Martine Brochard (attrice)         Morlupo  1. 12 . 2003

                        Intervista di Gianfranco Gramola  

Attrice e scrittrice di libri di favole

Martine Brochard è nata a Parigi. Studia danza classica e moderna e anche recitazione e il debutto avviene che era giovanissima. Interpreta infatti piccoli ruoli in Tv, teatro e  cinema. Partecipa ad una co-produzione italo - francese dal titolo:” I giovedì della signora Giulia” e poi lavora sempre più spesso nel nostro Paese partecipando a circa 40 film, da “Le monache di Sant’Arcangelo” a “La governante”, poi  “Una donna alla finestra – Una spirale di nebbia – Prima della lunga notte , ecc…”. In Tv la vediamo in “Disonora il padre” dal romanzo di Enzo Biagi e “Bel Ami “ di Moupassant  e “La sconosciuta”. Ha lavorato molto anche in teatro. E’ protagonista in “Madame Bovary - La vita di Caravaggio – Una giornata alle Folies “. Con Garinei e Giovannini interpreta “ Taxi a due piazze”, con Johnny Dorelli e “Il Caravaggio” per l’inaugurazione del teatro pensile dell’Eur a Roma. Recentemente ha lavorato a “La squadra “ (Rai 3), “Il bello delle donne” (Canale 5) e “Vento di ponente” (Rai 2).

Ha detto:

- Ho gettato molte monete nella fontana di Trevi, come vuole la tradizione, sognando in cuor  mio di restare in questa città e la fontana mi ha ascoltata e sono rimasta a Roma.

- Il romano sa esaltare una donna e se la vede bella la manda in estasi, ti da la sensazione di essere una dea, come se fosse uscita da una statua dei Fori o del Gianicolo.

- Mio figlio mi ha fatta crescere. Prima ero una ragazza un po' folle, per di più fuori di testa per il dolore di aver perduto la mamma. Il quel periodo ero arrabbiata con il mondo e il mio equilibrio era un po' precario.

- In realtà io sono una bambina, vecchia, ma bambina. Restare bambina dentro, non avere falsi pudori, conservare lo stupore, la meraviglia nei confronti delle cose è un mio obiettivo di vita.

Curiosità:

- Abita a Morlupo insieme al marito Franco Mulè, regista e scrittore.

- Oltre ad essere una brava ballerina e una grande attrice, è anche un eccellente scrittrice di favole. Ha già scritto due libri: Zaffiretto il Vampiretto e La gallina blu. Ed ora sta lavorando al terzo libro di favole.

Intervista

Quando è venuta a Roma la prima volta e come ricorda l’impatto?

Ci sono venuta tanti tanti anni fa e sono arrivata a piazza di Spagna di cui ho un ricordo meraviglioso. Ho avuto subito l’impressione che ero già stata lì e mi ha fatto uno strano effetto, non lo so, mi sembrava di averla già vista quella piazza, ma non so quando.

Le sue abitazioni romane?

Avevo un appartamentino in piazza di Spagna, in via del Babuino, poi un altro dalle parti di S. Pietro e poi sono andata fuori Roma, a Morlupo, dove sto adesso.

Com’è il suo rapporto con Roma?

Sempre bellissimo perché è una città che amo e delle volte mi fa arrabbiare. E’ un rapporto vivo, vivace. Invece ho un rapporto difficile con la sua cucina, perché non mi piace la pasta. Ho un grosso conflitto con questo primo piatto. Amo la bruschetta, mi piace la pizza e tutte quelle cose sfiziose. Ma non amare la pasta è difficile a Roma.

Cosa prova nel tornare a Roma dopo una lunga assenza?

Una grande gioia di vivere.

Cosa le manca di Roma quando è via?

Mi manca il casino di Roma. (risata). Il caos.

Pregi e difetti dei romani?

Il pregio è che sono gente affabile, gente che parla molto, simpaticissima. Mi ricordo la prima volta che sono arrivata nella capitale, sono salita su un taxi e rivolgendomi al tassinaro lo implorai di aiutarmi di affrettarsi per andare in un posto, perché ero in ritardo per un appuntamento. E lui mi disse: “Sia tranquilla, perché prende la vita così, non si agiti” e si mise a cantare, durante il percorso. Sono arrivata all’appuntamento e stavo benissimo, ero in ritardo ma non me ne importava più niente. Però i romani hanno un gran difetto, dicono sempre: “Non ti preoccupare, ci penso io…”, però il giorno dopo magari non se ne ricordano più.

Qual è il fascino di Roma?

E’ che è una città viva, quella di adesso, ma che ha tutto un gran passato e allora è una città magica, affascinante e intrigante.

Nei momenti liberi in quale zona ama passeggiare?

Io amo molto Trastevere e San Pietro. San Pietro perché credo in Dio e allora mi piace essere vicina a quella zona e pregare. Trastevere perché è Roma, è un simbolo di Roma.  

Quale è stata la sua più grande soddisfazione nel campo artistico?

Ho fatto cinema e teatro. Magari le prime cose che ho fatto. Quando, ad esempio, ho fatto : “La Governante” a Roma, al cinema ero felicissima. Poi sono riuscita a  fare lo  spettacolo teatrale “Madame Bovary” in italiano ed ero alle stelle dall’entusiasmo e dalla gioia. Per me erano come delle grandi vittorie.

Com’è nata la passione per lo spettacolo?

Da sempre, avevo 5 anni e volevo ballare e recitare. Era proprio una specie di vocazione (risata).  

I suoi genitori che futuro sognavano per lei?

Devo dire che ho avuto la fortuna di avere due genitori artisti e allora non è che hanno detto “non devi fare questo” , quando ho detto che volevo fare l’attrice o la ballerina. Anzi mi hanno detto: Va bene, però devi studiare e poi vedremo!”. Non ho avuto barriere o ostacoli. Poi ho mia sorella che è chirurgo-dentista, quindi ognuno ha fatto la sua scelta, quella che sognava.

Quali erano i suoi idoli, i suoi miti?

Uno dei miei miti era Anna Girardot. E’ stato bello perché c’erano Garinei e Giovannini che erano venuti a fare “Il giorno della Tartaruga” e mi hanno scelta proprio come ballerina  e quando ho rivisto Pietro Garinei  quando ho fatto: “Taxi a 2 piazze” gliel’ ho ricordato e lui mi disse :”Mi ricordo di te, facevi la ballerina”. Però quando sono arrivata al Sistina mi è sembrato molto bello sto fatto di avere questo mio mito, Anna Girardot, che guardavo con ammirazione. Sai sono arrivata dopo al Sistina, con Garinei  in “Taxi a due piazze” ed è stato emozionante.  

A chi volesse fare l’attrice che consiglio vorrebbe dare?

Per me, la cosa più importante è studiare, perché ti insegnano anche l’amore per questo lavoro, allora uno se lo ama salta, altrimenti galleggi o affondi.

Ha delle ambizioni?

Si! Voglio continuare a fare il mio lavoro e inoltre scrivere fiabe per bambini. Sono queste le mie ambizioni.

Il suo punto debole?

E’ che, in generale, do molta fiducia alle persone. Credo sempre che la gente con cui parlo dica sempre la verità. Bisognerebbe, alle volte, essere più malfidenti, ma purtroppo non ci riesco, ormai sono troppo vecchia e penso che non cambierò più (risata).

Un pregio e un difetto?

Il difetto glielo ho già detto, poi sono una abbastanza istintiva e delle volte mi piace dire delle cose tipo: “Bisogna fare questo, quello ecc.” Mi devo un po’ calmare in certe cose.  

Quando non lavora quali sono i suoi hobby?

Vivere tranquilla con la famiglia, con i miei amici, riceverli. Fare bellissime passeggiate a Roma e scrivere favole per i bambini. Questi sono i  miei passatempi.

Ha dei portafortuna o ama collezionare qualche oggetto?

Io amo molto le scatolette musicali, i carillon.

Pensa di scrivere un libro biografico?

No! Questo no, solo favole.

Il suo rapporto con la fede?

Per me è molto importante perché ho un rapporto vitale.

E con il denaro?

Il denaro serve per vivere. A me non mi evoca niente quando uno vince un miliardo. Ce n’è bisogno, perché non si può vivere senza denaro, però non mi evoca niente e non mi piacciono tutte le cose che non mi evocano.

Quali sono le sue paure?

Sono quelle di invecchiare bene e accettare la vecchiaia e di non avere paura di questo.

Frequenta amici del mondo dello spettacolo?

Frequento di tutto. C’è gente dello spettacolo ma anche gente semplice.  

Un sogno nel cassetto?

Mi piacerebbe poter recitare le mie favole davanti al Papa.  

A chi vorresti dire grazie?

A mio marito, a mio figlio e a mia sorella.

Progetti?

Adesso devo fare il seguito della “Squadra” , che ho già fatto in questi tre anni, poi ho un libro che deve uscire per la fine dell’anno (2003) e per adesso basta.