Stefania Orlando (cantante - presentatrice)    Roma 28.9.2006

                             Intervista di Gianfranco Gramola

Una showgirl che odia i compromessi

Stefania Orlando è romana de Roma. Nata il 23.12.1968, è del Capricorno, segno che denota affidabilità e un carattere con un forte senso del dovere e di sacrificio, molta dinamicità e tanta ambizione. La bella romana è molto sveglia e alla mano, una che ha dovuto fare i conti con la vita molto presto, perché a 18 anni ha lasciato la casa dei suoi per vivere una storia d’amore. “Mi sono mantenuta facendo la modella e poi l’agente immobiliare”. Conduttrice televisiva con eccellenti doti anche nella danza e nel canto, attrice teatrale di buona esperienza, la bella Stefania unisce alle sue indubbie doti fisiche una preparazione a trecentosessanta gradi per il mondo dello spettacolo. In televisione ha partecipato a "Si e no" con Claudio Lippi (1994), "Scommettiamo che...?" (1994), conduttrice al "Tg Rosa" (1996-'99), "I fatti vostri" (1997- 2001-2002-2003), conduttrice a "Telethon" (1997-2001)   "Il Lotto alle otto" (dal 1997 fino alla nuova edizione del 2002-03) e "Girofestival”  (2002/2003 ). Cura i collegamenti per i Monopoli di Stato nell'ultima puntata della trasmissione legata alla lotteria Italia "Uno di noi" (2003 ). Non mancano le ospitate a molte trasmissioni tv fra le quali "Torno sabato - La Lotteria" (2001), "Alle falde del Kilimangiaro" (2002 ), "Chjiambretti c’è'" (2002 ) e "Domenica In" (2001/2002/2003\2005), "Maurizio Costanzo Show" (2003 ), "Amore mio...diciamo così'" e "Furore" (2003 ).Stefania conduce con Fabrizio Frizzi la nuova edizione di "Piazza Grande".  In teatro ha lavorato con Vittorio Marsiglia nelle commedie "Isso issa e o’ malamente" e "Ragionie', voi dovete ragionà" (1995).  

Ha detto:

- Da storica “sorcina”, vorrei incontrare Renato Zero, l’idolo della mia giovinezza. Sono cresciuta a pane e Renato Zero e mi ha fatto crescere grazie ai testi delle sue canzoni. Per me è come un parente saggio, una sorta di papà consigliere.

- La bellezza è come una medicina: aiuta, ma può avere indesiderati effetti collaterali.

- In famiglia sono di moda i nomi romani. Mio padre si chiama Pietro Romano e mio fratello Fabio Massimo.

- Ho sempre disdegnato quegli uomini che esibiscono una bella donna come un’auto potente o una casa lussuosa.  

- Michele Guardì cercava una bionda da affiancare a una bruna per “Scommettiamo che? ”. Io allora mi occupavo con successo di un’agenzia immobiliare e arrivai al provino vestita da lavoro. Guardì fu gentile, ma nel darmi l’appuntamento successivo si raccomandò di due cose: niente tailleur e soprattutto niente profumo. Era allergico.  Pensavo che per via del profumo fossi scartata, invece mi ha presa.  

- Toglietemi tutto, ma non i Cd.

Curiosità

- E’ stata soprannominata “ La signora del Lotto” per via della sua partecipazione per quattro anni a “Il lotto alle Otto”.

- E’ un’ ottima cuoca, di scuola pugliese, terra d’origine della mamma.

- Ha tre cani chihuahua: Cosimo, Jacqueline e Schizzo.  

- Ha conosciuto Andrea Roncato (suo marito, ora ex) il 23.12.1994. Esattamente il giorno del suo 26° compleanno.

- Tra uno spettacolo e l’altro sta diventando giornalista.  

Intervista

Ciao Stefania, sono Gianfranco, di www.intervisteromane.net

Ciao, Gianfranco. Non hai un accento romano, mi pare.  

Difatti sono trentino. Abito a Molveno.

Molveno? Ci sono venuta anni fa con mio marito (Andrea Roncato) e Mara Venier per girare un film. C’era anche Gianni Morandi e Agostina Belli. Stavamo all’Hotel Gloria. Com’è che un trentino mi fa un’intervista su Roma e ha un sito di interviste romane?

Sono uno dei tanti innamorati di Roma fin dai tempi in cui ho prestato il servizio militare. Stavo a Bracciano e quando potevo venivo a Roma per visitarla. Poi è molto facile innamorarsi di Roma. E’ talmente bella…

Ti capisco. Poi per ricambiare il complimento verso la mia città io di recente sono stata lì, a Torbole, a Riva del Garda e ho presentato l’11° edizione del Festival del Garda, su Rai due e ho trovato dei posti incantevole. Comunque ricordo molto bene Molveno e  il suo paesaggio. Sono delle realtà completamente diverse rispetto alla città dove vivo. Ognuno è bella a suo modo, no?

Partiamo subito con le domande, Stefania?

Vai, vai tranquillo.

Parlami di Roma, della tua città.

Ho un ottimo rapporto con Roma. Sono nata qui 37 anni fa e spero di terminare qui la mia vita, chiaramente in un futuro molto ma molto lontano. Io per lavoro viaggio moltissimo, anche se alle volte non ho l’opportunità di fermarmi nei vari posti più di tanto, però ho la possibilità di spostarmi in posti bellissimi e devo dire che ogni volta che torno a Roma sento proprio l’aria di casa mia, la mia dimensione e provo la sensazione che questa città mi accoglie a braccia aperte.  

C’è un angolino romano che ami particolarmente?

Si! Il Gianicolo, perché io sono nata in quella zona, cioè Monteverde e un po’ perché da questo colle si può ammirare tutta la bellezza di Roma. Poi il Gianicolo è anche il luogo degli innamorati, dove si vanno a fare le passeggiate romantiche. Ha un fascino particolare anche se non è nel centro di Roma. Dal Gianicolo puoi vedere il centro di Roma, che è esattamente a piazza Venezia, dove spicca l’Altare della Patria e da lì poi vedi il Pantheon e tutte le zone limitrofe. Il Gianicolo è una zona non periferica, perché le periferie sono altre,  ma che non è nemmeno nel centro. Diciamo che è a meta fra il centro e la periferia. Un luogo incantevole.

In quali zone hai vissuto?

Io sono nata a Monteverde e adesso vivo in zona Balduina che è un angolo di Roma altrettanto bello. La cosa strana, particolare di noi romani che abitiamo a Roma e respiriamo 24 ore su 24 l’aria di Roma è quella che quando, per esempio, dobbiamo fare shopping difficilmente andiamo nel centro storico. Ognuno vive il suo quartiere, la sua zona. Roma è molto grande e ogni suo angolo è sempre ben fornito. Magari il centro storico è molto più utilizzato dalla persona che viene da un’altra città, da fuori, e allora per forza di cose deve andare a via Condotti, via Borgognona, via della Croce o via del Corso, che sono come via Montenapoleone o via della Spiga a Milano. Grazie a Dio ci sono tantissime altre prospettive in tutte le zone della città. Diciamo che il centro storico ogni tanto me lo godo, fra virgolette, quando viene qualche persona da fuori e gli faccio una sorta di Cicerone e mi accorgo oltretutto anch’io che mi trovo di fronte a tante cose che non conosco nemmeno io perché sono talmente tante le cose belle a Roma da visitare. Mi vergogno un po’ però devo ammettere che non ho mai visitato i Musei Vaticani, perché ogni volta che mi decido trovo una fila paurosa e mi riprometto sempre di andarci, poi capita sempre qualcosa per cui non riesco a mantenere la promessa. A San Pietro ci sono stata parecchie volte e ho visitato anche i monumenti principali.

Come trovi i tuoi concittadini?

I romani sono delle persone molto ospitali, molto amicone, molto disponibili e divertenti, pronti sempre alla battuta. Solari come persone. Dall’altra, me lo dicono, che il romano è quello che ti dice sempre:” Sai, mi sono comprato la macchina. L’ho pagata 30.000 euro!”. E l’altro:” Se me lo dicevi prima te la facevo pagare 25.000”. Usa sempre il senno del “poi”. Capito? Io non mi identifico in questo ottica, ne tanto meno vedo i miei amici, quelli che frequento. C’è da dire una cosa, cioè che Roma è una città che abbraccia un po’ tutti e quindi c’è tanta gente che è diventata romana per adozione, gente che si è trasferita per lavoro a Roma è diventa abitante di Roma, quindi non è romana de Roma. Ed è facile sbagliare nel pensare che siano tutti romani, ma bisognerebbe andare a vedere le origini delle varie persone.

Se tu avessi la bacchetta magica cosa faresti per migliorare Roma?

Cercherei di avere tutte le strade pulite. Purtroppo Roma essendo una città così grande, potrebbe essere, sotto questo punto di vista, controllata più per quartiere, perché è troppo vasta. E poi una cosa che odio e mi da fastidio è che tutti i muri sono imbrattati da cartelloni e manifesti di tutti i tipi. A me dispiace moltissimo vedere la città tappezzata di queste porcherie. Ogni tanto mi immagino Roma e i suoi quartieri più o meno belli, che però alla fine sono tutti molto caratteristici, senza manifesti sui muri. C’è Trastevere per esempio che è una zona meravigliosa, magari  ha delle casette  che vedendole dici:” Madonna, quanto sono brutte quelle case!”. Però sono delle prerogative di Trastevere. Queste scritte, questi manifesti devastano qualsiasi struttura, da quella bella a quella brutta, e trovo che è un panorama molto squallido.

Qual è stata la tua più grande soddisfazione in campo artistico?

Cose che mi hanno dato soddisfazione ne ho fatte tante. Io ho fatto la Lotteria Italia con l’estrazione del 6 gennaio, un anno insieme a Morandi e un anno insieme a Panariello ed io ero nella sala dei Monopoli di Stato di Roma, naturalmente per i biglietti della Lotteria ed è stato forse quello il momento di maggior soddisfazione, perché mi sono vista proiettata nelle case di tutti gli italiani che avevano in mano tutti questi biglietti vincenti della Lotteria, in più di sabato sera con uno spettacolo molto importante e molto seguito. Questo mi ha gratificata molto. Poi tutto quello che ho fatto m’ha aiutato a crescere artisticamente e quindi rifarei tutto dall’inizio, cioè dalla cosa più piccola in su, senza cancellare niente.

Delusioni ne hai avute?

Tantissime, Gianfranco. Io credo che il rapporto con le delusioni sia 20 a 1, cioè su venti delusioni hai una gratifica (risata).

In compenso chissà quanti complimenti hai ricevuto…  

Come no. Tanti. Quello che mi ha fatto più piacere è stato quello di Corrado ( Mantoni, n.d.a. ) che oltretutto mi fece il primo provino e con cui  feci la mia prima trasmissione. Lavorai con lui due anni, cioè nel ’93 e ’94, poi l’ho rivisto qualche anno dopo, intorno al 2000, quando lavoravo già in Rai. Ricordo che al primo provino ero un po’ impacciata e sorridevo appunto in modo impacciato perché ero molto emozionata e lui mi disse:” Stefania, ricordati che il sorriso viene da dentro, quindi non è tanto con la bocca che devi sorridere ma con gli occhi”. Incontrandolo dopo tanti anni mi disse:” Stefania, vedo che hai imparato a sorridere con gli occhi e hai imparato anche moltissime cose. Sono molto orgogliosa di te”. Questo è stata una grande gratificazione e un grande complimento, detto da un “grande”.

Una cosa cattiva che hanno detto di te?

Per quanto riguarda il lato artistico evidentemente o non c’è stato niente da criticare in modo negativo o forse non sono un personaggio che merita una critica importante. Questo non te lo so dire. Forse ho avuto la fortuna di non avere avuto critiche negative. Non mi viene in mente nulla, Gianfranco.

Che rapporto hai con la Fede?

Buono. Sono credente e poco praticante, però prego molto. Sono costante. Non sono una di quelle che va tutte le domeniche alla Messa, però se passo davanti ad una chiesa, entro a pregare per dieci minuti e questo può capitare per tre giorni di seguito e magari per una settimana tiro dritto. Diciamo che ho un rapporto un po’ personale, una pratica un po’ personale, ma costante.  

Hai dei complessi?

(risata) Ne ho avuti moltissimi, magari qualcuno con il tempo è passato. Qualcuno l’ho superato, qualcun altro più che superato me ne sono fatta una ragione. Diciamo che più che superato il complesso, con il passare degli anni mi sono accettata un po’ di più. Fisicamente  mi preferisco oggi che quando avevo 20 anni e anche caratterialmente, anche se rimpiango molte cose di quando ero più giovane, ad esempio l’incoscienza, il fatto di buttarsi nelle cose senza  pensarci troppo e di non analizzare le situazioni dalla A alla Z, ma di lasciare anche un attimo di rischio nella vita. Adesso invece sono molto più ponderata, più razionale e tante volte mi annoio da sola.

So che sei fumatrice. Con la battaglia contro il fumo che mi dici?

Sono una fumatrice anomala, perché oggi non ho ancora acceso la prima sigaretta. Sono una fumatrice che fuma due o tre sigarette al giorno, però guai a togliermele. Sicuramente fumare fa male non c’è dubbio. Io sono contro ogni tipo di divieto e anch’io se vedo una persona che fuma tanto gli consiglio di smettere o di diminuire, però non sono per i divieti assoluti, in nessun campo. Chiaramente la legge contro il fumo è stata fatta più per quelli che non fumano che per i fumatori e qui posso essere d’accordo, però non si possono ghettizzare i fumatori e allora bisognerebbe lasciare l’opportunità in ogni città che su 15 ristoranti per non fumatori ce ne sia uno per fumatori. Questa è una mia opinione.

Adesso in molti ristoranti  hanno fatto le sale fumatori e quelle non, quindi il  problema è stato risolto. Hai un sogno nel cassetto, Stefania?

Si! Ho un sogno artistico. Mi piacerebbe arrivare a condurre programmi più importanti, d’intrattenimento e poter fare anch’io un giorno la mia Domenica In o il programma del sabato sera. Certo che ho dei sogni, ci mancherebbe altro. Chi non ne ha?

A chi vorresti dire “Grazie”?

Ai miei genitori e a mio fratello in particolare.

C’è stato un incontro che ti ha cambiato la vita?

In un certo senso l’incontro con mio marito un pochino mi ha cambiato la vita, anche se il nostro matrimonio è finito siamo rimasti grandi amici, tant’è vero che questa estate siamo andati in vacanza io, lui e la sua fidanzata. Andrea mi ha insegnato moltissime cose, mi ha insegnato anche cosa vuol dire fare questo lavoro, perché lui lo faceva gia da 20 anni, dai tempi di Gigi e Andrea. Quando ho iniziato questo lavoro l’ho fatto anche  un po’ per curiosità, per il fatto di dire che lavoro in Tv, anche in modo superficiale. Invece grazie ad Andrea ho capito veramente cosa significa questo lavoro, perché per molte persone può sembrare anche un divertimento, ma per chi lo fa con molta passione è un lavoro che richiede molta costanza, umiltà, pazienza e come ti ho detto prima una vittoria e venti delusioni. Devo dire che ultimamente s’è aperta la porta del mondo dello spettacolo un po’ a chiunque.

Ma i tuoi genitori che futuro sognavano per te?

Mio padre è avvocato, giudice e professore universitario però non dimentica che quando era giovane suonava la chitarra nei locali. Quindi c’era la vena artistica, il gene in famiglia. Io adesso ho una mia band con cui giro l’Italia a suonare. Loro si chiamano City Kaos e io canto le cover degli anni ’60 fino ai tempi nostri con il coinvolgimento del pubblico, quindi un’attività che mi piace moltissimo. Tornando a mio padre, quando andavo a scuola  sicuramente non avevo in mente il mondo dello spettacolo. Volevo fare l’investigatore privato, la veterinaria, ecc... Invece ho fatto per quattro anni l’agente immobiliare, prima di entrare nello spettacolo. Credo che loro sognassero per me un bel futuro e quando ho iniziato a fare questo lavoro erano un po’ preoccupati. Essendo più maturi avranno detto:” Ma ‘ndo va, questa qui?”. Io allora ero molto timida, molto insicura e sicuramente questo lavoro è stato molto terapeutico per quanto riguarda il mio carattere. Io ho fatto un lavoro magari doppio o triplo rispetto ad altre ragazze che erano più sicure, più estroverse. I miei all’inizio erano un po’ preoccupati e non pensavano sicuramente che sarei riuscita a ritagliarmi  un mio “orticello” in questo campo così grande e così difficile, quasi utopistico da percorrere.  Adesso credo che siano molto soddisfatti. E’ chiaro che loro, come me,  sperano che io poi possa fare cose sempre più grandi, più importanti.