo solo per andare a teatro, fuori a cena o al cinema. Il night ovviamente non lo vivo più. Io, sai, ho vissuto il Piper, sono un "ex  Piperina", ho cantato al Piper con Gepy e Gepy. Ho iniziato così la mia carriera. Prima come cantante e poi come attrice.

Nei momenti liberi in quale zona di Roma ami rifugiarti?

Devo dire che amo, la domenica, andare a Porta Portese. Mi diverte molto e poi mi piace girare il centro e fare colazione in qualche localino carino di quella zona.

Roma, è o no, la più bella città del mondo?

Roma è la città più bella del mondo peccato che noi non la rispettiamo abbastanza. Perché non ci rendiamo neanche conto di quanto sia bella. Non ce ne rendiamo conto perché come tutte le persone come hanno una cosa non l’apprezzano più. Però quando poi sei fuori città, stai lontano e ci ritorni, ti rendi conto che è una città fantastica.

Per una donna di spettacolo cos’è Roma?

E’ unica, c’è tutto. C’è il cinema, il cinema nasce a Roma, è di Roma, Cinecittà, gli studios ossia gli ex De Paolis dove io lavoro, ho l’ufficio e la mia scuola di recitazione dove insegno a fare i provini agli attori. Quando io esco da un ufficio, attraverso il cortile ed entro in un altro ufficio, cioè nella scuola.

Come sono avvenuti i tuoi inizi?

Il passo dal Piper al mondo del cinema è stato breve perché in realtà, nel locale di via Tagliamento, venivano spesso gli agenti, i produttori. Poi vieni scoperta, vai a fare un provino. Nel 1970 vinsi un provino per la protagonista del film. “Splendori e miserie” di Madame Royal, con Ugo Tognazzi, e la regia di Vittorio Caprioli.

I tuoi genitori che futuro sognavano per te?

Sono molto sincera, io ho vissuto con mia mamma perché mio padre se n’è andato  che avevo 3 anni e non lo ho mai più visto, non so nemmeno che faccia abbia. Mia mamma purtroppo non c’è più, è scomparsa prematuramente, e in realtà non so, forse non pensava che avrei fatto l’attrice. Io dicevo spesso che volevo fare la hostess, però poi sai il destino è strano, si presentano delle occasioni, passa un treno, lo prendi e vai. Io lo ho preso, sono stata fortunata.  

Ora ti occupi di casting, vero?

Il passo è molto semplice, avendo recitato per molti anni, credo di essere la persona adatta per questo lavoro. Ad un certo punto fare l’attrice non mi dava più soddisfazione e nemmeno emozione. Non mi piaceva più, insomma. A quel punto ho detto: “Cosa possiamo fare!” Ero infelice la mattina all’idea di andare a lavorare, non avevo carica, non avevo emozioni. Se un attore non ha emozioni come fa a dare emozioni al pubblico. Allora ho pensato di fare l’agente cinematografico, perché in realtà non ho mai avuto un agente come volevo io. Però fare l’agente è dura, faticoso e non è poi così gratificante, perché spesso scopri dei talenti e poi se ne vanno con un’agenzia più grande. E poi mi sono messa a fare la Casting. La Casting era un lavoro nuovo, in America c’è da tantissimo, invece da noi era abbastanza nuovo quando io ho cominciato e poi piano piano mi sono resa conto che  era molto gratificante (rispetto al lavoro di agente che facevo prima), perché era bello fare provini, portare delle idee per degli attori, per le ferie, insomma era piacevole questo tipo di rapporto, rimanendo nel contesto e poi devo dire la verità che quando faccio i provini, siccome le battute agli attori le do io, è un modo come un altro per continuare a recitare.

Quali sono i tuoi hobby, i tuoi passatempi quando non lavori?

La palestra, il teatro che è il mio grande amore e che è l’unica forma di spettacolo che mi manca. Se dovessi tornare a recitare io tornerei solo a teatro. Il resto non mi manca, non mi interessa. Poi c’è la lettura, il lavoro all’uncinetto e poi cucino per gli amici. Ne ho tanti.

La tua più grande soddisfazione nel campo artistico?

“Aggiungi un posto a tavola” è stata la cosa più bella che io ho fatto e quando tu fai una cosa così bella è difficile farne delle altre così belle.

La più grande delusione?

Tante volte penso che non ho avuto costanza, non ho aspettato che mi passasse il momento di crisi professionale e allora forse potevo continuare a recitare, però poi non ho visto mai i grandi registi fuori dalla mia porta che si strappavano i capelli e allora forse va bene così.

Hai lavorato con grandi Vip, ad esempio Alberto Lupo, un grande

Ho fatto “Senza rete” con Alberto Lupo e Lino Banfi. Sai io ero giovane e da giovane c’è l’incoscienza della gioventù, non mi rendevo conto della grandezza di chi avevo accanto. Poi adesso rivedendo queste cose che fanno vedere in bianco e nero, mi rivedo e vedo Alberto e altri grandi, anche con Johnny Dorelli ho lavorato, Ugo Tognazzi, altro grande, Enrico Maria Salerno, Giulietta Masina. Ho lavorato insieme a tanti grandi e sono felice di aver avuto questa possibilità. E’ stata una grande esperienza perché tutti questi grandi mi hanno dato qualcosa. C’è sempre da imparare, tutt’oggi ho ancora da imparare.

Quali erano i tuoi miti da ragazzina?

Il più grande mito che avevo io era Giovanna Ralli e Monica Vitti, delle attrici italiane. Erano in assoluto quelle che amavo di più, e con Monica Vitti ho lavorato mentre con Giovanna Ralli purtroppo non ho mai lavorato. E un regista con il quale non ho lavorato al cinema come attrice, ma ho fatto il suo cast per l’ultimo film: “Concorrenza sleale”, è Ettore Scola. Mi è dispiaciuto non aver lavorato come attrice, però sono felice di averci lavorato come Casting.

Con il successo sono cambiate le tue amicizie?

Inevitabilmente cambiano, però ce n’è qualcuna che mi porto dietro, perché quando hai successo diventi capricciosa e abbandoni certe vecchie compagnie, ma i veri amici restano. Sono una donna molto fortunata, ho tanti amici.  

Che rapporto hai con la Fede

Sono una cattolica praticante, vado a Messa tutte le domeniche.

E con i soldi?

Non me ne frega niente accumularli, servono per vivere. Faccio un po’ di beneficenza, quella che posso chiaramente, non sono miliardaria. Ho un bambino adottato a distanza, adesso ne adotto un altro. Non ho figli miei, quindi cerco di dare.

A chi vorresti dire “grazie”?

Vorrei dire grazie a tutte quelle persone che mi hanno aiutato a crescere, sia nella vita, come donna e chi mi ha aiutato a crescere professionalmente anche adesso.