Monica Di Loreto (giornalista e conduttrice)     Roma 26.7.2017

                      Intervista di Gianfranco Gramola

Una giornalista con la passione per l’informazione medica. Su TV2000 conduce “Il mio medico” e “Buonasera dottore”. Una professionista molto preparata, che affronta la giornata facendo il suo lavoro con dedizione e ambizione. Il suo motto? “Non si vede bene che col cuore, l’essenziale é invisibile agli occhi” (tratto dal Piccolo Principe)

Breve biografia tratta dal sito www.tv2000.it

Monica Di Loreto, per sette anni volto di Parola e Vita su Rai1 e alla conduzione del TG2000 per 15 anni, ha presentato numerosi eventi live come il Jubilmusic; il Festival Internazionale di Christian Music di Sanremo; l’Holymusic e il Festival Internazionale di Musica per la Preghiera di Castel di Lama. Alla sua conduzione sono stati affidati importanti eventi svoltisi dinanzi tre papi: Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e Papa Francesco, confermandosi presentatrice di grandi eventi dal vivo, oltre che giornalista e conduttrice televisiva. Per TV2000, oltre al TG, ha condotto per due stagioni lo spazio “rosa” della trasmissione “Nel cuore dei giorni” rubrica di salute e benessere, ma anche giardinaggio, make-up e cucina. Oggi si occupa di informazione medica: con Monica Di Loreto infatti nasce il programma “Il Mio Medico” che conduce dal novembre 2014. È inoltre autrice di articoli per il mensile “Benessere” edito da San Paolo. Sposata da 20 anni è mamma di Federico, 16 anni, e di Andrea, 14 anni.

Intervista

Parliamo di giornalismo. Com’è nata la passione?

In realtà ho iniziato nella mia parrocchia. Mettevo insieme il giornalino parrocchiale e da lì piano piano è nata la passione per il giornalismo. L’ho coltivata e poi a 28 anni sono diventata giornalista professionista.

Poi?

Dopo la laurea ho vinto il concorso al ministero delle Poste. Mio papà era dirigente alle Poste. Dopo tre mesi non ce la facevo più a quel tipo di lavoro e allora mi sono licenziata e sono scappata in Inghilterra, dove ci sono stata tre mesi. In parrocchia avevo conosciuto un ragazzo con cui poi ho fatto la campagna elettorale per Alberto Michelini. Ero molto giovane e facevo la hostess, scrivevo delle cose. Io non avevo e non ho mai avuto una passione per la politica. Michelini nel 1985 vinse le elezioni amministrative. Quando stavo in Inghilterra Michelini mi chiamò, perché stava mettendo in piedi una televisione a Roma “Persona TV”, chiedendomi se mi interessava. Ho accettato e all’epoca guadagnavo 500 mila lire al mese e lì mi sono fatta le ossa o meglio la famosa gavetta. Calcola che ero una ragazzina e che avevo lasciato un lavoro sicuro alle poste. Mio padre non mi ha parlato per tutto il periodo che sono stata in Inghilterra. Però quelli erano altri tempi, dove trovare lavoro era molto più facile. Io ho avuto la fortuna e la possibilità di scegliere dove andare a lavorare. Ho fatto la scuola Rai grazie al grande Luciano Scaffa, dirigente di viale Mazzini, che ha avuto l’intuizione di inserire i ragazzi che avevano la passione per la comunicazione per l’immagine, creando questo laboratorio delle comunicazioni sociali, sovvenzionati dalla regione Lazio. Io sono stata scelta, ho fatto il provino e per sette anni sono stata a Rai1. Ho condotto “Parole di vita”, quello che adesso è “A sua immagine”. Io sono nata come vaticanista, ma avevo il desiderio di dedicarmi alla salute e al benessere e finalmente ce l’ho fatta. Ho fatto due trasmissioni, una la mattina e una la sera …  

Che parlano di salute e benessere, giusto?

Si. Le due trasmissioni che conduco sono “IL mio medico” e “Buonasera dottore”. Le ha volute fortemente il mio direttore, Paolo Ruffini, già direttore di Rai 3 e Radio Rai e La 7 e sono stati ideati e scritti da un autore fantastico “Fausto della Ceca”. Ora siamo in pausa estiva. A settembre ricominceremo.

Quali sono i tuoi idoli professionali, i tuoi esempi?

Io non volevo imitare nessuno. Da piccolina guardavo il telegiornale e mi piacevano  Lilli Gruber e Rosanna Cancellieri. Il mio idolo in realtà era Lorella Cuccarini, perché ho fatto per tanti anni danza e io sognavo di essere un po’ come lei. Le mie passioni erano la danza e il tennis e nel tennis devo dire che ero una campioncina. Purtroppo il tennis è uno sport che va coltivato e bisogna allenarsi parecchie ore al giorno. Ho dovuto smettere perché stavo studiando. Più avanti, lavorando in Rai, vedevo spesso la Gruber. Lei conduceva il Tg delle 13.30 e ci incontravamo al trucco, a Saxa Rubra. Lei per me era un mito della conduzione del Tg. Che poi ho condotto per 20 anni  a Tv2000. 

 

Tu lavori a Tv 2000, che sarebbe la rete dei Vescovi. Che differenza c’é fra la tua televisione e quella Vaticana?

Noi siamo la tv dei vescovi italiani, che da’ voce a tutte le celebrazioni di Papa Francesco e siamo infatti considerati la tv di Papa Francesco. In Vaticano non esiste una tv, ma un Centro televisivo Vaticano che riprende tutte le celebrazioni del Pontefice, noi le trasmettiamo in diretta. Insomma lavoriamo a stretto contatto con il Vaticano.

Hai condotto e sei autrice di alcune trasmissioni. Quali sono gli ingredienti per una trasmissione di successo?

Essere se stessi. Non bisogna mentire mai, perché il pubblico lo sa, lo capisce e poi ti esclude. Io mi metto dalla parte del pubblico quando guardo la televisione e quando una persona è finta e conduce un programma  in maniera non vera, non sincera, me ne accorgo. Il grande insegnamento che ho ricevuto da Luciano Scaffa, un grande capo struttura Rai che adesso non c’è più, è essere sempre se stessi, nel bene e nel male. Altro grande maestro con cui ho condotto una trasmissione insieme,  è Brando Giordani. Mi diceva: “Monica, si te stessa, poi puoi piacere o non piacere, però devi essere sincera, come sei”. Inutile mentire, perché il pubblica sa scegliere, non è stupido. Io penso di fare bene il mio lavoro e la cosa bella delle mie trasmissioni che conduco, è che i medici che vanno a Rai 1 e che vengono anche da noi a Tv2000, mi dicono che hanno dei riscontri positivi molto più grandi quando vengono in trasmissione da noi, rispetto a quando vanno a Rai 1. Questo perché noi siamo più credibili, per cui io mi sento addosso una grande responsabilità. Quando invito i medici, io faccio una radiografia di questo professionista. Chi è, cosa fa, dove lavora, ecc … Nelle mie trasmissioni non vendo fumo, non vendo false speranze, non solo quando parlano di cose importanti, ma anche quando parlano di rughe o di unghie che si spezzano e argomenti che alle persone sembrano leggeri. Mi metto sempre dalla parte dello spettatore e non voglio  dire fesserie.

Qual è il tuo motto?

Il mio motto lo prende in prestito da uno scrittore che ho amato sin da piccola Antoine de Saint-Exupery. Una frase tratta dal “Piccolo Principe” “Non si vede bene che col cuore, l’essenziale é invisibile agli occhi”. Quanta verità in questa frase,  soprattutto oggi .

Quali sono le tue ambizioni?

Le mie ambizioni in realtà sono quelle di fare quello che faccio. Sono cresciuta in parrocchia, come ti dicevo, e ho sempre avuto la sindrome della crocerossina. Noi abbiamo una linea diretta con i telespettatori. Possono chiamarci per un problema o per parlare con me per un consiglio, anche banale, perché molte persone hanno il bisogno di essere ascoltate. Forse è proprio questa la soddisfazione più grande, cioè arrivare ad aiutare il maggior numero di persone possibili, cercare di dare una mano, soprattutto nel sud dove sono messi abbastanza male per quanto riguarda la sanità.  Questa è la mia ambizione. Ho questa passione per la medicina e mi piace aiutare il prossimo. Sono un medico mancato (risata).

Hai un sogno professionale, un progetto che vorresti realizzare?   

Beh ognuno di noi ha nel suo cuore un progetto che vorrebbe realizzare. Una delle mie passioni é la sana alimentazione, non a caso nelle mie trasmissioni ha un posto di grande rilievo. Magari un giorno poter aprire un grande fattoria, una grande azienda agricola con tanti buoni e sani alimenti prodotti da me. Chissà …  

Hai dei rimpianti?

Nessun rimpianto. Sono stata davvero fortunata.

Ad un giovane che vuole avvicinarsi al giornalismo, che consigli daresti?

Ad un giovane che si vuole avvicinare a questa professione , l’unico consiglio che posso dare é di non fare il “giornalista da scrivania”, ma andare in mezzo alla gente, chiedere, stimolare, raccontare. Le agenzie stampa da una parte hanno aiutato questa professione, ma ci sono troppi nostri colleghi che si accontentano di fare un semplice copia e incolla di quello che trovano. Il giornalista non deve mai perdere la curiosità  di sapere, di scoprire e di imparare.

A chi vorresti dire grazie?

Ai miei genitori prima di tutto, che mi hanno fatto studiare e mi hanno dato la possibilità di andare all’estero. Poi un grazie al direttore del Centro Televisivo Vaticano Stefano D’Agostini, che mi ha sempre stimolata ad andare avanti e mi ha scelta quando lui era direttore di Telepace di Roma. Poi un grazie speciale a Giovanni Paolo II. Io l’ho incontrato una decina di volte e quando mi sono sposata mi ha scritto una lettera bellissima, un telegramma che conservo gelosamente. Lavorando a Telepace ho avuto la possibilità e la fortuna di seguire questo grande  Papa.

A proposito del Papa, com’è il tuo rapporto con la fede?

Sono cresciuta in parrocchia e devo dire che sono fortunata perché ho ricevuto il dono, la grazia della fede. I miei genitori mi hanno trasmesso la fede e secondo me affrontare i grandi drammi della vita aggrappandosi alla fede, aiuta. Ci sono molti che soffrono, che hanno situazioni difficili e quindi la fede può essere un rifugio, perché la fede aiuta in tantissime situazioni della vita. Certo  anche nella chiesa ci sono dei peccatori e Papa Francesco e Papa Benedetto XVI l’hanno riconosciuto, però io mi sento parte integrante della chiesa. Senza la chiesa non sei nulla e credo fortemente nell’aldilà. Non avrebbe senso una vita sulla terra se non ci fosse l’aldilà. 

Di cosa hai bisogno per essere felice?

Per essere felice … una sdraio, un paio di occhiali da sole e un buon libro da leggere in riva al mare …. non vedo l’ora.

Parliamo un po’ della tua città. In quale zona di Roma sei cresciuta e quali sono state le tue abitazioni romane?

Io sono cresciuta nella zona Nord di Roma, tra Vigna Clara e il Fleming . Una zona che amo molto.  

Roma in questi tempi è spesso sul giornali, ma non per la sua bellezza.

E’ vero. Ultimamente Roma è messa un po’ male. Spostandomi parecchio per lavoro osservo che sta peggiorando giorno per giorno. Non voglio dare la colpa all’ultima sindaca, la Raggi. Lei si è trovata una situazione enorme da gestire, una città difficile da amministrare e a volte mi chiedo chi gliel’ha fatto fare. Una ragazza di 37 anni non può governare una città così grande senza nessun tipo di esperienza. Però Roma è meravigliosa, è la mia città e non potrei vivere da nessuna altra parte. Però sono consapevole che abbiamo un sacco di problemi. Ad esempio le buche. Per arrivare in ufficio stamattina ho preso tre storte perché ci sono buche anche sui marciapiedi, oltre che nelle strade. Non so come fanno gli anziani o i disabili con i marciapiedi in queste condizioni. La città è sporca. Noi romani siamo maleducati. Se il tuo cane fa i bisogni sul marciapiede, tu devi raccogliere con il suo apposito sacchettino. Le condizioni di Roma sono una cosa indecente. I bidoni della spazzatura sono stracolmi. Tu fai la  differenziata, scendi e trovi i  bidoni pieni e allora butti la roba per terra oppure in un altro bidone. Di recente ho fatto un trasloco, ho telefonato all’AMA per ritirare delle cose ingombranti e mi hanno risposto che il servizio al momento non funziona perché ancora non è stata aggiudicata la gara d’appalto. Ecco perché ogni giorno vedi lavatrici e frigoriferi abbandonati vicino al bidoni della spazzatura. Per quanto tu voglia fare il bravo cittadino, rispettoso delle regole, non ce la fai. E’ impossibile e questa situazione mi fa arrabbiare.  Pero, come dicevo prima, Roma è  una città meravigliosa. Vai in centro e fai il pieno di bellezze. E’ una città unica, come Venezia, città che abbiamo solo noi in Italia. Queste città andrebbero tutelate, purtroppo ci manca questa capacità. Il cosiddetto “bene comune” non sappiamo più neanche cosa significa.

Cosa ti manca di Roma quando sei via per lavoro?

Quando sono via per lavoro, Roma mi manca. Mi mancano le mie abitudini, il mio supermercato, il mio fruttivendolo. In realtà Roma e’ solo un grande paese.

C’è un angolo di Roma a cui sei molto legata?

Io sono affezionata ad una chiesa, Sant’Andrea al Quirinale, dove mi sono sposata. E’ una chiesa barocca bellissima. Un altro posto che amo molto e che consiglio a tutti di andare a vedere e il roseto comunale, ai piedi dell’Aventino. Questo posto è di una bellezza unica e poi l’Aventino stesso è meraviglioso. Il roseto apre solo pochi mesi all’anno, però vale la pena una visitina, per chi ha la possibilità, perché ospita oltre 1100 specie di rose.

Vivendo a Roma ci si abitua alle sue bellezze? 

Quando uno vive a Roma, in una città così bella, non l’apprezza più di tanto, perché è abituato alla sua bellezza. Quando vai all’estero ti stupisci per delle stupidate. Fai la fila per un’ora per andare a vedere un museo inutile, quando a Roma ne abbiamo tanti, con molte  cosa interessanti da vedere. Io vivo in una delle città più belle del mondo e non me ne accorgo, una città che tutto il mondo ci invidia. Ci invidia fino ad un certo  punto, perché adesso come adesso secondo me, non ce la invidia nessuno. Però vedo che i turisti vengono ugualmente  e negli ultimi anni c’è il boom del turismo a Roma. A Roma c’è di bello che con 5 euro puoi pranzare se non vai al ristorante. Poi qui ci sono i tavolini all’aperto e si mangia a tutte le ore. Se la sera vai a ponte Milvio, mezzanotte sembra mezzogiorno ai mercati generali. Roma è bella anche per questo, soprattutto nel periodo estivo e la sera quando si alza il ponentino, è bellissimo. Roma è magica e ha degli angoli straordinari. Basta fare una passeggiata sul lungotevere, dalle parti dell’isola Tiberina … se non incontri i topi, è qualcosa di meraviglioso (risata).

Ennio Flaiano diceva: “Roma ha questo di buono, che non giudica, assolve”. Sei d’accordo?

Grande Flaiano. E’ vero. In realtà noi romani siamo un po’ così. Non giudichiamo, o almeno lo facciamo nell’immediato di qualche evento, ma poi in realtà giustifichiamo tutto e assolviamo. Dopo tutto non siamo la città dei Papi?  Se non perdoniamo noi (risata)