Loretta Goggi (attrice – soubrette)    Roma 21. 2. 2008

                      Intervista di Gianfranco Gramola

Una brava artista delusa dalla Tv

 

(biografia tratta dal sito ufficiale www.lorettagoggi.it)

Loretta è nata a Roma il 29 settembre del 1950, da papà Giulio (ex funzionario della Camera dei Deputati ) e da mamma Costanza. E’ l’artista per eccellenza, una donna dotata di un autentico talento artistico, capace di cantare, ballare, intrattenere, recitare, condurre trasmissioni televisive e addirittura imitare. A poco più di 10 anni viene accompagnata dai genitori ad un provino per partecipare ad uno sceneggiato televisivo diretto da Anton Giulio Majano, “Sotto Processo” i cui attori principali sono Ilaria Occhini ed Alberto Lupo. Ottiene la parte e quel ruolo segna l’inizio di una vera e propria carriera di attrice televisiva che la porta a recitare in quasi tutti gli sceneggiati televisivi più importanti degli anni 60, tra i quali, solo per citarne alcuni, “La cittadella” al fianco di Alberto Lupo, “E le stelle stanno a guardare” con Giancarlo Giannini, “I miserabili”, “Le avventure del Commissario Maigret” con Gino Cervi e “La vita di Dante” con Giorgio Albertazzi. Tra uno sceneggiato e l’altro incide il suo primo disco, “Se la cercherai”, un brano scritto da Nico Fidenco e pubblicato dalla RCA. La vera, prima, grande occasione arriva nel 1969 quando Anton Giulio Majano le affida il ruolo di Joan Sadley nella trasposizione televisiva del romanzo “La Freccia Nera”, accanto ad Aldo Reggiani ed Arnoldo Foà. Il grande successo dello sceneggiato regala a Loretta una enorme popolarità, le prime copertine importanti, la parte di protagonista nel film “Zingara” con Bobby Solo ed il primo contratto discografico con la Durium, per la quale incide il primo 45 giri ufficiale pubblicato con il suo nome per intero, dal titolo “Fino all’ultimo”. Il brano viene presentato in tv nella trasmissione “Incontri Musicali”, in cui Loretta si cimenta nel ruolo di presentatrice ed imitatrice. Nei primi anni 70 la carriera di Loretta inizia a virare sempre di più verso il varietà e l’intrattenimento in genere; viene scelta come presentatrice di alcuni “speciali” televisivi tra cui “Incontro con..Lucio Battisti”, è conduttrice di vari programmi radiofonici e parallelamente continua a farsi strada nel mondo della canzone con la realizzazione di un altro singolo per la Durium dal titolo “Cibù Cibà”, scritto da Paolo Limiti. Nel 1971 un’altra grande occasione: Loretta è ospite in una trasmissione radiofonica condotta da Pippo Baudo e, quasi per caso, improvvisa alcune imitazioni di cantanti famose durante la registrazione della puntata. Baudo ne rimane folgorato, intuisce il talento di show-girl di Loretta e le propone di affiancarlo nella conduzione della trasmissione televisiva “La freccia d’oro” alla quale seguono un nuovo disco dal titolo “Ti chiedo scusa” e partecipazioni come ospite in numerose trasmissioni di successo, a volte anche accompagnata dalla sorella più piccola, Daniela, anche lei attrice in sceneggiati di successo (“David Copperfield”, “E le stelle stanno a guardare” ecc.). Nell’estate dello stesso anno Loretta incide un nuovo brano “Io sto vivendo senza te” con il quale partecipa a “Il disco per l’estate” ed un brano per bambini che viene venduto abbinato a due bambole dal nome “Cico e Bum”. Nel 1972 Baudo propone Loretta come sua partner in Canzonissima. I dirigenti Rai sono scettici ma, dopo averla “sperimentata” in un varietà di una sola puntata intitolato “Teatro 10” a fianco di Franco Franchi, confermano Loretta alla trasmissione del sabato sera. L’idea si rivela vincente: Loretta diventa una beniamina del pubblico televisivo, la sigla della trasmissione “Vieni via con me (Taratapunzi-e)” è uno dei maggiori successi discografici dell’anno ed il suo poliedrico talento le fa guadagnare la “Maschera d’argento”. Il 1973 segna un altro momento importante nella carriera di Loretta: il sodalizio artistico con Alighiero Noschese nella trasmissione “Formula 2”. Dopo un periodo di volontario allontanamento dalle scene Loretta nel 1975 firma un nuovo contratto con la CBS-Sugar e torna a cantare proponendo al pubblico due brani “Loretta con la O” e “Dirtelo, non Dirtelo”, una canzone che diventerà uno dei suoi più grandi successi; il brano parte un po’ in sordina ma, riproposto qualche mese dopo l’uscita all’interno dello sceneggiato musicale “Dal primo momento che ti ho visto” in cui Loretta è affiancata da Massimo Ranieri, diventa una vera e propria hit discografica. Negli anni successivi Loretta decide di puntare sulla canzone e, prodotta da un big della musica come Totò Savio, inizia a proporsi come cantante vera e propria con brani che diventano dei successi discografici (“Ancora Innamorati”) e che propone all’interno di uno spettacolo itinerante dal titolo “Go & Go” che, in coppia con Daniela, porta in tutta Italia per ben due anni consecutivi e la cui sigla “Domani” diventa a sua volta un successo discografico. La coppia Loretta-Daniela piace e la Rai affida alle due sorelle il ruolo di protagoniste ne “Il Ribaltone” una trasmissione antesignana degli attuali spettacoli del Bagaglino-Salone Margherita fatta di musica, satira, comicità e danza. Nel 1979 il sodalizio artistico con Daniela si scioglie e Loretta diventa primadonna della TV italiana presentando il primo “Fantastico”, trasmissione abbinata alla Lotteria Italia, a fianco di Heather Parisi e Beppe Grillo per la regia di Enzo Trapani. Loretta cambia casa discografica e inizia un proficuo rapporto con la Wea per la quale incide quelli che diventeranno i suoi cavalli di battaglia. Da “L’aria del Sabato sera” in poi è un successo dopo l’altro fino a “Maledetta Primavera”, una canzone che è diventata un classico della musica leggera italiana, che Loretta presenta al Festival di Sanremo nel 1981 guadagnando la seconda posizione. Gli anni 80 sono l’inizio di un periodo di grandi soddisfazioni per Loretta che è conduttrice del primo varietà di Canale 5 (“Hello Goggi”), protagonista a teatro al fianco di Gigi Proietti della commedia musicale “Stanno Suonando la Nostra Canzone” e, per la prima volta, unica conduttrice delle due puntate della rassegna musicale “Gondola d’oro” di Venezia.  Nel 1982 Loretta torna alla radio con un programma dal titolo “Effetto Musica” per Radio Rai e continua a cantare con un nuovo album dal titolo “Pieno d’Amore” che promuove nelle maggiori trasmissioni televisive del momento tra cui “Domenica In”, “Premiatissima”, “Un milione al secondo”. Nel 1983 una nuova scelta azzardata che si rivela vincente: “Gran Varietà”, anche questo un programma pioniere di una nuova emittente privata “Retequattro”. Loretta è affiancata da Paolo Panelli e Luciano Salce, che è anche regista della trasmissione. Nell’autunno del 1983 il ritorno da Mamma Rai con una novità: “Loretta Goggi in quiz” che, come dice il titolo, è sì un quiz ma condotto da Loretta Goggi che pertanto lo infarcisce con musica, intrattenimento, gossip al pianoforte con Memo Remigi, balletti in coppia con Gianni Brezza e le canzoni del suo repertorio. La trasmissione diventa un successo, vince il Telegatto, e per la prima e unica volta nella storia Loretta accetta di fare il bis e riproporla nella stagione televisiva 1984-1985, sempre con Memo Remigi e con Fabio Fazio, al suo debutto come ospite fisso. Nel 1986, dopo quasi un anno di pausa volontaria dalle scene e qualche sporadica partecipazione come ospite in una trasmissione di Luciano Rispoli dal titolo “Il tappeto volante” e nella “Domenica In” di Damato-Gardini, un grande ritorno in TV come conduttrice. Loretta presenta – prima donna a farlo da sola - il Festival di Sanremo, e sua è anche la sigla, “Io Nascerò”, un brano di Mango, che diventa disco d’oro e che segna l’inizio di una collaborazione con l’etichetta Fonit-Cetra. Subito dopo il Festival Loretta conduce, con il debuttante Alessandro Cecchi Paone,  “Il bello della diretta”, varietà con satira, test psicologici e momenti di comicità durante il quale presenta un nuovo album “C’è Poesia”, un disco composto da brani inediti e cover interpretate in duetto con i loro autori, a tutt’oggi il più venduto della sua discografia. La collaborazione con la Rai continua, in maniera serrata, negli anni successivi con “Canzonissime” (1987), un programma dedicato alla storia della musica italiana, “Ieri, Goggi e Domani”, rotocalco pre-serale di spettacolo e attualità, e “Via Teulada 66” programma contenitore di mezzogiorno, tutti scritti in tandem con Gianni Brezza che ne è regista. Ad ogni trasmissione è legato un nuovo disco: dopo il primo “C’è Poesia” esce un secondo volume dello stesso disco, “C’è Poesia 2”, seguiti da “Donna io Donna tu” e da “Punti di Vista”. Dopo “Via Teulada 66” Loretta decide di prendersi un periodo di riposo e per circa due anni resta lontana dalle scene artistiche per tornare nella primavera del 1991 su Telemontecarlo con “Festa di Compleanno”, in seconda serata. Chiusa l’esperienza con Telemontecarlo Loretta si allontana ancora una volta dalle scene e nei primi anni 90 le apparizioni in TV sono rare, tra queste ricordiamo “Serata d’onore” nel 1992 e “Il canzoniere delle feste” nel 1993 E “Primadonna”, un programma dedicato alle donne condotto da Ombretta Colli. Il grande ritorno sulle scene è a teatro, grazie all’intervento provvidenziale di Pietro Garinei che nel 1995 convince Loretta a fare coppia con Johnny Dorelli in “Bobbi sa tutto”, 4 atti scritti da Gigi Magni, Iaia Fiastri, Age e Scarpelli, Benvenuti e De Bernardi. Due anni di tournèe, teatri esauriti in tutta Italia, uno strepitoso successo per questa coppia artistica che si ricostituisce anche in TV nella fiction “Due per Tre” in onda su Canale 5 all’interno di Buona Domenica. Nel 1999, dopo alcune parentesi televisive tra cui “Innamorati Pazzi” e ben quattro edizioni di “Viva Napoli” come co-conduttrice al fianco di Mike Bongiorno, un nuovo ritorno a teatro con “Hello Dolly”, il famoso musical americano. Quattro anni di tournee in tutta Italia, incassi miliardari, teatri esauriti, file ai botteghini, cd ristampati per ben tre volte. Nel 2004 una nuova parentesi teatrale, questa volta con la regia di Lina Wertmuller che per lei inventa il ruolo di una estrosa, dinamica e vitale regista che raccoglie attorno a sé un gruppo di aspiranti attori e li istruisce al fine di mettere in scena un’opera di Shakespeare. Il risultato di tutto ciò è “Molto Rumore – senza rispetto – per nulla”, una sorta di rielaborazione in chiave musicale e a tratti dissacratoria del capolavoro del grande drammaturgo inglese. Lo spettacolo viene presentato in anteprima a Verona a fine Luglio e poi viene portato in tournée in tutta Italia da ottobre ad aprile, sempre con grande successo.

Riconoscimenti

Disco magico - Noce d'oro - World Popular Song al Festival di Tokyo - Maschera d'argento (massimo premio teatrale italiano) - Disco d'oro (1973) - Premio Naxos (diversi) - Rosa d'argento al Festival di Montreaux per Il ribaltone - Teelegatto per la sigla L'aria del sabato sera (1980) – 2° cl. Al Festival di Sanremo 1981 con Maledetta Primavera - Disco di Platino (1981) - Vela d'oro a Riva del Garda (1981) - Grammy Award (Germania 1982) - Telegatto per Loretta Goggi in quiz (1984) - Positano Top Parade Loretta Goggi in quiz (1984) - Telegatto come personaggio femminile dell'anno (1988) - 2 Oscar della TV per la sigla di Via Teulada, 66 (Il mio uomo) e personaggio femminile (1989) - Microfono d'argento (1989) – "Campionato vela" Punta Ala - Biglietto d'oro per Bobby sa tutto con Johnny Dorelli (1996) - Artista dell'Anno I.M.T.A. (Italian Musical Theatre Award) 2000 - Oscar del musical (2000) - Viva Napoli con il brano "Cu'mme", duetto con Enzo Gragnaniello - Premio Canova "Oltre lo spettacolo" (2002).

Ha detto:

- Non riesco quasi mai a fra parlare di me i settimanali rosa: so cucinare, sono puntuale, fedele, amante degli animali. E ho il vizio di mangiarmi le pellicine. Così, purtroppo, non si diventa divi.

- Io rido perché sono un cuor contento. Rido quando mi alzo e quando vado a dormire. E’ un difetto? Forse. Cerco di correggerli i difetti, a volte ci riesco a volte, no.

- Io e Gianni abbiamo deciso insieme di lasciare un certo tipo di televisione: a lui non piaceva essere considerato il principe consorte e non piace neanche a me.

- Una mia definizione come donna e come attrice? Il vulcano di Stromboli. 

Curiosità

- Loretta è anche la prima doppiatrice di Titti, il famoso canarino dei cartoons, al quale Gatto Silvestro (ai tempi doppiato da Gigi Proietti), da tempo immemorabile dà inutilmente la caccia.

- All’attività di attrice ha affiancato quella di doppiatrice; è sua la voce di Ornella Muti, Silvia Dionisio, Mita Medici e Agostina Belli nei loro primi film, di Kim Durby ne “Il Grinta”, film western con John Wayne, di Katharine Ross in “Ucciderò Billy the Kid” e di tante altre attrici italiane e straniere.

- Con il nome di Daniela Modigliano, nel 1966, ha partecipato al programma per debuttanti “Settevoci”.

- Con il marito possiede la barca "Lori’s Eyes" (gli occhi di Loretta).

- La sua canzone “Maledetta Primavera” ha venduto 1 milione di copie in tutto il mondo.

- Il 26 aprile 2008, dopo anni di convivenza, Gianni e Loretta si sono sposati con rito civile, in quel di Orbetello.

Intervista

L’ho contattata sulla sua segreteria telefonica. E’ in casa, tranquillità e beata e si sta riposando. In questi giorni Loretta è molto impegnata al teatro Sistina, con il suo one-woman show “Se stasera sono qui”, diretto dal marito Gianni Brezza.

Come ricordi la Roma della tua infanzia, Loretta?

Ho un ricordo bellissimo di dove sono nata, cioè in piazza dell’Orologio, vicolo Sforza Cesarini, esattamente in un attico e super attico di vicolo Sforza Cesarini. Quindi vicino alla Chiesa Nuova, di fronte a Campo de’ Fiori. Ho un ricordo bellissimo dell’atmosfera che c’era, si andava ancora a prendere il latte nelle bottiglie di vetro, quelle con il vuoto a rendere, ricordo la mia chiesa dove andavo la domenica. Ricordo che non c’era l’ascensore e per la spesa, mia nonna calava il cestino e il fornaio o i fornitori, ci mettevano le cose dentro e poi si tirava su il cestino. Cose così si vedono ancora nei film in bianco e nero.

Attualmente com’è il tuo rapporto con Roma?

Con Roma ho un bel rapporto, nel senso che Roma è una città che ti apre le braccia. Quindi in qualsiasi momento, qualsiasi persona arrivi in questa città non si sente isolata, non si sente sola o abbandonata. Si sente a casa, insomma. Poi per certi versi Roma ha dei difetti che sono probabilmente comuni a tutte le città che hanno un bel clima e quindi una certa rilassatezza, una mancanza di puntualità, un grande traffico e si vive molto all’aperto.

Il tuo rapporto con la cucina romana?

La cucina romana mi piace tanto, mi piace tanto quella bella tosta, quella di una volta. La coda alla vaccinara, la paiata, i carciofi alla giudia, la matriciana… sono proprio un amante della cucina verace romanesca. Quando capita andiamo con gli amici a Testaccio o in certi posti dove si sa che si può trovare una cucina rustica, casareccia.

Hai sempre abitato in centro?

No! No, purtroppo no. Ho vissuto lì fino a sei anni, dopo di che sono passata a vivere a piazza Irnerio, che sta nella zona di via Aurelia, dietro il Vaticano, insomma.

Cosa ti manca di Roma quando sei via per lavoro?

Devo dirti la verità, cioè che io mi sento una cittadina del mondo, nel senso che sono abituata fin da quando ero bambina a viaggiare per lavoro. Io ho iniziato molto presto a lavorare nel mondo dello spettacolo e quindi Roma per me rappresenta casa, il tornare a casa. L’atmosfera, la mia casa, la mia stanza, le mie cose, il mio clima, il mio terrazzo dove di fronte vedo la cupola di San Pietro. E’ proprio il senso del ritorno a casa e cioè casa dolce casa, come si usa dire.

I romani come li trovi?

Come ti dicevo prima, se tu a Roma sei triste, ti fermi a sentire i ragazzi che parlano, il tassista o i negozianti che parlano e tu ti senti a casa e quindi non ti senti abbandonato. Sono un po’ strafottenti, è vero, e il personaggio tipico romano che lo rappresenta al meglio è proprio il Rugantino, tanto per capirci. Oltre la strafottenza c’è da dire che i romani sono leggermente indolenti, perché questo fa anche parte del clima romano che è sempre bello e quindi invita al riposo e quindi ad una certa rilassatezza e quindi i romani sono apparentemente poco dinamici. Dico apparentemente, perché i tempi cambiano e quindi tutto quello che una volta dicevano, cioè che solo i milanesi lavorano e i romani invece no, non è più vero. Certamente se tu vai in un ufficio pubblico, alle poste o in una banca al nord, c’è un saluto innanzitutto, c’è una civiltà e c’è una certa efficienza, non si perde il tempo in chiacchiere, ecc… Tu vai a far la fila alle poste a Roma e ci sono quei due che parlano della malattia della figlia, del pediatra e di questo e di quello e fanno una specie di salotto, nell’attesa del proprio turno. Però questo è anche bello e ti dà il senso del non meccanico e quindi ti rilassa e nell’attesa uno ascolta questo o  quello. I romani sono molto più rilassati rispetto a quelli del nord. Poi tutti hanno difetti e pregi, o no, Gianfranco?

Certamente. Per un’artista, Roma cosa rappresenta?

Roma in questo senso è la Capitale dello spettacolo, io parlo proprio come studi televisivi, come studi del cinema, vedi Cinecittà.

E del teatro, no?

Riguardo alla cultura del teatro, devo dire che c’è anche al nord, forse anche di più, proprio perché si sta al chiuso e quindi la gente o sta a casa o va a teatro, non sta in giro per la città a fare tardi per ristoranti e pizzerie e a mangiare all’aperto. Questo è un po’ una abitudine nostra, più che al nord. Diciamo che tutta la parte che riguarda lo spettacolo è partita intorno agli anni ’50 – ’60, con Roma, la Dolce Vita, via Veneto e i paparazzi, Fellini, Cinecittà, ecc…

Il personaggio con cui hai lavorato e che ricordi con molto affetto? So che hai lavorato con il mitico Alberto Lupo…

Come no! Lui è stato il mio primo papà cinematografico. Ho ricordi bellissimi di tutte le persone con cui ho avuto la fortuna di lavorare. Naturalmente c’è Alberto Lupo, c’è Anton Giulio Majano, Gino Cervi, Paolo Stoppa, Giancarlo Giannini, Sergio Tofano, ecc… Tutti bravissimi, da cui ho imparato qualcosa.

Parliamo del tuo spettacolo che rappresenti al Sistina. Cos’è un musical o una commedia? Io ero rimasto al tuo “Hello, Dolly”.

Una cosa vecchia, perché dopo ho fatto “Molto rumore, senza rispetto per nulla”, della Wertmuller e altre cose. “Se stasera sono qui” non è un musical, ma uno spettacolo o meglio uno “one woman show”, dove ripropongo una Loretta Goggi a tutto tondo, però con una caratteristica in più che è quella di interagire con il pubblico, di chiacchierare con la gente presente in sala e farla sorridere con monologhi comici, brillanti. Cose che io non ho mai fatto nemmeno quando ero una conduttrice televisiva.

Ti manca la televisione?

No! (risposta secca) La vedo tranquillamente, ne apprezzo le cose che mi sembrano innovative, apprezzo l’informazione, apprezzo alcune fiction, apprezzo i grandi come Ranieri, Panariello, Fiorello, Renato Zero, ecc.. personaggi che riescono a fare degli spettacoli che sono dei recital. La guardo perché ne fruisco, solo che capisco che se non ho un’idea giusta, non è il caso di farla. Non è una delusione fatta solo per gli artisti, perché non è più la televisione del sogno di una volta e quindi è una delusione legata alla realtà, dove i protagonisti sono gente comune e gli artisti devono fare teatro o cinema. Lo stesso Proietti se non fa il Maresciallo Rocca, non fa varietà, ma teatro. Eppure lui è un grande mattatore.

Fra tutte le vallette e soubrette televisive, vedi una nuova Loretta Goggi?

Direi proprio di no, perché non c’è più la televisione che le prepara.

Vanno all’Isola dei famosi o a qualche altro reality e diventano famose e fanno Tv.

Si! Però hanno una diversa preparazione. Non c’è paragone. E’ tutta un altro tipo di storia. Io ho cercato di ballare, di cantare, di recitare, di imitare e altre cose. Io di ragazze così non ne vedo, ma devo anche dire che la televisione oggi si fa in maniera diversa dai tempi miei e quindi probabilmente il teatro porterà fuori qualcuno di questi ragazzi.

Ma i tuoi genitori che futuro sognavano per te?

(risata) Mio papà adorava cantare e suonare la chitarra. Per me ha sempre sognato una cultura personale fatta di pianoforte, di canto, ecc..  che io ho fatto per pochissimi anni, perché poi dopo ho iniziato a recitare e non ce la facevo più fare tutte queste cose insieme. Mio papà probabilmente sognava di avere una figlia cantante. Poi invece la mia strada è stata quella della prosa e io ho cominciato a soffrire un po’, perché la prosa a quei tempi e quindi i teleromanzi che io ho fatto praticamente tutti, mi portavano via da casa e mi portavano via da mia mamma per tanti mesi. Mio padre non era tanto contento di questo, ma con il passare del tempo è stato orgogliosissimo. Credo comunque di averlo fatto contento della carriera che ho intrapreso.

Il complimento più bello che hai ricevuto e da chi?

Dal pubblico e dal teatro perché la televisione ti porta a vedere un rapporto molto basato sulla simpatia. Quando tu fai televisione hai una grande popolarità e la gente ti ferma per la strada e ti fa un sacco di complimenti tipo “Ma quanto è simpatica”. In teatro invece ho cominciato a sentire “Ma quanto è brava” e quindi per un’artista è un complimento importantissimo. Fa più piacere che ti dicano che sei bravo, più che sei simpatico. Da artista, il complimento più bello che ho avuto e che mi è stato raccontato, perché non mi è stato fatto personalmente, è quello che mi ha fatto Gigi Proietti, che mi chiama “Stradivari”.

Una critica cattiva che ti ha dato fastidio?

Una delle cose che più mi ha ferito ma che è stata molto importante per il mio orgoglio è stata quando ho debuttato nel varietà televisivo, perché io venivo dalla prosa, dove un critico di un quotidiano romano, scrisse che ero più fredda della minestra di una mensa. Questo per me è stato di grande stimolo, tant’è che poi questo giornalista è diventato uno dei miei sostenitori.

Hai mai pensato ad un nome d’arte?

No! Mi piace Loretta Goggi e non mi ha mai sfiorato l’idea di cambiarlo. Forse perché ho cominciato che ero una bambina di nove anni a lavorare e quindi è stato abbastanza normale lasciare quello di nome.

Che rapporto hai con la Fede?

Ho un rapporto molto importante. Sono praticante, anche se sono una concubina, lo dico scherzosamente, fra virgolette e quindi ho molti veti dalla Chiesa, come quello del fare la comunione, ecc… ma io prego molto, la frequento, vado a Messa…

Sei una buona cristiana, insomma.

Buona (risata). Ci provo ad esserlo. Ringrazio Dio ogni giorno, appena mi sveglio. Lo ringrazio della salute e di tutto quello che mi ha dato, di come riesco a vedere il mondo, di godere degli amici, dell’amore, della mia famiglia. Sono fortune, perché c’è gente che ce gli ha e non le sa apprezzare.

Hai qualche sassolino nelle scarpe e che vorresti toglierti?

No! Io credo che nella vita bisogna accettare le cose positive e le cose negative. Ci sono incidenti di percorso, ci sono incontri felici e ci sono incontri infelici, ma i sassolini te li togli lavorando, rispondendo con il tuo lavoro o nel privato con la tua vita, con il tuo modo di vivere la tua esistenza e così i sassolini escono da soli. 

Un tuo sogno nel cassetto?

Preferisco pensare che il mio cassetto non sia pieno di cose irrealizzate, ma che le cose entrino ed escano dal cassetto, man mano che le realizzo e quindi è sempre un cassetto sempre aperto con fogli che vanno e vengono.

A chi vorresti dire “Grazie”?

Grazie intanto ai miei genitori, grazie a Dio e grazie a mio marito Gianni.

Dopo “Se stasera sono qui”, hai qualche progetto particolare o vuoi staccare un pochino?

Questo è quello che faccio sempre. Questo è uno spettacolo che sarà un po’ come quello di Proietti, il suo “A me gli occhi, please”. Quindi ricorrente, aggiornato, cambierà forse il titolo ma in linea di massima mi piacerebbe che restasse uno spettacolo da poter far girare per tanti anni, non come un passatempo, ma da riprendere di tanto in tanto. Naturalmente le proposte ci sono, sia cinematografiche, che teatrali. Deciderò dopo aver finito lo spettacolo, quando avrà la mente sgombra e rilassata.