Francesca Nunzi (attrice, autrice e scrittrice)    Roma 15.4.2024

                               Intervista di Gianfranco Gramola

“Tutto quello che scrivo è proprio quello che vivo, quindi è proprio fondamentale la quotidianità. Mi basta osservare la gente e nascono così i miei testi”

Francesca Nunzi nasce a Roma e fin da piccola manifesta una spiccata propensione per le arti dello spettacolo. Da giovane inizia a cantare in una nota osteria tradizionale della Capitale, recependo dal padre la passione per gli stornelli popolari. Proprio questa sua caratteristica la farà notare da Gigi Proietti, che la ammetterà al proprio laboratorio di arti sceniche, dove si diplomerà e da dove inizierà la carriera, accanto proprio al Maestro, in spettacoli come Leggero Leggero, A me gli occhi bis. Con il gruppo dei Picari, formatosi durante lo stesso laboratorio, insieme ai compagni di corso Augusto Fornari, Roberto D'Alessandro, Massimiliano Giovanetti e Marco Simeoli, Francesca affronta la strada del varietà e della scrittura autoriale facendo spettacoli comici di grande impatto sul pubblico. Nel frattempo debutta anche al cinema diretta da Cristiano Bortone in Oasi e da Carlo Verdone in Perdiamoci di vista. Sul grande schermo sarà diretta tra gli altri da Christian De Sica, Leone Pompucci, Tinto Brass. In Teatro collabora sempre negli anni Novanta con Pier Francesco Pingitore e Nicola Pistoia. Continua intanto a coltivare la passione per le tradizioni della sua città, sviluppando doti interpretative. Non a caso nel 2011 sarà scelta dallo stesso Luigi Magni per interpretare il ruolo di Tosca nella riduzione teatrale, in versione di commedia musicale, del suo omonimo film. Il teatro musicale la vedrà spesso interprete di on-woman show, dei quali è ella stessa autrice o coautrice, e di commedie e musical originali come E che cats!!! Un altro musical?!?, diretto da Francesco Arienzo accanto a Barbara Foria, Claudio Insegno e Marco Simeoli o Roma Napoli, un’ora di treno per mille racconti sempre con Simeoli, che ritroverà anche nell’ultima edizione di Aggiungi un posto a tavola dove interpreta il ruolo di Ortensia, accanto a Gianluca Guidi ed Enzo Garinei, nelle stagioni teatrali 2017/2018, 2018/2019 e 2019/2020. Nell’estate 2020 è protagonista dell'evento Musical Night – il Sogno del Teatro, ideato e diretta da Marco Predieri. Francesca Nunzi unisce alle doti di attrice e performer quelle di scrittrice. Ha collaborato come autrice musicale con il Maestro Marco Petriaggi assieme al quale ha inciso varie canzoni, sempre in vernacolo romano, ed edito nel dicembre 2020 il brano Buon Natale. Attualmente è al teatro Golden di Roma in “La strana cotta”.

Intervista

Francesca, sei al teatro Golden con lo spettacolo “La strana cotta”. Mi racconti brevemente la trama e qual è il tuo ruolo?

La trama è il viaggio di questo uomo, interpretato da Danilo De Santis, che attraverso una donna ripercorre un pochino tutte le sue ex. Stefania è la donna del momento e grazie appunto a Stefania lui ha modo di ricordare tutte le vicissitudini che ha avuto con le ex. Per cui io interpreto in realtà 8 personaggi e Danilo racconta attraverso me le storie delle sue ex fino al finale che però non posso spoilerare perché è una  sorpresa.

Sarai in tournée con questo spettacolo?

Purtroppo no, non facciamo tournée ma siamo a Roma fino al 21 aprile. Speriamo che in futuro si possa portarlo in giro per l’Italia.

Parliamo della tua carriera. Com’è nata la passione per la recitazione? Hai artisti in famiglia?

Tutti quanti in famiglia siamo degli artisti, ma come hobby, nessuno come lavoro. Questa vena artistica l’ho presa da mio padre che scriveva poesie e canzoni. Però io sta passione ce l’ho fin da piccolina, quindi da sempre. Ho provato a farlo diventare il mio lavoro e ci sono pure riuscita.

I tuoi genitori avevano in mente un futuro diverso per te?

No, non avevano in mente niente di particolare. Penso che siano contenti quando alla fine hanno visto che recitare mi rende felice.

Con quali miti dello spettacolo sei cresciuta?

Io sono cresciuta con la commedia all’italiana, quindi con Monica Vitti, Marcello Mastroianni, Vittorio Gassman, Ugo Tognazzi, Alberto Sordi e Nino Manfredi e tutti i grandi di quei  tempi insomma.

Ho letto che hai frequentato la scuola di recitazione di Gigi Proietti. Un tuo ricordo?

Ce ne sarebbero tanti di ricordi e di aneddoti da raccontare. Per me è stata una fortuna frequentare la sua scuola perché mi piaceva moltissimo e piaceva molto anche a mio papà che mi portava sempre a vederlo e io dicevo a mio padre che da grande volevo fare come quel signore sul palco e volevo anch’io aprire il baule e tirare fuori delle cose. Poi quando sono stata presa nella sua scuola, devo dire che è stata una bella soddisfazione, un sogno che si è avverato.

Sei anche autrice dei tuoi spettacoli. Roma e la quotidianità per te è fonte di ispirazione?

Assolutamente si. Tutto quello che scrivo è proprio quello che vivo, quindi è proprio fondamentale la quotidianità. Mi basta osservare la gente e nascono così i miei testi.

Francesca Nunzi con il collega Danilo De Santis

Nei tuoi spettacoli che ruolo ha il romanesco?

Io parlo romanesco perché mi rispecchio in quel dialetto perché sono romana, ho un animo molto romano, di quella romanità di una volta che viene dalla mia famiglia. Perché io sono romana da 7 generazioni sia da parte di mia madre che da mio padre, quindi ho veramente la romanità dentro e cerco di tramandarla perché si sta perdendo e mi fa piacere trasmetterla.

Mi ha incuriosito il tuo libro “Uomini senza uccello”. Com’è nata l’idea di questo  libro?

E’ molto semplice, perché io vivo con un marito e due figli maschi che non trovano mai niente, si perdono tutto in casa. Quindi io una volta ho fatto la battuta: “Che succede se un giorno perdete l’uccello?” e da lì mi è venuto in mente di scrivere il libro. Un libro umoristico e molto surreale perché in realtà non è volgare perché questo signore si perde l’uccello come se perdesse le chiavi. Quindi un libro surreale e divertente.

Quali sono le tue ambizioni, i tuoi obiettivi?

Non lo so perché io mi definisco una donna del rinascimento perché mi piace tanta roba, sempre nel campo artistico e non riesco a focalizzarmi su niente perché mi piace tutto. Mi piace scrivere, mi piace recitare, mi piace fare la regia, mi piace leggere, mi piace creare e quindi vago fra tutte queste arti sperando di farle bene. Diciamo che come ambizione adesso ho voglia di stare dall’altra parte della cinepresa per vedere nascere delle serie tv e film e ora mi sto applicando a fare questo.

Sei romana de Roma. Com’è il rapporto con la tua città?

Diciamo conflittuale perché amo  molto Roma e allo stesso tempo mi stressa molto perché è una città molto faticosa. Se ci sono due cose da fare nella stessa giornata, non sempre ci riesci perché c’è un traffico esagerato ed è una città caotica da morire. Però nello stesso tempo la amo molto perché è la mia città.

Qual è l’attore che in questo momento esprime in pieno la romanità?

Che la rispecchiava era Gigi Proietti, ora non ti saprei dire. Forse Rodolfo Laganà o Enzo Salvi, il comico di Ostia.

Tu hai lavorato anche con Gigi Magni?

Purtroppo no, l’ho sempre sfiorato perché ho fatto anche delle cose sue, come “La Tosca” in teatro, però ho conosciuto la moglie Lucia, bravissima costumista che ha lavorato con Fellini. Però l’ho sempre amato moltissimo per quel tipo di romanità che adoro. Per me era il numero uno.

Da anni si parla di eliminare o almeno di spostare il mercato domenicale di porta Portese. Cosa ne pensi?

Non so dirti perché non amo molto il mercato di porta Portese anche perché non sopporto la folla. So che è un mercato molto caratteristico di Roma però io non ci vado mai e quelle due o tre volte che ci sono andata, ho sofferto e non vedevo l’ora di andarmene via da lì. Però fa parte di una tradizione folcloristica romana.

Tradiresti Roma per vivere in un’altra città?

Io la tradirei solo per andare a vivere in Danimarca, perché mi piace molto e mio marito ha origini danesi. Tutte le estati andiamo in Danimarca ed è un posto dove c’è molta civiltà, si vive bene, c’è un bel clima e ci troviamo molto bene. I danesi stanno un po’ più avanti rispetto a noi. Quindi tradirei Roma solo per andare in  quei posti lì.