Wilma Goich  (cantante)    Roma 26.4.1998

               Intervista di Gianfranco Gramola  

Non è un capello ma un crine di cavallo...

 

Da famiglia di origine Dalmata e milanese d'adozione, nasce a Cairo Montenotte, il 16 ottobre del 1945, cominciando a cantare fin da bambina e partecipando nel 1963 al Concorso di voci nuove di Verbania. Nel 1964 incide il suo primo 45 giri Dopo il sole pioverà e debutta a Venezia alla "Ribalta per i Festival". Prende parte al "Festival della Canzone Mediterranea" di Barcellona classificandosi al primo posto proponendo, in coppia con Emilio Pericoli, la canzone di Luigi Tenco Ho capito che ti amo. Al Festival di Sanremo consolida la sua popolarità con Le colline sono in fiore (1965), In un fiore (1966), Per vedere quanto è grande il mondo (1967), Gli occhi miei (1968), Baci, baci,baci (1969). Alla manifestazione "Un disco per l'estate" del 1965 è al 3° posto con Se stasera sono qui, di Luigi Tenco. In coppia anche professionalmente con il marito Edoardo Vianello nel duo "I Vianella", incide numerosi dischi di successo: Semo gente de brogata, Fijo mio, Vojo er canto de ‘na canzone, La festa del Cristo. Dopo la separazione da Edoardo si interrompe anche il loro sodalizio canoro. Interprete di ottima sensibilità musicale e di una voce dolce e garbata, torna alla ribalta del "Festival di Sanremo" con una squadra di colleghi e con una simpatica canzone popolare Una vecchia canzone italiana. Così ricomincia la sua risalita ed il suo successo.

Ha detto:

- Con i Vianella cantiamo in romanesco ma ci rivolgiamo a tutti quanti perché i temi delle nostre canzoni non sono regionali. Noi non proponiamo un discorso strettamente limitato a Roma, col Colosseo e la fontana di Trevi che fanno da sfondo. Di romano c'è solo il linguaggio.

- Con il mio ex marito siamo rimasti in ottimi rapporti, e occasionalmente cantiamo insieme per beneficenza.

Curiosità

- Il 2 gennaio del 1967 ha sposato il cantante Edoardo Vianello, il famoso interprete di famose Hit balneari. Con lui ha dato vita al duo più popolare della musica italiana: i Vianella. Dalla loro unione nasce Susanna.

- Insieme al marito Edoardo Vianello, nel 1970, fonda fondare la casa discografica Apollo, ottenendo soddisfazioni con il lancio dei Ricchi e Poveri e di Amedeo Minghi.

- Nell'autunno del 1990, ha affiancato Mike Bongiorno, nel nuovo gioco a quiz dal titolo Tris, che aveva sostituito lo storico Bis.

- Il suo ex marito, Edoardo Vianello, è cugino di Raimondo Vianello e zio del giornalista e conduttore televisivo di “Mi Manda Rai Tre”, Andrea Vianello.  

- Nel 2008 la cantante ha raccontato nella trasmissione "Questa domenica", la sua brutta avventura con gli usurai, dalla quale è riuscita ad uscire grazie all'aiuto di un amico avvocato.

Intervista

Quand’è che ti sei stabilita a Roma e in quale occasione?

Mi sono stabilita a Roma quando mi sono sposata con Edoardo Vianello, cioè nel 1967.

Come ricordi l’impatto con Roma?

Direi che ero abbastanza spaesata in quanto io arrivavo da Milano e da Savona. Savona una città di provincia, dove sono nata e a Milano ci andavo soltanto per lavoro e avevo le mie prime amicizie di lavoro, quindi pensavo di non ambientarmi mai, invece poi adesso non andrei più via da Roma neanche se mi pagassero in oro.

Com’è il tuo rapporto con Roma?

Ho un rapporto stupendo, ho imparato anche a vivere da sola, da single, perché a Roma si può anche vivere da soli perché, per quanto mi riguarda, non ho mai avuto la sensazione di solitudine perché come esco, io sento la vita che scorre per le strade. Poi, Roma è abbastanza vicina al mio carattere. Io sono molto aperta, molto disponibile, molto altruista. Caratterialmente mi sposo benissimo con Roma.

E il tuo rapporto con la cucina romana?

Ecco lì, il  mio rapporto è un pochino diverso, perché io cucino non proprio alla romana. Io amo moltissimo la cucina in genere, mi piace stare ai fornelli. Però trovo che la cucina romana sia piuttosto pesantoccia, anche se alcune cose comunque le faccio e poi mi avvicino alla cucina romana, magari in maniera più delicata, più leggera insomma.

Frequenti qualche volta trattorie particolari?

Frequento tantissimi ristoranti e trattorie in genere. Al ristorante vado spesso quando lavoro, perché non ho tempo per cucinare e quindi per forza maggiore devo scegliere qualche ristorante dove si possa mangiare bene per non rovinarmi lo stomaco.

Qual è il fascino di Roma?

Ma Roma ha un fascino indescrivibile, già l’aria di Roma ha un profumo suo. Io quando sto fuori e mi capita di andare all’estero per una tournee, torno a Roma e come scendo dall’aereo respiro quest’aria che ha un suo odore, un suo profumo, poi Roma a dei colori! Roma non si può descrivere, perché Roma ha un qualcosa nell’aria che gira, come se ci fosse qualche animaletto che gira nell’aria che prende e  fa innamorare   tutte le persone che vengono a Roma.

C’è una zona di Roma a cui si sente molto legata?

Non in particolare. Io amo tutta Roma. Devo dire che la prima cosa che faccio quando torno da fuori è farmi un giro nel centro storico perché lo amo moltissimo. A me piacciono i negozietti di antiquariato e tutte queste cose qui. Giro per respirare l’aria di Roma, del centro che sono poi delle borgate anche se centrali, ecco. Il centro storico è comunque un gruppo di piccole borgate, dei borghi. Ma non c’è una zona che amo particolarmente, devo dire, perché io Roma l’amo tutta.  

Ma perché i romani sono antipatici al resto d’Italia?

Ma chi l’ha detto. I romani, anche loro, sono come la loro città. Effettivamente quando diciamo che il romano è un po’ strafottente e sbruffone, è vero. Diciamo che è sbruffone, nel senso bonaccione, non in senso cattivo. E’ sbruffone perché gli piace la battuta, gli piace scherzare e gli piace mangiare. Quando è in mezzo alle persone, il romano ama esagerare in tutto e gli piace essere al centro dell’attenzione. E’ un po’ esagerato, come lo è la sua città che è esagerata in tutto. E’ talmente bella questa città che esagera anche in bellezza. C’è da dire però che i romani hanno anche dei pregi, cioè che sono molto generosi, molto aperto e molto disponibili, contrariamente ad altre città dove gli abitanti sono impenetrabili. Non sto a fare i nomi delle città, non sta bene, però ci sono delle città dove la gente è veramente chiusa. I romani non sono così. Sono aperti come la sua città.

Cosa pensi, Wilma, nel tornare a Roma dopo una lunga assenza?

Penso alla gioia di ritornare a casa. Roma è la mia casa, è la mia vita, la mia famiglia, il mio calore, la mia gente, il mio sorriso. Roma per me è tutto.

Vivendo a Roma si diventa più ottimisti o pessimisti?

Beh! Dipende da come si vive. A Roma non c’è tanto lavoro perché non è una città industriale e quindi c’è un modo di vivere un po’ diverso.  Non esistono gli appuntamenti perché è impossibile arrivare puntuali in quanto c’è un traffico tremendo. Roma bisogna saperla vivere in un certo modo, perché è difficile crearsi un ambiente di lavoro se non al di fuori della città. Fuori città è molto più facile, cosa che invece è al contrario nelle altre città. Nelle altre città si vive nell’ambiente di lavoro, a Roma si vive  l’ambiente fuori del lavoro perché non è una città di lavoro.

Da anni si parla di eliminare il mercato domenicale di Porta Portese. Che ne dici?

Certe cose, certe tradizioni non vanno tolte. E’ come se togliessero il mercato delle pulci a Parigi. Non esiste. Porta Portese è una caratteristica della città di Roma.  E’ un angolo di Roma che se lo togliessero sarebbe una carenza. Ogni città, piccola o grande che sia, ha un mercato come quello di Roma.

In quale Roma ti sarebbe piaciuto vivere?

Nella Roma del ‘500. Io ho vissuto in un’altra vita sicuramente in quell’epoca, perché amo tutto ciò che è costume del ‘500 ma non c’è un personaggio in particolare che amo di quel periodo. Mi sarebbe piaciuto moltissimo vivere in quel periodo, anche se sto benissimo anche ai giorni nostri.

Un consiglio ai turisti che invaderanno Roma in occasione del Giubileo?

Intanto bisognerebbe che venissero a Roma in maniera un po’ rilassata, senza correre a destra e a sinistra per vedere in  due giorni tutto quello che c’è da vedere, ma vivere Roma pezzetto per pezzetto giornalmente, nel senso di concedersi un giorno da passare in una zona e un altro in un’altra zona, piano piano e cercando anche di gustarsi la cucina locale, nelle trattorie senza andare a cercare ristoranti costosi o ricercati tipo quelli dove vanno i Vip, perché  a Roma si mangia bene dappertutto. Poi cercare di inserirsi un pochino nell’ambiente romano. E’ difficile inserirsi in pochi giorni, però Roma da anche questa possibilità. Inserirsi un po’ nell’ambiente perché in occasione del Giubileo ci sarà un bel caos e quindi Roma sarà quasi invivibile per i romani, figuriamoci per i turisti che vengono da fuori. Cercare insomma di amalgamarsi con i romani e dare loro una mano così come i romani la daranno ai turisti.

Come sono nati i mitici Vianella?

I Vianella sono nati per caso. Io ero incinta, quindi quando abbiamo deciso di fare i Vianella  era per occupare il tempo in cui io non lavoravo ed è uscita per caso una canzone romana, in dialetto romanesco, che ce la portò a casa un nostro caro amico, Amedeo Minghi e ebbe un grande successo, più di quanto aspettassimo e partì l’avventura dei Vianella.  

Chi rappresenta al giorno d’oggi la canzone romana?

Io penso che i Vianella potranno rappresentarla molto bene, perché credo che i Vianella torneranno a rappresentarla anche se il duo si è sciolto tanto tempo fa. Torneranno a rappresentare la canzone romana perché dopo noi nessuno l’ha più fatto. Penso che i Vianella sarebbe ora che la rifacessero. Ovviamente lo vorremmo fare nella maniera un po’ più giusta, perché quando è scoppiata la canzone romana, non abbiamo nemmeno avuto il tempo di coltivare tutto il successo che c’era e nemmeno tutto il contorno. Oggi forse, conoscendone i risultati, potremmo curarla molto meglio e dare la possibilità anche a chi non la conosce, di apprezzarla meglio.

Hai sogni e progetti?

Si! Una bella vacanza (risata). Non riesco a farmi una vacanza da un mese. Vorrei andare via e farmi un viaggio attraverso qualche parte del mondo che ancora non ho visto, tipo il sud America. Questo è un sogno che spero si realizzi molto presto. Progetti artistici ne ho tanti ma non ne parlo per scaramanzia. Ciao Gianfrà.